Ammetto che l’acquisto dell’ultimo romanzo di Daria Bignardi è stato frutto di un caso. Come spesso accade quando sono triste, pensierosa o turbata, mi rifugio in qualche libreria della periferia romana. Più sono piccole e meglio è.
Ebbene, in una di queste giornate oscure mi ritrovo davanti questo libro con un uccellino giallo che sbatte le ali in copertina e un titolo che mi fa sorridere e, allo stesso tempo, mi incuriosisce: “Storia della mia ansia”. Ora, visto che in quel momento di ansia ne avevo da vendere, ho pensato che leggere di quella altrui avrebbe potuto aiutarmi a viverla in maniera differente. Nel corso di questi ultimi mesi ho letto a morsi il romanzo della Bignardi, non è stata una lettura continuativa, ma rispetto ad altri libri che ho iniziato, ho capito subito che questo l’avrei finito.
La trama
L’ansia del libro è quella affrontata da Lea, una scrittrice di quasi 50 anni, che viene colpita da un tumore al seno. Il suo malessere non è legato solo alla chemioterapia e a tutte le emozioni legate all’idea di avere un tumore, ma anche al suo rapporto travagliato col marito Shlomo.
Nel corso del libro si incrociano molte persone, ma il focus resta sempre ancorato alle emozioni della protagonista: Daria Bignardi è un’abile romanziera. Leggera e colta allo stesso tempo, profonda, sottile, ma mai noiosa nelle descrizioni, seppur spiacevoli, che si ritrova a proporre in questo libro. Forse perché lei stessa ha lottato contro questa malattia.
Qual è, vi chiederete quindi, la storia di quest’ansia, o meglio la risoluzione di quest’ansia? Naturalmente è l’unica possibile: quella in cui Lea comprende che l’unica cosa che conta davvero è la sua vita, a prescindere da cosa accadrà, dalle paure, dall’insicurezza e dall’incertezza. Leggere questo libro è un po’ evolversi insieme a lei: per certi versi mi sono ritrovata molto nel carattere della protagonista e forse è proprio questo che mi ha intrigato. In questo testo ho trovato pensieri che potevano essere miei e questo mi ha stimolato.
La recensione
“Storia della mia ansia” è probabilmente uno dei romanzi più piacevoli letti negli ultimi cinque anni, e lo dico da non appassionata di romanzi. Riesco a finirli solo se mi piacciono sul serio. Lo consiglio come lettura a tutti coloro che hanno voglia di rimettersi in gioco, che si sentono un po’ smarriti, ma soprattutto lo consiglio a tutti coloro che non si mettono mai in discussione perché questo è un libro che sa far riemergere dall’oblio quella caducità che tentiamo di accantonare nei recessi della mente in tutti i modi possibili.
Alessia Pizzi