Maria Maddalena: da prostituta leggendaria a pudica suoretta

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Rooney Mara, con la sua eterea bellezza e la sua arte dei gesti, porta sul grande schermo una Maria Maddalena pacata ma decisa. I suoi sguardi sono dominanti nel film Garth Davis, ma non si può dire lo stesso del suo personaggio.

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Maria Maddalena è il titolo della pellicola, ma la donna non è che l’ombra di Gesù. L’anima di questa vittima come tante di una famiglia patriarcale (che la sottopone persino a un esorcismo) non viene minimamente sondata. Afferma Maria “Se c’è un demone in me è sempre stato lì”. Eppure non si passa al crivello il malessere di un personaggio che sfugge al matrimonio imposto per seguire la sua strada e che nel corso dei secoli è stato vittima dei soliti pregiudizi sulle personalità femminili emergenti.

Prostitute furono Saffo, Ipazia, Cleopatra, solo per fare dei nomi celebri. Ma anche le minori, come Aspasia o Nosside, ricevettero lo stesso epiteto per aver oltrepassato il confine della sfera privata con piede impudente.

Nel caso di Maria di Magdala, che sicuramente non fu una prostituta, certa critica femminista ha affermato che l’identificazione con questo ruolo fosse espediente necessario alla mentalità androcentrica per svilire il ruolo della donna come Testimone del Risorto. Maria è nota infatti nei Vangeli soprattutto per la sua presenza presso il sepolcro, evidenziata in particolar modo da Giovanni, che la vede come diretta interlocutrice del figlio di Dio. E la missione dell’Apostola tra gli Apostoli non viene presa di buon grado neppure dai “colleghi”, che nel film esprimono sin dall’inizio la reticenza di avere una donna nel team. La Preoccupazione? Quella di essere giudicati, ovviamente, da un mondo dove le donne erano di proprietà degli uomini. Ma forse subentra anche un po’ di invidia, alla fine, per questo rapporto privilegiato col messia, dipinto nella pellicola con sfumature piacevolmente umane ma un po’ freddine.

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Il ruolo delle donne nella società coeva, d’altra parte, viene illustrato con eloquenza nella scena in cui le seguaci chiedono a Gesù a chi devono obbedire, se a Dio o ai loro mariti.

Siamo donne – afferma una di loro – la nostra vita non ci appartiene. In quel momento Gesù chiede loro di seguire lo spirito, di allontanarsi da chi le comanda e di perdonare chi le perseguita. E questo fa Maria Maddalena, quando capisce che gli apostoli non stanno accettando la sua missione. Non starò in silenzio, risponde a Pietro, attuando la lezione di Gesù. Negli occhi dell’attrice traspare un amore che va oltre quello sentimentale. È l’empatia totalizzante di chi vuole portare avanti il messaggio del primo uomo che l’ha guardata come un essere umano, non giudicandola per il suo genere. Molti studiosi si sono soffermati su questo aspetto, sottolineando come le parole di Gesù non andassero contro il patriarcato, ma smorzassero comunque quella dimensione statica e chiusa in cui le donne venivano recluse. Per questo molte aristocratiche, come anche la stessa Maria Maddalena, e non solo le povere donne ai margini, abbandonarono le loro famiglie per seguire Gesù e supportarlo con i loro beni.

I buoni propositi per realizzare un bel film, come potete vedere, c’erano tutti. Ma con quale scopo?

La figura di Maria Maddalena è stata già rivalutata dalla chiesa. Papa Francesco ha anche istituito la sua festa nel 2016. Si poteva quindi creare un film che distruggesse per sempre lo stereotipo della donna coi capelli sciolti che ungeva i piedi di Gesù, e invece alla fine il film uccide la femminilità di una Maria Maddalena palesemente innamorata di Gesù (tanto da essere beccata anche da mamma Maria). Gesù la battezza, la accarezza, la stima e la accoglie. Rooney Mara fa trasparire un desiderio trattenuto a stento in questi momenti di – passatemi il termine – intimità.

Maria Maddalena ha amato davvero Gesù? Certamente non ci sono fonti storiche che testimoniano una relazione sessuale tra i due.

Quello che mi chiedo è, cosa ci sarebbe stato di male a proporre un avvicinamento fisico? Il film trasuda una sensualità frustrata davvero poco coraggiosa. Questa donna disubbidisce alla società per seguire quello in cui crede, ma alla fine non è una vera disubbidiente. Rendendo Maria Maddalena una pudica suoretta non si fa che avvalorare quella tesi secondo cui il fascino femminile è pericoloso, o comunque lontano dall’intelligenza. Non poteva essere questa bellissima Rooney – Maria, anche femminile, oltre che decisa e acuta? E non poteva Gesù esserne attratto in quanto uomo? Le carezze da friendzone e il pudore tipico delle donne per bene hanno banalizzato, a mio avviso, la forza femminile, che per fortuna sa essere ricca di tutte tonalità possibili e immaginabili senza perdere comunque la credibilità. O forse no?

Alessia Pizzi

 

Un ringraziamento speciale a Emma Fenu, esperta della figura di Maria Maddalena.

Alessia Pizzi
Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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