Perché i film di Romero hanno fatto la storia del cinema e quella di tutti i fan appassionati al genere degli zombi?
Raggiunti quasi i trent’anni di età nutro il mio palato goloso di zombi con serie tv tipo The Walking Dead e Fear The Walking Dead. È un pasto che non mi soddisfa mai pienamente, ma devo consumarlo per sopravvivere. Anche Milla Jovovich ha provato a saziarmi con i suoi salti mortali. Ma niente.
Praticamente ho fame di zombi da vent’anni. E la colpa è di mio padre. Se non mi avesse lasciato vedere i film di Romero da quando avevo sei anni, forse non sarei arrivata a 10 con aspettative così alte. Un po’ come quando le donne incolpano la Disney per le alte aspettative che hanno sugli uomini.
La conoscenza del cult mi ha spinto a correre al cinema ogni volta che usciva un film di zombi (dal remake di Dawn of the Dead a World War Z), ma soprattutto ha costretto me e mia sorella, che condivide lo stesso tragico destino, a cercare sul web qualunque film di zombi fosse stato mai prodotto.
Possiamo affermare di aver visto fameliche tutti i film e le serie tv sugli zombi rimpiangendo i film di Romero praticamente sempre.
Recentemente ho scovato su Netflix La ragazza che sapeva troppo, un film di zombi che finalmente ha una trama diversa dal solito. Eppure nulla riesce ad esaltarmi come La notte dei morti viventi e Zombi (Dawn of the dead).
Il primo, rigorosamente nella versione anni Novanta, è stato il mio compagno delle giornate estive in vacanza. Quelle con la scuola finita e gli amici già partiti, quando ad Agosto ogni tanto il cielo è rosso a Roma e sta per piovere terra.
Stanno venendo a prenderti Barbara…
E Barbara scappa nel bosco e si rinchiude in una casa sperduta vicinissima al cimitero.
Zombi, invece, è assolutamente insuperabile con la storia dei sopravvissuti che si rinchiudono nel centro commerciale. Anche se a rendere il film unico sono stati i Goblin con la loro colonna sonora.
Quindi, negli anni Novanta, mentre i miei amici andavano a letto alle 21.30 per salvarsi dai film Vietati ai Minori di 14 anni, io potevo guardarmi la cassetta con gli zombi. Non mi sono mai spaventata, anzi. Rivedevo gli stessi film in continuazione e ancora oggi vago alla ricerca di qualcosa che mi susciti lo stesso interesse.
Quando all’inferno non ci sarà più posto i morti cammineranno sulla terra…
Nonostante gli obsoleti effetti speciali anni Settanta, gli zombi di Romero non solo hanno fatto la storia del cinema, ma hanno fatto anche la mia e immagino quella di tanti altri fan (che non ho mai conosciuto visto che tutti quelli che mi circondano affermano di avere paura di questi film!). I protagonisti di queste pellicole, lontanissimi dal trash anni Novanta, sono umani, anti-eroici, e per questo inimitabili nel mondo cinematografico delle americanate.
Certo, da piccola non comprendevo la satira politica e sociale di Romero, ma le atmosfere da incubo hanno fatto il resto, conquistando il mio immaginario di bambina e, successivamente, il mio spirito critico di donna. Non ho più ritrovato la stessa introspezione e la stessa inquietudine nei film successivi, dove gli zombi hanno iniziato a correre e persino a pensare. Lo stesso Romero non mi ha colpito particolarmente né con La Terra dei morti viventi, né con Le cronache dei morti viventi.
Il meglio era già stato realizzato e non poteva essere superato. Nemmeno dal suo creatore.
Tuttavia, negli anni ho continuato a sperare che Romero sfornasse un nuovo film. Ora che non potrà più accadere so per certo che la mia fame non sarà più saziata.
Alessia Pizzi