Intervista col vampiro, l’umanità del Male

Intervista col vampiro film recensione recensione

Sono di carne e sangue, ma non sono umano, non sono più umano da duecento anni

Titolo originale: Interview with the Vampire
Regista: Neil Jordan
Sceneggiatura: Anne Rice
Cast Principale: Brad Pitt, Tom Cruise, Kirsten Dunst, Christian Slater, Antonio Banderas, Stephen Rea
Nazione: USA

Film e serie sui vampiri ce ne sono veramente tanti. Alcuni scelgono la via dell’horror originale, altri chiedono aiuto a libri e racconti: pensiamo alla fortuna che ha ottenuto nella storia Dracula di Bram Stoker. Tra i film più noti tratti da un libro sull’argomento, è da citare sicuramente Intervista col vampiro di Neil Jordan, tratto dall’omonimo romanzo di Anne Rice.

La trama

Siamo nel 1993. Louis de Pointe du Lac (Pitt) ha deciso di confessare al giornalista Daniel Malloy (Slater) la sua storia. Una storia non terrena, legata al filo l’immortalità e di una natura non-terrena. L’uomo infatti narra che tutto ha inizio a New Orleans nel 1791. La perdita dei suoi cari lo fa vivere nella dissolutezza e nell’autolesionismo, quando una notte una strana figura, Lestat di Lioncourt (Cruise), un vampiro in cerca di un compagno, rende Louis una creatura della notte, rendendolo quindi immortale: motivo per cui nel 1993 l’uomo è lì, pronto per essere intervistato.

Nonostante Lestat – prosegue il racconto – mostri a Louis le gioie e le tecniche del vampirismo, questi non è così adatto alla sua nuova natura: è ancora troppo umano, con una sensibilità troppo profonda e troppo rispettosa della vita umana.

Col tempo però deve rassegnarsi. Una notte infatti si immette in un quartiere dove impervia la peste e qui incontra Claudia (Dunst), che piange sul cadavere della madre. Abbracciandola, Louis decide di morderla e dissanguarla. Lestat invece, fiero della trasformazione dell’amico, compie una terza trasformazione con Claudia, la quale invece si dimostra un’abile cacciatrice.

Il tempo scorre e, nonostante l’apparenza, Claudia muta il suo comportamento: vuole crescere e diventare donna. I due padrini le rivelano che per i vampiri non il tempo non scorre: sarà quindi costretta in eterno a rimanere bambina.

Furia, vendette, viaggi, luoghi che cambiano, altri vampiri, storia e torture si uniscono nel racconto di Louis: cosa vorrà veramente da Daniel? Dove sono ora Lestat e Claudia?

Il trailer

Pubblicato come libro nel 1976, Intervista col vampiro è forse una delle più note pellicole – se non mi azzardo, addirittura la prima – dove la figura del vampiro perde la sua natura malvagia, mostrando dei lati più umani.

Louis e Lestat rappresentano l’eterna lotta tra l’accettazione e il vanto di qualcosa che ci appartiene, che fa parte di noi, della nostra natura, ma che sappiamo essere sbagliata. Nel primo caso, si accetta e si fa in modo di combatterla; nel secondo no.

La realizzazione della pellicola non fu una cosa semplice. In primis, l’adattamento dal libro al film

La storia originale infatti vedeva molti rimandi e allusioni anche all’omosessualità e la Hollywood di allora (come purtroppo quella di oggi) non era pronta ad affrontarla. Pochi sanno infatti che il personaggio di Armand (Banderas), nel libro è poco più di un diciottenne: come rendere il fascino e l’attrazione con Louis? Si decise allora di prendere un attore di un’altra nazionalità, come Banderas.

Pure l’idea di una famiglia formata da due uomini e una bambina preoccupava gli sceneggiatori di offendere i “ben pensanti”. Si provò per un momento di trasformare la parte di Louis in personaggio femminile: si erano già fatti nomi di due Premi Oscar come Cher e Anjelica Huston. Fortunatamente le varie opposizioni della Rice e la paura di una stroncatura da parte dei fan del libro, impedirono questo cambiamento.

