“Una famiglia vincente – King Richard”: la storia di un sogno (americano) e del piano per non fallire

Una famiglia vincente King Richard recensione film

“Sai che tipo di piano non fallisce mai? Non avere un piano. Se elabori un piano, la vita non va mai nel verso che vuoi tu”. Voglio partire dall’insegnamento di un padre disilluso al proprio figlio in uno dei film più importanti del cinema recente (Parasite di Bong Joon-ho), per introdurvi un personaggio agli antipodi che, grazie alla sua determinazione e pianificazione, ha forgiato due campionesse nello sport e nella vita: Richard Williams.

Vi erano sicuramente svariati modi di raccontare la storia di una delle famiglie più influenti del mondo sportivo ma, per stessa ammissione della tennista più forte di tutti i tempi, mostrarla dal punto del vista del suo “ideatore” è stata la scelta più corretta.

È un film americano al 100% quello diretto da Reinaldo Marcus Green, prodotto da Will Smith e dalla sorelle Williams, sbarcato nelle sale italiane il 13 gennaio 2022 che, concentrandosi sulla figura del padre-coach “King” Richard, narra il raggiungimento di un sogno all’apparenza impossibile in uno sport elitario, costoso e, prima del loro arrivo, esclusivamente bianco.

“Venus e Serena scuoteranno questo mondo”

Se non hai un piano, pianifichi il tuo fallimento

Guardando la finale femminile del Roland Garros del 1978, Richard Williams (Will Smith) rimase sconcertato dal montepremi che la vincitrice incassò per un’unica settimana di competizione. Con un’idea folle nella testa, iniziò a studiare quello sport che prima di quel momento trovava noioso, dicendo alla moglie Oracene (Aunjanue Ellis) che avrebbero dovuto avere altre due figlie. Nacquero così, con soli quindici mesi di differenza, Venus e Serena Williams che, fin dalla più tenera età, vennero allenate dal padre nel campo da tennis di Compton, zona periferica di Los Angeles e ghetto afroamericano, dove la delinquenza era all’ordine del giorno.

Rubando le palline buttate nei centri di tennis altolocati di L.A. e studiando i professionisti, Richard Williams allena giorno dopo giorno le proprie figlie personalmente, sia nel fisico che nella mente, con autorevolezza e amore paterno. Tuttavia, all’undicesimo compleanno di Venus, il piano di 78 pagine stilato per le future campionesse dice che è giunto il momento che abbiano un vero coach. Ray inizia così a girare video e brochure per sponsorizzare le due ragazze e persino obbligando Paul Coehn (coach di John McEnroe e Pete Sampras) a due palleggi con loro. Rimasto impressionato dal talento delle Williams, il professionista accetta però di seguire gratuitamente soltanto la più grande.

Ha inizio un percorso straordinario per Venus ma non privo di ostacoli, dove il rischio di bruciarsi prematuramente è dietro l’angolo, ma è proprio qui che King Richard mostrerà la sua grandezza e lungimiranza.

I volti e le contraddizioni di King Richard

“Ho visto qualcosa di così bello e così poco capito che ho voluto farne parte. Io non faccio più film per soldi, per i premi o cose di questo genere. Faccio film per onorare le persone, spinto dall’idea che possano essere d’aiuto per altri e questo è un regalo che faccio alla famiglia Williams”.

Nella produzione di “Una famiglia vincente“, Will Smith è sempre stato presente, producendo in prima persona il lungometraggio sulla, per certi versi, controversa figura di Richard Williams e decidendo di donarne il volto. Un ruolo in cui l’attore di Philadelphia riesce finalmente a perdersi completamente, mettendo a tacere il suo enorme carisma, spesso colpevole di sovrastare i suoi personaggi. Costantemente in calzoncini e tenuta sportiva, il suo King Richard è un uomo in là con l’età, dalla postura spesso ricurva, piegato dalle sofferenze del passato in Louisiana e da un mondo che non ha avuto il minimo rispetto per lui ma che, promette, rispetterà le sue figlie. La trasformazione di Smith per impersonare un uomo dalle mille contraddizioni è eccellente sia da un punto di vista fisico, dove si è rifiutato il trucco prostetico, sia dialettale con una verosimiglianza ottima alla parlata di Richard Williams.

Per quanto l’attore possa negarlo, sarebbe ingenuo credere che non abbia studiato il tutto per essere portato quanto più vicino possibile a quel Premio Oscar sfuggitogli nel 2006 per un pugno di voti. Ci sono infatti molti parallelismi con “La Ricerca della Felicità” di Gabriele Muccino: dall’inseguimento di uno stile di vita migliore per la propria famiglia e il raggiungimento di quello che viene definito “sogno americano”, all’audacia e la determinazione che unisce i due protagonisti, allo scontro con una realtà prevalentemente composta da uomini bianchi. Queste sono solo alcune delle similitudini delle due pellicole ma se nel puro Chris Gardner non sembravano trasparire zone d’ombra, nel coach di Compton ne compongono l’imperfezione. Dispiace però che non si sia sempre scelto di volerle esplorare, mostrandone la figura senza mai davvero metterne in discussione l’operato.

