Vino per le feste low cost: è possibile bere bere senza spendere troppo?
Nell’Italia del vino per bere ottimamente a Natale basta solo il piccolo sforzo di entrare in enoteca e lasciarsi condurre tra le tante proposte possibili.
Tempo di festività, è quindi meglio attrezzarsi per tempo evitando di raccattare qualche bottiglia a casaccio sui banchi della GDO. Anche perché l’impegno profuso per realizzare i menù di queste giornate merita come premio un calice di adeguato livello.
Un bicchiere di qualità completa e nobilita il pasto rendendolo memorabile, effetto che con qualche accorgimento non è così difficile da ottenere. Certo bisogna essere disposti ad un piccolo sforzo ma non stiamo parlando di impegnare un rene per acquistare bottiglie ricercate. Non serve nemmeno diventare sommelier in due giorni, perché non è un requisito necessario per bere bene e c’è chi può farlo per voi con molto piacere.
Almeno una volta l’anno si può abbandonare l’anonimato enoico del supermercato per varcare la soglia di un’enoteca. A molti solo l’idea mette ansia ma è un retaggio sbagliato, provocato da quella comunicazione che stupidamente ha elevato il vino a cosa per pochi eletti. In realtà l’enoteca è un posto accogliente dove non cercano a prescindere di rifilarvi la bottiglia più costosa.
Chi ci lavora è spesso un appassionato di vino che dispensa suggerimenti adeguati alle vostre possibilità e senza forzature. Si scoprirà che è possibile procurarsi soddisfazioni da una bottiglia di vino anche intorno ai dieci euro o poco più. E’ poco? E’ troppo? Chi può dirlo. Per saperlo basta pensare a quanto avete speso per tutto quel magnifico pesce o per il taglio pregiato di carne da mettere in tavola per fare bella figura. Il vino andrebbe pensato allo stesso modo, adeguatamente. Anche se poi non è una regola fissa, tanto che mortadella e champagne a braccetto non sfigurano per niente.
Il primo pensiero degli acquisti va subito al brindisi, che sia di inizio o fine pasto. Questi sono forse i prodotti per cui vale la pena spendere qualche euro di più. Sono la copertina o i titoli di coda del menù a cui avete dedicato tanta cura e meritano maggiore attenzione. Fortunatamente sono diverse le opzioni che ci vengono in aiuto. Gli spumanti metodo classico di Franciacorta sono una di queste.
I prodotti di entrata delle Cantine Berlucchi, Contadi Castaldi, Lantieri fanno sicuramente la loro figura sulla tavola. Ottime scelte anche nella Doc Trento, con le Aziende Cesarini Sforza, Casata Monfort e Altemasi. In alternativa si può anche dare un’occhiata ai prodotti dell’Oltrepò Pavese. Le tipologie più apprezzate sono il Brut e il Pas dosè o nature, caratterizzato dal residuo zuccherino pressoché nullo. Ma attenti all’insidia del dolce o si corre il rischio di rovinare tutto. Proposti per anni e ancora oggi con panettone e pandoro, rappresentano uno degli abbinamenti più sbagliati in assoluto. Con i tipici dolci natalizi molto meglio la dolcezza di un bel Moscato d’Asti, come il Saracco oppure in versione spumante come il Ca d Gal. Vini tra l’altro più economici e ingiustamente sottovalutati, ma non dagli americani che ne sono grandi consumatori.
Per rossi e bianchi possiamo abbassare la spesa rimanendo tranquillamente nel buon bere e trovare ottime soluzioni in ogni territorio. Vini versatili come un Chianti Classico Badia a Coltibuono, un Montepulciano d’Abruzzo Torre dei Beati, sono sempre graditi. Oppure si può pescare in puglia tra i vini della Cooperativa San Marzano, non c’è che da scegliere. Prodotti differenti da impiegare a seconda della struttura più o meno solida dei piatti, che in enoteca sapranno sicuramente suggerirvi. Analogamente per i bianchi molteplici le possibilità, dai vini del Lazio di Donato Giangirolami al Verdicchio di Matelica Collestefano. Ma anche i vini dell’Irpinia come il Fiano di Avellino di Vadiaperti. Tutte ottime soluzioni che danno un occhio al prezzo e uno alla qualità.
Ma il valore di tutti questi nomi è soltanto simbolico perché il grande segreto sta nel territorio italiano. La ricchezza enologica del paese infatti, produce una quantità di vini autoctoni spesso impossibili da trovare nella gdo. Possiamo incontrarli in enoteca, dimenticando le denominazioni più blasonate e scoprendoli spesso sorprendenti, anche nel prezzo. Quindi alla fine il suggerimento è solo uno, quello di scegliere un’enoteca e farsi guidare concedendo un po’di fiducia a chi può suggerirvi vini che a volte non avete nemmeno mai sentito pronunciare. In cambio oltre a qualche buona bottiglia si avrà la consapevolezza che bere bene è alla portata di tutti, se non sempre almeno nelle grandi occasioni.
Bruno Fulco
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