Altro tema fu Claudia. Nel libro è una vera e propria bambina, intorno ai 6 anni: come poteva un’attrice così giovane donare quella famelica interpretazione? Si optò allora per un’adolescente Kristen Dunst che, durante le riprese, diede anche il suo primo bacio…a Brad Pitt: esperienza che, nonostante fosse invidiabile da molte sue coetanee, all’epoca la giovane ritenne disgustosa.

Di non poco conto, le scelte tecniche del film

La scenografia della New Orleans settecentesca, ad esempio, fu il risultato – secondo alcuni blog – di un’unione tra set e digitale. Un esempio viene dalle scene sull’acqua: per togliere elementi moderni, come pali della luce, vennero soprapposte in post-produzione delle navi di quell’epoca.

Gli effetti speciali però non servirono solo per la scenografia, ma aiutarono anche in altre scene. Si pensi infatti al taglio della gola di Lestat (tranquilli non è uno spoiler): un profano potrebbe vedere Tom Cruise, ma nella realtà è un doppio animatronic di Stan Winston, genio degli effetti speciali, che l’anno precedente aveva vinto il suo 4° Oscar con Jurassic Park.

La casa con la piantagione di Louis a New Orleans è vera e ben nota ad Hollywood: la Oak Alley Plantation, infatti, era stata in passato già usata per film cult, come Piano…piano, dolce Carlotta di Aldrich del ’64; e film tv, come il rifacimento del 1985 de La lunga estate calda.

Interessante anche parlare del trucco. Il primo fu il risultato – pare – di un curioso metodo, per quanto concerne tutti i vampiri: appenderli a testa in giù, per permettere il rigonfiamento dei vasi sanguigni.

Un altro imprevisto da considerare fu il ruolo di Molloy. All’inizio delle riprese, infatti, il personaggio era interpretato da River Phoenix, che morì durante le riprese. Sostituirlo non fu facile, ma Slater accettò e fu un degno erede, tanto che non si dimenticò di River: infatti – si racconta – che donò parte o tutto il suo cachet alle associazioni che l’attore sosteneva.

I due protagonisti furono anche loro un grande impegno

In primis, Tom Cruise. Questi dovette convincere l’autrice che era degno della parte. La prima scelta era Jeremy Irons, il quale – da poco uscito dalle riprese de La casa degli spiriti – non voleva ripetere nuovamente un set con molte ore di trucco alle spalle. Sorte analoga toccò a Johnny Depp e Tom Hanks, che invece scelse di prendere i panni di Forrest Gump, vincendo per il secondo anno consecutivo l’Oscar come Miglior Attore.

Cruise però riuscì ad ottenere la parte, convincendo in seguito anche la titubante Anne Rice. Si dice che, per meglio donare al suo personaggio il giusto carattere predatorio, passò giornate intere a vedere…documentari naturalistici sulla caccia dei leoni alle zebre.

Brad Pitt invece, non amò mai il progetto

L’attore infatti odiava le lunghe attese al trucco e non gli piaceva girare molte scene al buio. L’attore stesso infatti in un’intervista disse che, se non fosse stato per l’enorme penale che avrebbe dovuto ridare per rompere il contratto, aveva intenzione di lasciare il progetto in sospeso e andarsene.

3 motivi per vedere il film

  • La fotografia di Philippe Rousselot
  • I costumi di Sandy Powell
  • La regia di Neil Jordan, che dona a tutta la storia un’aria più cupa di quanto la si possa immaginare

Quando vedere il film

È gotico con una bella storia alle spalle. Invernale, la sera.

Francesco Fario

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IL VOTO DEL PUSHER
Regia
Interpretazione
Sceneggiatura
Area tecnica
Francesco Fario
Attore e regista teatrale, si laurea in Lettere Moderne a La Sapienza per la triennale, poi alla magistrale a TorVergata in Editoria e Giornalismo. Dopo il mondo del Cinema e del Teatro, adora leggere e scrivere: un pigro saccentone, insomma! Con Culturamente, ha creato la rubrica podcast "Backstage"
intervista-col-vampiro-film-recensionePer gli amanti del genere Gotico e sulle storie dei vampiri, è assolutamente un Cult.

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