Mostra alle figlie Cenerentola per insegnar loro l’umiltà, manipolando al tempo stesso i professionisti che ruotano intorno alle future campionesse, piegandoli al suo piano prestabilito. Insegna alle sue ragazze ad affrontare la vita con determinazione e senza mai mollare quando lui, in più momenti, non trova il coraggio per guardare con i propri occhi le partite della figlia. Si prodiga per proteggerle da un mondo che vorrebbe sfruttarle e che potrebbe comprometterne la carriere, tenendole lontane dai tornei per anni ma, al tempo stesso, fomenta in TV il loro arrivo nel circuito che conta creando un vero e proprio evento mediatico.

Si tratta dunque di un personaggio ingombrante e non sempre trasparente che, come vedremo nel bellissimo litigio con la moglie, interpretata da una straordinaria Aunjanue Ellis (attenzione a lei nella stagione dei premi), nasconde persino più di qualche scheletro nell’armadio. Egoista e accentratore, non dimentica mai di ricordare agli altri e a se stesso di come stia dando alle figlie gli strumenti per conquistare il mondo dentro e fuori dal campo. Mettendo l’istruzione al primo posto, riesce nella difficile impresa di mantenere un clima stimolante e rilassato sotto il proprio tetto, lasciando il caos e i pericoli del ghetto fuori dalla porta di casa.

Potremmo definire Richard come un uomo dai due volti, controverso ma vincente, che ha cambiato la storia dello sport mondiale grazie alle sue 78 pagine di piano per future campionesse, ancor prima che queste nascessero. Due eroine moderne che, per quanto possa esserne discutibile la scelta educativa, riconoscono di dovere tutto a quel padre “visionario” dalla ferrea motivazione e dalle idee chiare, a cui sono infinitamente legate.

Una narrazione appassionante

Oltre ai sopracitati Will Smith e Aunjanue Ellis i ruoli di punta si completano con le interessanti prove di Saniyya Sidney e Demi Singleton che, come diranno le vere Venus e Serena Williams, sono state capaci di diventare la loro versioni adolescenti. Essendo mancina, la prima ha persino dovuto imparare in tre mesi a giocare con il braccio non dominante. Una piccola curiosità che impreziosisce una prova convincente del giovane talento e che, quando comparirà nell’atto conclusivo del film con quelle treccine bianche, riuscirà a conquistare qualsiasi appassionato sportivo e non.

Infatti, seppur nel biopic di Reinaldo Marcus Green sia centrale la questione del dramma famigliare, il campo da tennis non viene assolutamente dimenticato, diventando protagonista di spicco in più momenti grazie a una buona regia capace di esaltarne ogni scambio. Il carico emotivo che il lungometraggio porta con sé, viene poi impreziosito da un montaggio invisibile, capace di mantenere sempre alto il livello di attenzione dello spettatore, nonostante le 2 ore e 20 di durata.

Seppur pieno di retorica, la narrazione fortemente a stelle e strisce di “Una famiglia vincente” riesce a smuovere chi guarda, coinvolgendolo nel seguire la piccola Venus nel suo personale percorso di preparazione alla grandezza, partendo dal campo di Compton, fino al momento di scontro con il padre Richard, che segnerà la conclusione e la completa maturazione.

Di assoluta importanza è anche la questione dell’inserimento di una famiglia afroamericana all’interno di un meccanismo composto unicamente da bianchi che viene ben gestita e non risulta ridondante. Il cambiamento portato da Venus Williams ha avuto un enorme impatto nel mondo del tennis, in un periodo storico dove il citato Michael Jordan diventava simbolo dello sport macinando titoli con i Chicago Bulls. La fotografia temporale di quell’ingranaggio che inizia a girare, anche grazie agli avvenimenti rappresentati in questo biopic, risulta dunque splendida e merita di essere condivisa.

Il sogno americano passa dunque per un campo da tennis e, ancor prima, per un padre che vuole tenere la propria famiglia lontana dalla strada. Un uomo cocciuto come pochi Richard Williams, persino più di McEnroe gli verrà detto, meticolosamente devoto al suo piano per evitare il fallimento. Controverso, contradditorio e non totalmente sincero, come questa sua versione cinematografica, è però vero protagonista di una storia straordinaria fatta di azioni, sacrifici, dedizione e difficili decisioni. Mai, come in questo momento di fallimenti e incertezze, abbiamo bisogno di ritornare a credere alle imprese eccezionali, capaci di portare chi guarda ad agire, a fare qualcosa. E quella dell’uomo che ha sempre avuto un piano per le sorelle Williams, lo è.

Michele Finardi

Quando esce al cinema “Una famiglia vincente”?

Il film è disponibile nelle sale italiane dal 13 gennaio 2022

Qual è il titolo dell’ultimo film di Will Smith?

“Una famiglia vincente – King Richard”

Chi era Richard Williams?

Richard William è il padre delle sorelle e campionesse di tennis: Venus e Serena Williams. Suo è il piano di renderle giocatrici, ancor prima che nascessero.

Chi interpreta Richard Williams in “Una famiglia vincente”?

Richard Williams è interpretato da Will Smith, che ha anche prodotto il film insieme a Venus e Serena Williams.

“Una famiglia vincente – King Richard” è basato su una storia vera?

Sì, il film narra la vera storia di Richard Williams e del suo piano per rendere le figlie campionesse di tennis.

Michele Finardi
Planner di salotti cinefili pop fin dalla tenera età, vorrei disperatamente vivere in un film ma non riesco a scegliere quale!

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