Malignant: la recensione dell’horror che fa tremare il cinema

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Doverosa e dolorosa premessa: per gli amanti del genere horror, ormai, la vita è dura. Ci si aggrappa malinconici a qualche pellicola anni Settanta sperando di trovare prima o poi qualcosa di decente da vedere al cinema.

Difficile spaventarsi con gli zombie, visto che ormai sono sparatutto o drammi psicologici. Impossibile trovare ancora conturbanti i vampiri, dopo aver visto Twilight. Le possessioni, poi, dopo l’Esorcista, sono tutte da quattro soldi. Sicuramente, nel buco nero del genere horror, The Conjuring è stata una delle saghe più interessanti degli ultimi anni (seppur tirata troppo per le lunghe): forse è anche per questo che Malignant è un film che consiglio. Dietro la pellicola c’è James Wan, che definisce questo film la versione horror di Frozen per il forte legame delle due sorelle protagoniste. Un paragone che non può non suscitare quantomeno curiosità. Naturalmente non è solo merito della sua vivida fantasia se questo film della Warner Bros è davvero meritevole di un’ottima recensione, ma andiamo per ordine.

La trama e il cast

Non è così facile spiegare di cosa parla Malignant senza cadere nello spoiler. Quello che c’è da sapere è che Madison (Annabelle Wallis, già protagonista della saga di Wan) si trova ad avere delle terribili visioni di omicidi: pensa di stare impazzendo visto che nella sua vita recente sono avvenuti dei traumi piuttosto forti, ma ben presto scopre che le morti a cui assiste da spettatrice sono tutte reali. Nulla di eclatante fino a qui, se non fosse che dietro questa trama apparentemente banale si nascondono degli intrecci che lasciano senza fiato. Al suo fianco c’è sua sorella (Maddie Hasson), un paio di poliziotti e un passato dai confini poco nitidi. Chi è l’assassino? Perché Madison ha delle visioni? Non sarà possibile comprenderlo fino alla fine del film, e la conclusione sarà sconvolgente. Tutto quello che si può immaginare durante lo sviluppo della storia non riesce a fare arrivare alla realtà dei fatti, ad un esito coerente: il finale si capisce quando arriva. Dulcis in fundo, c’è un cameo di Mckenna Grace, che quando si tratta di recitare nei film inquietanti è la migliore tra le giovanissime.

Gli effetti speciali

Sapiente l’uso dell’effetto speciale, soprattutto quando si scopre la verità: arrivato alla fine del film lo spettatore è costretto a ripercorrere le immagini nella sua testa per mettere a posto tutti i tasselli del puzzle. Da un certo punto di vista questo film ricorda il senso di smarrimento che ha lasciato in tutti noi il finale del primo Saw – L’Enigmista o de Il sesto senso, ma ovviamente con dinamiche totalmente differenti.

L’ambientazione

Adorabile la falsa patina anni Ottanta: le musiche ricordano film di altri tempi, quando i Goblin potevano ancora scandire con i loro ritmi l’andamento degli zombie di Romero, anime in pena nel centro commerciale americano. Se non fosse per gli iphone che appaiono nel film di Wan, non pensereste nemmeno di essere ai giorni nostri. L’atmosfera è meravigliosa.

Perché vedere Malignant?

La domanda finale, a cui spero di aver riposto con tutti i punti sopra, ha una risposta davvero molto semplice: finalmente è arrivato al cinema un bel film horror. Ci sono tutti gli ingredienti per tornare a casa soddisfatti: c’è la suspense, ma non è una storia arida e priva di sentimento. Tutt’altro: alla fine non ci sarà solo la risoluzione del caso, ma anche quella di un’esistenza. Madison è una donna che deve tornare al comando della propria vita, riprendendo il controllo di ciò che i suoi occhi possono vedere…e non solo.

Il trailer

Alessia Pizzi

Alessia Pizzi
Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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