Gilda, la dark lady che distrugge lo stereotipo della donna oggetto

Gilda film

“Se dovessi scegliermi un motto, questo sarebbe ‘Nessun divieto’ ”   Gilda film

Titolo originale: Gilda
Regista: Charles Vidor
Sceneggiatura: Ben Hecht, Jo Eisinger, Marion Parsonnet
Cast Principale: Rita Hayworth, Glenn Ford, George Macreasy, Steven Geray, Joseph Calleia, Gerald Mohr
Nazione: USA
Anno: 1946

La storia del Cinema è contornata da personaggi femminili più disparati. Ci sono donne di potere (The Iron Lady Marie Antoinette), donne di spettacolo (Eva contro Eva, Viale del tramonto), oppure dalla semplice vita straordinaria (Diverso da me). Esistono poi le ‘femme fatale‘, quelle capaci di far fare agli uomini tutto ciò che vogliono con un sorriso o uno sguardo, intenzionate a turbare gli animi, senza il minimo pregiudizio. Pilastro cinematografico riguardo questo genere femminile è sicuramente Gilda, film del 1946 che ridiede fama e una nuova vita alla figura della diva Rita Hayworth.

La trama della pellicola è abbastanza banale

Siamo negli anni ’40. Johnny Farrell (Ford) arriva a Buenos Aires per rifarsi una vita. La sera stessa del suo arrivo si mette nei guai e uno sconosciuto gli salva la vita. Fatte le dovute presentazioni, si scopre che l’uomo è Bullin Mundsen (Macready), ricco proprietario della più elegante bisca della città, a cui, per riconoscenza, Johnny promette fedeltà, diventandone presto il più fidato braccio destro. Nel frattempo, Johnny scopre che Bullin è spostato con Gilda (Hayworth), ballerina nonché grande amore passato di Farrell. Freddezza e passione si uniscono tra i due ex amanti che, per quanto carichi di rancore per una storia passata e terminata male, non hanno cessato di amarsi. Lui lo dimostra con la sua gelosia; lei dandosi alle feste e alla bella vita, sempre lontano dal marito.

Intanto si viene a sapere la vera natura di Bullin: uomo senza scrupoli e in contatto con diverse spie naziste, in cerca di nuove alleanze.

E proprio per l’uccisione di un nazista, a seguito di un litigio, Bullin si trova costretto a scappare. Gilda e Johnny decidono, allora, di sposarsi e rimanere proprietari dei beni di Mundsen. Il passato però non cessa di seguirli e ciò che era un tempo, continua a corrodere la loro relazione: la spregiudicatezza di Gilda. Un giorno però Mundsen torna e, vedendo le sue persone più care legate in sentimento e protette dai suoi beni, sentendosi tradito, decide di vendicarsi…

Glenn Ford e Rita Hayworth in Gilda (fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Gilda_(film)#/media/File:Gilda_trailer_rita_hayworth2.JPG)

 

Letto così e senza sapere altro, Gilda può sembrare un film basato sullo scontato triangolo ‘lei-lui-l’amante’. C’è però ben altro.

La pellicola è infatti una raccolta di sequenza filmate nel miglior stile hollywoodiano. Si pensi alla gestione degli ambienti, come il locale di Bullin o i nights di Buenos Aires, passando per le strade buie, dove si fondono scenografie artificiali ad una fotografia quasi surrealista, mista ad un tempo-non tempo. Ciò che ne esce sono immagini curate ma stravaganti, creanti un universo sensuale, fittizio e dall’atmosfera decadente.

Centrale però è ovviamente la figura della protagonista.

Rita Hayworth, con Gilda, torna sul ‘bianco lenzuolo’ dopo qualche anno di assenza. Si dimostra più in forma che mai e tutto il film si basa su di lei. La sua sensualità ben incarna il ruolo della donna capace di far dannare, senza il benché minimo sforzo. Storica la sua prima apparizione, sia per il pubblico sia per il personaggio di Johnny, che la rivede dopo tanto tempo. Dopo un’ inquadratura di Johnny e Bullin che entrano in camera, in cui quest’ultimo le domanda a voce alta: “Sei presentabile?”; si passa a un mezzo busto di Gilda che, dal basso, si alza tirando indietro i capelli e sorridendo risponde di sì.

La prima apparizione di Gilda (fonte foto: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Gilda_trailer_hayworth1.JPG)

 

All’interno del film, però, Gilda ci insegna qualcosa, completamente diverso da quello che si è sempre pensato.

Quello della Hayworth è un personaggio malinconico, sensibile, lontano dalla visione egoistica della ‘dark lady’. È una donna che usa la sua spregiudicatezza non certo per avere ciò la stuzzica in quel momento; ma quasi per…attirare l’attenzione. Si pensi al celebre ‘spogliarello’. Sulle note di Put the blame on Mame, Gilda/Rita si vendica di un litigio con Johnny cantando una canzone in mezzo a un pubblico che la osserva mentre si muove in maniera sinuosa quasi fosse una spogliarellista, levandosi però un solo singolo guanto. In quei 3 minuti, Gilda vuole sfogarsi contro il suo uomo, che la trascura: cerca quindi di mandargli un messaggio. Ciò che nel film Gilda ci trasmette non è un capriccio, ma la necessità di una donna di farsi capire come può. C’è sicuramente malizia, ma non malvagità. Lei ama, ma non si sente amata: si sente un oggetto, un trofeo da esibire, ma non una donna. Ricambia quindi con la stessa moneta. Il messaggio che arriva è quindi un forte senso di identità che cerca di uscire da quello stereotipo che gli altri le hanno imposto. 

Rita Hayworth mentre canta ‘Put the blame on Mame’ (fonte foto: https://it.wikipedia.org/wiki/Gilda_(film)#/media/File:Gilda_trailer_rita_hayworth3_crop.JPG)

 

Interessante e malinconico ricordare che Gilda resterà per la Hayworth un’amica-nemica.

Grazie a questo personaggio (il primo drammatico nella sua carriera) l’attrice newyorkese tornò alla ribalta, diventando uno dei più celebri ‘sex symbol’ della storia del Cinema. La sua storia privata, però, la portò spesso a ripetere una frase (che Julia Roberts cita nel film Notting Hill) riferendosi agli uomini:

“Vanno a letto con Gilda e si risvegliano con me”

Sottolineando come molti associavano in lei il sogno ‘proibito’ di conquistare la ‘femme fatale’ di Vidor, diventando però proprio quell’oggetto di desiderio che Gilda cercava di distruggere.

 

3 motivi per vedere il film (già usato in passato ma vero):

–  il talento di Rita Hayworth

– l’energia di Rita Hayworth

– la bellezza sensuale di Rita Hayworth

 

Quando vedere il film:

È da cineteca, forse datato, ma comunque necessario ai fini della conoscenza della Settima Arte. In pomeriggio.

 

Ecco l’ultimo appuntamento del Cineforum:

Sedotta e abbondata: denuncia sociale alla legge 544

 

Francesco Fario

Francesco Fario
Attore e regista teatrale, si laurea in Lettere Moderne a La Sapienza per la triennale, poi alla magistrale a TorVergata in Editoria e Giornalismo. Dopo il mondo del Cinema e del Teatro, adora leggere e scrivere: un pigro saccentone, insomma! Con Culturamente, ha creato la rubrica podcast "Backstage"

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