Camorra nostra, la S.p.a del crimine. Lo sconvolgente libro di Giorgio Mottola

camorra nostra

Un saggio sconvolgente che analizza la storia della Camorra inserendole nel più un ampio quadro dell’evoluzione delle organizzazioni criminali italiane.

Nel 1995 l’Eurispes, stimava che il fatturato complessivo prodotto dalle mafie, quindi non solo Cosa Nostra, fosse di 50 miliardi di euro. Nel 2010, a distanza dunque di quindici anni, lo stesso ente certificava un notevole aumento di questa cifra che toccava i 100 miliardi, valore che oggi viene apprezzato superiore ai 200 miliardi di euro. In sostanza in poco più di venti anni la criminalità ha visto sempre e solo crescere i propri ricavi, in netta controtendenza rispetto all’andamento dell’economia mondiale.

Le mafie, dunque, in questi anni non hanno conosciuto il significato della parola crisi che, invece, ha devastato interi settori economici, specie a partire dal 2008. Esse, al contrario, si sono espanse, hanno abbondantemente varcato i confini storici e naturali, occupando spazi fino allora impensabili, rovesciando cliché e stereotipi duri a morire.

Oggi declinare il termine mafia al plurale non solo è corretto ma indispensabile se si vuole cercare di capire un fenomeno criminogeno che non ha nulla da spartire con quello di qualche decennio fa, così come è del tutto anacronistico confinare le diverse “mafie” negli alvei geografici originari. Infatti, queste organizzazioni criminali non hanno più confini, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo, sono vere e proprie attività industriali, fabbriche che producono ovunque ricchezza e creano potere e legami indissolubili.

Fra queste mafie c’è senza dubbio la Camorra, l’organizzazione criminale tradizionalmente legata al territorio di Napoli e della Campania, una realtà ancora oggi poco conosciuta, nonostante in lavori di Saviano e la fortunata fiction “Gomorra” e che, invece, meriterebbe un’approfondita analisi.

A porre rimedio a questo vuoto ci pensa Giorgio Mottola, giornalista che collabora con Report dal 2012, con la prestigiosa BBC, per la quale è stato consulente per una serie di due documentari proprio sulla criminalità organizzata e che in precedenza ha lavorato per Il Fatto Quotidiano, Rainews.

camorra nostra

Camorra nostra, edito da Sperling & Kupfer, come riportato nel sottotitolo, ricostruisce, con una narrazione degna dei migliori reportage giornalistici, la nascita di una s.p.a del crimine, attraverso le verità raccontate dal pentito Franco Di Carlo che offre materiale per pagine fondamentali non solo della storia della Camorra e di raccordo con la Mafia e più in generale con le mafie, perché distinguere le diverse realtà è un procedimento inutile oltreché sbagliato, ma anche, purtroppo per il nostro paese, una storia, di fatto, mai raccontata fino ad ora.

Poco più di duecento pagine che hanno il merito di squarciare il velo intriso di ipocrisia che ha ricoperto in questi anni le vicende delle organizzazioni criminali italiane, mettendo apoditticamente in risalto i profondi legami fra Cosa Nostra e Camorra. Un libro che tratteggia in modo ineluttabile la storia delle “nostre mafie” attraverso una lettura declinata al plurale ma che potrebbe essere benissimo raccontata al singolare, seppur a più voci.

Un saggio che si legge come un romanzo ma che, purtroppo, romanzo non è perché in ogni pagina è raccontata soltanto la verità di orrendi crimini, di lotte intestine, di piani raffinati, di una lenta, spietata ed inarrestabile espansione. Rileggeremo pagine fondamentali, il ruolo di Raffaele Cutulo ma anche quello di altre nomi celebri del crimine organizzato; ricollocheremo nel giusto alveo fatti in parte rimossi ma centrali nella storia del crimine e del nostro affannato paese, basti solamente al terremoto dell’Irpinia nel 1980, l’età dell’oro per le nostre mafie.

«Il terremoto fu una benedizione per tanti. I flussi di soldi verso la Campania divenne presto un’emorragia inarrestabile. L’area del cratere si allargò a dismisura, lo stato ricostruì o costruì ex novo laddove non c’era stato alcun danno.» 

