Il 3 settembre 2021 Amazon Prime Video ha lanciato il live action di Cenerentola.
Certo che Camila Cabello ne ha fatta di strada dai tempi delle Fifth Armony. Già in quella età dell’oro, tuttavia, la giovanissima cantante dell’Avana aveva dimostrato di avere quel quid in più, confermato per l’ennesima volta nella sua carriera da solista. E come spesso accade nel mercato americano se “funzioni” vieni spalmata un po’ ovunque. Da Britney Spears a Lady Gaga, passando per Christina Aguilera e Beyoncé, tutte le pop star prima o poi fanno un film: e forse quel faccino pulito di Camila e quel timbro da soprano, l’hanno resa perfetta per interpretare la protagonista di una fiaba.
Il riscatto di Cenerentola
Ma c’è di più: Camila è anche latino-americana. E sappiamo bene anche quanto allo show business questo piaccia al momento, perché neanche in modo troppo latente va a stuzzicare l’immaginario del “riscatto latino“, un po’ alla Jenny from the Block.
Cenerentola, del resto, è la storia del riscatto per eccellenza. La figliastra di una donna cattiva riesce a sposare un principe nonostante le angherie della matrigna e delle sorellastre. Cosa resta della Cenerentola Disney nel nuovo film del 2021? La storia è la stessa, ma calata nel contesto di emancipazione femminile attuale.
La fata è un uomo
Non si parla solo di questione femminile, naturalmente. La fata madrina sembra a tutti gli effetti uno stylist gay (Billy Porter). La scelta è simpatica e moderna, forse troppo. Queste caricature che continuano ad essere riproposte sullo schermo non fanno altro che rinvigorire polemiche e stereotipi. Ma non perché ci sia qualcosa di male – e ci mancherebbe pure – ad essere uno stilista gay, ma perché ogni pretesto – su grande e piccolo schermo – è sempre buono ormai per emancipare qualcuno. Lo avevo notato anche in Fear Street, la miniserie di Netflix e nel reboot di Charmed. Troppi temi caldi buttati nel calderone solo per cavalcare l’onda.
Siamo ancora in grado di sognare?
Da un lato vorrei chiedere a sceneggiatori e registi di smetterla di modernizzare tutto, dall’altro mi chiedo se sarei in grado ancora di guardare Biancaneve con gli stessi occhi ingenui di qualche anno fa, o se quel modello di sogno è ormai superato, e anche le favole quindi devono adattarsi al presente. Con tutti questi adattamenti, però, si rischia di guardare anche una favola come se fosse la quotidianità. E se da un certo punto di vista questo la rende più facilmente raggiungibile, da un altro le fa perdere quell’aura di sogno che non necessita per forza appigli con la realtà per espletare il suo ruolo catartico.
La trama rivista per le donne di domani
Ella vuole diventare una sarta famosa e passa le sue giornate a cucire vestiti, accompagnata solo dai suoi amici topini. Andrà al famigerato ballo del principe solo per trovare degli acquirenti e riuscire a realizzare il suo sogno. Si troverà scissa, come spesso accade alla donna moderna, tra amore per il principe e carriera. Anche la lotta con la matrigna diventerà un pretesto per far emergere gli stereotipi della società: una donna non può farcela da sola, deve trovare marito. E la matrigna stessa è stata vittima di questa ingiustizia. Cosa sceglierà Ella alla fine? Se stessa. Un concetto stressato anche dalla Cabello nel video di Havana, minuto 5.08. Che farà il principe? Naturalmente quello che si aspetta da lui una donna di oggi. Da questo punto di vista il modello per le bambine è favoloso, devo ammetterlo. La Cenerentola della Disney non mi aveva insegnato niente in confronto, tranne ovviamente che i sogni son desideri. La Cenerentola 2021 vuole realizzarli tutti, altro che chiuderli in fondo al cuor!
La colonna sonora e il cast canterino
Con Cabello alla guida di questo film, che non è della Disney ma della Columbia, i riflettori sono accesi sulle canzoni. Anche troppo, specialmente perché molte sono cover di canzoni famose. Il picco del disagio l’ho raggiunto quando Cenerentola e il principe hanno duettato su Perfect di Ed Sheeran. Le cover hanno arrangiamenti piacevoli e ovviamente sono cantate divinamente, ma sono troppe. Si canta tanto e Camila muove la bocca gorgheggiando come una cantante quando dovrebbe interpretare una sarta. Tutto sommato comunque, la prova di recitazione non è delle peggiori. La Cabello è molto semplice e simpatica rispetto all’anonimo principe interpretato da Nicholas Galitzine. Affianco a lei, nei panni della matrigna c’è un’altra cantante incredibile: Idina Menzel, la voce di Elsa di Frozen. Dulcis in fundo, il re è interpretato da Pierce Brosnan: e canta pure lui. Una nota di apprezzamento va al singolo “Milione to one”, il manifesto di emancipazione di Ella che ha tutte le doti della hit.
Alessia Pizzi