Dopo un anno di degustazioni tra i migliori vini assaggiati non rimane che scegliere cosa mettere nel bicchiere nei giorni di festa.
La convivialità è senz’altro uno degli aspetti più importanti delle festività. Nell’era moderna dove il lavoro e la globalizzazione governano i ritmi vitali, questo è uno dei pochi momenti per riunire le famiglie, ormai in molti casi distribuite su tutto il territorio nazionale. In questo contesto il cibo assume un ruolo fondamentale.
Mamme e nonne cominciano con un mese di anticipo le grandi manovre di approccio al menù, ed almeno una settimana prima a cucinare. Ma nessuna occasione in cui ci si mette a tavola può essere perfetta senza un vino che sia all’altezza. Spesso si vanificano pranzi degni dei migliori ristoranti stellati, trascurando colpevolmente l’aspetto del vino.
Senza il vino giusto la tavola è incompleta.
Si dimentica la sua importanza sulla tavola pari a quella di ogni portata, oltre al fatto che solo il vino è in grado di elevare un piatto alla sua massima espressione. Basta anche un bicchiere ma che sia di qualità. Per questo non occorre svenarsi perché ringraziando Bacco, il nostro paese è il più dotato al mondo come varietà di vitigni. Questo permette ad ognuno di poter spendere secondo le proprie tasche senza rimanere deluso.
Durante l’anno una lunga serie di degustazioni ha messo in evidenza bottiglie diverse tra loro, per struttura, prezzo, tipologia, reperibilità e territorio, vediamo allora come trarne vantaggio per le nostre scelte. Il primo appuntamento della kermesse enogastronomica è la cena della vigilia, dove è il pesce a farla da padrone. L’accoppiamento più classico in questi casi è con i vini bianchi, ma piano piano alcuni miti si vanno sfatando ed è anche possibile, in qualche caso anche consigliato, l’utilizzo dei vini rossi.
Lo spumante non solo come protagonista del brindisi.
Così come sta cambiando anche il ruolo delle bollicine, sdoganate dall’impiego esclusivo in brindisi ed aperitivi per essere utilizzate con successo anche a tutto pasto. Partiamo proprio da questi vini, che si rivelano spesso imbattibili su crudi di pesce, antipasti e fritture. Trento doc, Franciacorta, Oltrepò Pavese o altro, tutti erano presenti allo Sparkle Day 2018. Naturalmente l’elenco comprende anche il Prosecco, ormai per molti, spumante di riferimento negli aperitivi in Italia e nel mondo.
Altri suggerimenti effervescenti anche dal Festival Itinerante del Franciacorta, che fornisce indicazioni interessanti anche su aziende diverse dalle solite note. Chi invece le bollicine le preferisce declinate in rosa, può trovare le giuste indicazioni in Bererosa 2017. Per piatti più importanti di pesce che siano primi o secondi molte informazioni si possono trarre dagli assaggi di Iovino, i Diversi Vignaioli Irpini, Le anime del Verdicchio, Le Marche del Vino. Manifestazioni focalizzate su Marche e Irpinia e quindi su Verdicchio, Fiano, Greco di Tufo e Falanghina, ma in cui si possono trovare indicazioni anche per gli altri autoctoni regionali.
Marche, Irpinia e Lazio vini autoctoni espressione di territorio.
Anche la degustazione del Frascati Doc ha rivelato vini interessanti che di anno in anno aumentano il loro livello qualitativo. In questi territori il rapporto qualità prezzo è eccezionale e non è infrequente trovare ottimi vini a cavallo dei dieci euro. Una spesa tutto sommato commisurata, se paragonata a quella sostenuta per il pescato fresco di mare. Puntando a nord si può dare anche uno sguardo ai suggerimenti della degustazione Omaggio al Veneto del Vino con il Soave nel ruolo di protagonista.
Nella giornata di Natale fanno la loro comparsa in tavola i piatti più strutturati. Tra primi con sughi di carne, arrosti, brasati e piatti dalle cotture prolungate, il rosso è di rigore. Anche in questo caso gli autoctoni assaggiati hanno regalato le loro sorprese, come ne il Molise del Vino si chiama Tintilia e Ciliegiolo d’Italia a Narni.
La struttura dei piatti richiede quella dei vini.
Ma per questi piatti forti bisogna guardare a strutture più importanti, come quelle dei vini suggeriti in Sangiovese Purosangue o Barolo, Barbaresco & friends. Se poi si vogliono stupire i commensali, si può ricorrere a Château Musar straordinario vino libanese di grande finezza. A fine pasto, evitando accuratamente di accostare il brut al panettone, si può ricorrere alle eccellenze segnalate in Moscato a Roma 2017.
In ogni caso e qualsiasi siano le scelte effettuate non sarà mai il prezzo della bottiglia il fattore decisivo. L’importante è pensare un vino insieme ai suoi piatti. Senza maniacalità ne fobie in enoteca ci sarà sempre qualcuno ad aiutarvi con piacere e anche se l’abbinamento non sarà proprio da manuale chi se ne importa. Basta stare bene insieme perché il vino a quello serve, a favorire la condivisione.
Bruno Fulco
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