Certo, chi è cresciuto con La Bambola Assassina non può non aver sperato anche solo per un secondo che Annabelle potesse affiancare Chucky nei nostri incubi.
La bambola malefica di The Conjuring arriva al suo terzo capitolo per la regia di Gary Dauberman, sceneggiatore di “Annabelle”, “IT” e “The Nun – La vocazione del male”, ma non riesce proprio a spaventarci.
Nonostante io sia profondamente affascinata dalla coppia di demonologi Ed e Lorraine Warren, il film non riesce a tenere viva l’attenzione dal punto di vista della paura. Non ci sono scene di effettiva suspense e questo un po’ Mi delude visto che, in realtà, lo spunto della trama non era male.
Protagonista indiscussa è la figlia della coppia, Judy, interpretata magistralmente dalla piccola McKenna Grace: la piccola ha ereditato il potere di vedere gli spiriti di sua madre e inizia a gestirlo proprio nel momento in cui Annabelle fa il suo ritorno in scena evocando tutti i mostri nascosti nella stanza del terrore dei coniugi Warren.
La tematica psicologica diventa quindi predominante, specialmente quella inerente al dolore: che sia quello della solitudine o di un lutto, tutti i protagonisti dovranno fare i conti con le proprie debolezze.
Si sente la mancanza di Ed e Lorraine in questo film: le parti in cui ci sono anche loro sono sempre le più intense a livello emotivo, e questo non può che significare che la coppia cinematografica funziona.
Il punto è che i protagonisti, oltre a Judy, sono tutti adolescenti visto che il caos scoppia proprio quando la piccola è a casa con la babysitter. Questo chiaramente rende la pellicola un po’ troppo adolescenziale.
Vedere o non vedere, quindi, Annabelle 3? Io mi ostino a vedere tutti i capitoli del franchise, ma non resto mai particolarmente colpita. Lo stesso posso dire anche di The Nun, che mi sono anche rifiutata di recensire: quindi, a voi la scelta… ma io vi ho avvisati!
Alessia Pizzi