Probabilmente la cosa migliore di Moonfall è l’inserto speciale che mi hanno consegnato prima di entrare in sala, un piccolo gioiello cartaceo tutto dedicato al film e alla luna, e realizzato in collaborazione con l’agenzia spaziale italiana. Iniziamo bene, eh?
Il trailer
Una pellicola inaspettatamente inconsistente
Dal trailer le aspettative sul film erano altissime: catastrofe in stile Armageddon. La luna esce dall’orbita e minaccia la vita sulla terra. Protagonista Halle Berry come dirigente della Nasa, affiancata dall’ex astronauta Patrick Wilson, che molti appassionati di horror ricorderanno per la saga di The conjuring. Invece – mi duole dirlo – questo film ha dei dialoghi totalmente inconsistenti.
A parte la simpatica – ma ormai inflazionata – parentesi in stile “Don’t look up”, dove un appassionato della luna (John Bradley aka KC Houseman) non viene creduto quando afferma che il satellite sta uscendo dall’orbita, tutti i dialoghi del film non hanno davvero senso. E pensare che Halle Berry è stata felicissima di interpretare il ruolo di Jocinda Fowler perché “è una donna intelligente che deve farsi largo in un mondo di uomini”, ma soprattutto perché intrigata dal regista Roland Emmerich, un vero esperto di film “catastrofici”.
Roland Emmerich fa un buco nell’acqua
Qui iniziano le note dolenti, visto che il regista in questione ha diretto due cult tra i disaster movie, ovvero “Indipendence Day” e “The day after tomorrow”. Posso affermare tranquillamente che Moonfall poteva restare nel cassetto dei progetti dimenticati: nessuno si sarebbe fatto male.
In realtà è davvero un peccato perché l’idea di fondo ha del potenziale e segue il filone megastrutturista dei primi anni Duemila: la luna sarebbe stata creata artificialmente da una popolazione aliena e l’allunaggio del 1969 avrebbe celato questa scoperta all’umanità. Sicuramente una nota originale nel panorama cinematografico di genere, non alimentata dalla scarsa profondità dei personaggi.
Che dire, una grande delusione. Sconsiglio la visione, l’unica catastrofe è quella di aver pagato per vedere questo film.
Alessia Pizzi