Dopo aver visto al cinema C’era una volta… Hollywood, mi sono soffermato a pensare alla carriera e ai film di Brad Pitt.
Sono tornato improvvisamente indietro nel tempo. Ricordo una conversazione tra mia sorella e delle sue amiche, nel salotto di casa mia, che discutevano di questo attore nel pieno dei loro ormoni. L’argomento in questione era il film Sette anni in Tibet. Quattro ragazze ferme a parlare di un uomo che avevano visto in un trailer. Biondo, alto, viso da bravo ragazzo: alcune che si soffermavano a immaginare quanto in realtà nascondesse un’anima più ‘maledetta’; altre, come mia sorella, al pensiero della figura ribelle.
Era la fine degli anni ’90. Per noi adolescenti, dai capelli mori, che ancora non avevamo la più pallida idea di cosa fossero le pulsioni, ma solo le apparenze, era un periodo nero! C’era DiCaprio e la sua eroica impresa in Titanic. C’era Nick dei Backsteet Boys che cantava a tutto il mondo. E ora si aggiungeva quest’altro!
Gli anni passano e la meteora del ‘belloccio’ non si ferma.
Io intanto ampliavo la mia conoscenza filmica e, saltuariamente, mi ritrovavo questo belloccio tra le scatole. Lo ammetto: non volli vedere molti suoi film, perché pensavo che lo mettessero lì per fare botteghino, portare le ragazze/donne al cinema. Classici pensieri superficiali!
Poi una sera vidi Intervista col vampiro.
Un film dallo spirito gotico, carico di costumi, sentimenti, malinconia. Tra gli interpreti principali c’erano Tom Cruise, Brad Pitt, una giovanissima Kirsten Dunst e un cameo di Antonio Banderas. Vedendo la pellicola, rivalutai molto la capacità interpretativa di quel belloccio biondino. Era intenso, travolgente e capace di dare bene voce al tormento di un’anima come quella di Louis. Fu così che cominciai a studiare meglio la storia, quindi i film, di Brad Pitt.
Scoprì che aveva un passato nella televisione, come la nota soap opera Dallas; ma anche girato film con alcuni registi importanti: un esempio banale, lo snobbato film di mia sorella e le sue amiche era di Annaud.
Cominciai allora a rivedere tutti quei film che avevo ‘saltato’ solo per questioni d’età, ma anche per già citata superficialità.
Lo riscoprì in Thelma e Louise (anche se ancora nel suo ruolo da belloccio e dannato) di Ridley Scott; lo rividi nelle pellicole accompagnato da Anthony Hopkins, come Vento di passioni e Vi presento Joe Black. E poi thriller come Seven, drammi come Sleepers; arrivando a film fantascientifici come L’esercito delle 12 scimmie o apocalittici come World War Z.
Mi ha stupito vedere come si sia evoluto e abbia accettato parti della sua età (cosa non scontata ad Hollywood).
“Vi presento Joe Black”, l’arte di trasformare la sceneggiatura poesia
La capacità interpretativa di Brad Pitt è andata oltre il suo essere giovane e idolo delle donne. È riuscito a distinguersi in parti e personaggi difficili da gestire. Pensiamo a Il curioso caso di Benjamin Button. Da alcuni criticato, da altri osannato, ma è indubbia la recitazione di Brad Pitt.
Un’esperienza che vanta anche fior di collaborazioni.
Nel campo della regia, si pensi a Robert Zemeckis, i fratelli Coen, Soderbergh, Iñárritu; con colleghi come Susan Sarandon, Marion Cottilard, Edward Norton, Helena Bonham Carter, Matt Demon, George Clooney, Cate Blanchett, nonché la sua ex moglie Angelina Jolie.
Un attore insomma per tempo sottovalutato ma che è riuscito a far tornare molti sui propri passi, mostrandosi come un Attore, degno di questa maiuscola, arrivando a diventare persino produttore: una carriera che gli ha dato anche qui non pochi successi, tra cui un Oscar.
Francesco Fario
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