Non solo la triste pagina del sisma ma anche le oscure intromissioni camorristiche, ben accette in verità, in determinate vicende della nostra politica nazionale, come nel celeberrimo caso del rapimento dell’Assessore regionale all’urbanistica, il democristiano Ciro Cirillo, da parte delle Br.

In quell’occasione, infatti, la strategia della fermezza, inaugurata anni prima con il sequestro Moro, improvvisamente cadde nel dimenticatoio, lascando, invece, ampio spazio ad ogni forma di trattativa, anche non proprio legittima, in primis quella dell’allora potentissimo capo della Camorra Raffaele Cutolo, per il quale Cirillo meritava di morire ma che per interessi generali comuni, specie nel fondamentale settore dell’edilizia, era preferibile che continuasse a vivere, per questo fece sapere alle Brigate rosse, attraverso i suoi canali, gli stessi che gli furono bloccati ai tempi di Moro, quanto fosse utile addivenire a un compromesso, «ad una soluzione vantaggiosa per tutti.» .

Un libro che ci porta dentro il terribile intreccio della Camorra, le sue impercettibili filiazioni, i legami con l’economia legale, la centralità di Napoli, sempre più capitale delle Mafie. Ci addentreremo fra nomi di famiglia camorristiche divenute celebri come quelle dei Nuvoletta, dei Bidognetti o degli Schiavoni. Comprenderemo i rapporti di forza fra i vari clan che dominano la scena campana, le scelte di campo, la definitiva rinuncia a certi modelli camorristici e in generali malavitosi del tutto superati ma anche le strategie giudiziarie, spesso purtroppo inefficaci, anche per colpa di assurdi trasferimenti di magistrati e cronica mancanza di uomini e mezzi, per contrastare un fenomeno in costante e preoccupante ascesa, una mafia mediaticamente meno famosa della collega siciliana perché la Camorra da sempre fa meno rumore, uccide meno innocenti ma si muove, forse, in modo molto più devastante.

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Un indispensabile strumento per capire che il fenomeno mafioso è solo uno e uno soltanto, che parcellizzarlo, balcanizzarlo, come è stato spesso fatto fino a poco tempo fa da studiosi, analisti ma anche, purtroppo, inquirenti, è inutile ed estremamente pericoloso, equivarrebbe, in un certo senso, a cercare di comprendere l’economia attuale, totalmente globalizzata, con strumenti e categorie afferenti a interpretazioni classiche e ormai del tutto superate. E le mafie, come questo libro ci ha più volte indicato, sono entità innanzitutto economiche prima che territoriali. In tal senso decisamente esaurienti, nella loro icastica chiarezza, sono le parole pronunciate da Carmine Schiavone ai magistrati, nel corso di un audizione durante uno degli infiniti processi ai quali è stato sottoposto, che puntualizzano il definitivo salto culturale e strutturale compito dalla Camorra sul finire degli anni Novanta:

«Capimmo che era necessario industrializzare le nostre attività, secondo quanto avevano già fatto i Nuvoletta. Ciò che era necessario per avere continua disponibilità di capitali, per programmare le attività future dell’organizzazione, e per non fare la fine dei cutoliani che non avevano più soldi per pagare le quote dei loro affiliati.»  

I soldi, dunque, vero e unico scopo dell’azione delle organizzazioni criminali perché solo attraverso fiumi di denaro si possono immaginare scenari futuro di maggiore potere, di costante crescita, da qui la necessità di questo libro che comunque analizza il complesso mondo mafioso come fosse una S.p.a ma del crimine.

Al bando, dunque, analisi folcloristiche che purtroppo ancora abbondano e largo a visioni d’insieme moderne e dettagliate, come quella offerta da Mottola, su un fenomeno universale e in costante e drammatica crescita, che è profondamente mutato come il mondo in cui si muove e dal quale trae sostentamento. Contrastare adeguatamente la Camorra e le mafie in generale significa, come chiosa perfettamente Mottola, anche salvaguardare «la cultura democratica e la possibilità di cambiamento di un intero paese.»   

Maurizio Carvigno

Maurizio Carvigno
Nato l'8 aprile del 1974 a Roma, ha conseguito la maturità classica nel 1992 e la laurea in Lettere Moderne nel 1998 presso l'Università "La Sapienza" di Roma con 110 e lode. Ha collaborato con alcuni giornali locali e siti. Collabora con il sito www.passaggilenti.com

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