The Big Lebowski Art Collection: un omaggio al grande film del 1998

The Big Lebowski Art Collection

Il progetto della neonata casa editrice Edizioni del Frisco, dedicato al film The Big Lebowski, è basato sulla disponibilità degli artisti a partecipare a un atto d’amore.

Un film, quello dei fratelli Coen, che è diventato leggenda, e che ha spinto ben 67 artisti da 20 Stati del mondo a omaggiarlo. Come racconta Francesco Ciaponi di Edizioni del Frisco, “la storia di questo libro è una storia fantastica, quasi leggendaria, e racconta di un progetto nato piccolo piccolo e diventato grande grande”.

L’intervista

Ma partiamo dall’inizio, con una domanda fondamentale rivolta a Francesco: come hai deciso di aprire una tua casa editrice, qual è la tua storia? Perché una decisione così controcorrente, in un periodo in cui l’editoria – ci dicono – è ormai morta?

La decisione di aprire una casa editrice nasce chiaramente da lontano, da quando per la precisione avevo circa 18 anni e ho iniziato ad interessarmi al mondo dell’editoria e della stampa. Mi sono laureato poi con una tesi sulla stampa underground italiana degli anni sessanta e settanta, che tra qualche mese pubblicherò in una seconda edizione riveduta e dal design, diciamo così, originale.

Da sempre quindi mi occupo di questi temi e il passo verso la scommessa in prima persona è stato quasi naturale, anche se ci è voluto del tempo per trovare il coraggio, visto che la giusta dose di follia mi ha sempre accompagnato.

Adesso siamo qui, la casa editrice sta lavorando a pochi libri ma sempre di qualità, provando a essere un po’ fuori dalle righe, ci proviamo insomma…

Davvero hai visto The Big Lebowski per tre volte di fila? Cosa c’è di così speciale in questo film? Spiegalo a tutti i giovani che ancora non l’hanno visto!

Intanto devo dire a chi non lo ha mai visto che li invidio, e non poco perché ancora hanno da scoprire e quella è la condizione che reputo la migliore, quella che di poco precede la sorpresa è proprio il migliore degli attimi che riesco ad immaginare.

L’essere speciale è nel DNA del film, non nella crosta. Non sono le interpretazioni, non è la storia, non è cioè la tecnica cinematografica. Per quanto mi riguarda l’aspetto che (sì, tutto vero) mi ha tenuto al cinema 3 volte consecutive, fu proprio una sensazione… quella cioè che quella pellicola fosse stata fatta per me, solo per me. Poi con il tempo ho scoperto che questo sentimento era condiviso con tanti, tanti altri e quindi significa che forse, dopotutto, quel certo modo di prendere la vita del Drugo, così rilassato e semplice, fa piacere a molte persone e anzi, forse è necessario a molte persone.

Un’adesione spontanea, fluviale

È stato difficile raccogliere così tante adesioni al progetto? Come avete selezionato gli artisti? Come mai proprio una art collection?

Le adesioni al libro sono giunte spontanee, fluviali, continue. In pratica, per farmi capire, il materiale è giunto tutto in un solo mese, aprile 2017 e, anche dopo la scadenza indicata, sono continuate ad arrivare mail e lavori che mi chiedevano di inserire nel volume due.

La selezione non c’è stata, ho deciso su consiglio anche di mia moglie, di inserire tutto quello che sarebbe arrivato. È stata una decisione quasi naturale, più il materiale aumentava e più mi attirava l’idea di mostrare in quanti e quali modi, stili, forme, poteva essere rappresentato un unico soggetto. In questo caso il film Il Grande Lebowski.

Una domanda “scomoda”: qual è l’illustrazione che ti piace di più, o quella che meglio ti rappresenta?

Scomoda davvero, perché è un po’ come chiedere la canzone preferita; ogni giorno, ogni ora ho una canzone preferita ed è sempre differente. Diciamo che quella di Lil Tuffy che ha creato un gigposter per un immaginario concerto degli Autobahn è sia esteticamente pulito come piace a me, sia, e forse soprattutto, ricercato dal punto di vista del soggetto visto che solo chi conosce bene il film sa riconoscere il nome della band e ricondurla ad alcuni personaggi specifici.

Un lavoro che mi ha subito colpito e che avrei voluto realizzare io è quello di Concepciòn Studios, un designer californiano che lavora per i Red Hot Chili Pepper e Lady Gaga e che ha creato una grafica totalmente differente dal resto dei lavori, con un Drugo che cammina in uno sfondo piatto con un elemento geometrico che irrompe sopra di lui. Lo considero originale, elegante e soprattutto molto innovativo. Diciamo che non è rimasto intrappolato dall’immagine del Drugo e, anzi, lo ha declinato secondo il suo stile. Bello.

Cosa ci aspetta in futuro?

Puoi darci qualche anticipazione succosa sulle prossime pubblicazioni della tua casa editrice?

Con le Edizioni del Frisco sto lavorando a 2 progetti.

La seconda edizione del mio libro “Underground: ascesa e declino di un’altra editoria” in cui racconto la storia della stampa underground italiana dal 1966 al 1977. Una sorta di viaggio fra personaggi, proteste, musica, illustrazione e, chiaramente, prodotti editoriali di cui la maggior parte delle persone non sa niente ma che, ogni qual volta li ho mostrati, hanno fatto sgranare gli occhi per bellezza, innovazione e originalità.

L’altro progetto riguarda la biografia di un famoso attore americano, che tutti amano e che da poco ha compiuto 80 anni. Sarà un piccolo libro in cui diversi illustratori accompagneranno le fasi della sua vita che, a mio avviso, riesce ad essere ancora più interessante della sua eccezionale carriera.

Dal punto di vista digitale, sto lavorando ad un progetto con cui promuovere i prodotti editoriali indipendenti: magazine, libri, fumetti e simili per cui, se qualcuno ama questo mondo e ha materiale da promuovere, ci scriva, stiamo proprio pensando a voi!

Valeria Martalò

Valeria Martalò
Classe 1989, laureata in Filologia Classica, originaria di Bari, vive dal 2017 a Milano, dove lavora nel mondo dell'editoria e della comunicazione.

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