Daria Bignardi ancora una volta dimostra la sua maestria nel raccontare storie, anche su carta. Dopo averla apprezzata moltissimo come romanziera in “Storia della mia ansia”, torno a leggerla in occasione dell’ultima uscita “Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici”, una sorta di diario di vita scandito dai libri e pubblicato per i tipi di Einaudi.
Libri che ci salvano la vita, anche se maledetti
Spesso i libri sono i nostri migliori amici. Attendono in silenzio il momento di essere sfogliati, amano essere letti e riletti, e non ci portano rancore quando la cantina in cui li riponiamo si allaga. Il libro è un oggetto prezioso che il lettore conserva come un cimelio. Ce ne sono alcuni che, come le canzoni, associamo a particolari momenti della nostra vita: il solo pensiero riesce a darci conforto, per questo è bellissimo ripensare ad alcune frasi che ci hanno particolarmente colpito durante la lettura. Molti di noi avranno persino trovato le risposte in un libro: quelle che neppure il migliore confidente di turno aveva saputo offrire.
Daria Bignardi ci consegna le chiavi del suo mondo, facendo una cernita specifica. Ci racconta solo i libri maledetti, quelli che lei associa al suo piacere per la sofferenza. La scrittrice, raccontando questi testi, allo stesso tempo si racconta, unendo quindi l’utile al dilettevole; da un lato nutre i famelici lettori di spunti interessanti sui prossimi libri da leggere – sono convinta che La foresta della notte di Djuna Barnes stia avendo o avrà prestissimo un picco di acquisti su Amazon proprio perché Daria Bignardi lo sponsorizza come un amico fidato – dall’altro, racconta tutte le luci e le ombre della sua vita, scandendo le tappe allo sfogliare di ogni pagina.
Un diario da romanziera
Tra il memoir e il romanzo autobiografico, “Libri che mi hanno rovinato la vita” è una lettura piacevole e interessante, che scorre con leggerezza. Mentre scopriamo i libri amici di Daria, la scrittrice tira fuori eventi anche piuttosto scomodi e dolorosi della sua vita, come sempre senza troppi peli sulla lingua. La Bignardi è una provocatrice, questo lo abbiamo imparato bene, ma il garbo delle sue provocazioni la rende adorabile, sempre affabile e assolutamente vicina al lettore. È impossibile non empatizzare, specialmente quando confessa di non sapere dove andrà a finire questo libro o di aver sbagliato libro mentre associata le citazioni del suo cuore a determinate copertine che la mente menzognera ricorda male.
Nel libro Daria vanta come talento quello di saper leggere velocemente e afferma che i suoi cuginetti, da piccoli, avevano dei doni molto più speciali: erano molto atletici, ad esempio. Mi verrebbe da confortarla dicendole che ha sicuramente molti altri talenti, tra cui quello di sapersi reinventare in ogni scrittura, lasciando i lettori sempre stupiti della sua non celata umanità.
Alessia Pizzi