Macbeth: siamo tutti prigionieri di Joel Coen

macbeth

Per il primo lungometraggio senza l’ausilio del fratello Ethan, che ha deciso di allontanarsi per un periodo indefinito dal mondo del cinema, Joel Coen si cimenta nella trasposizione cinematografica di una delle più celebri opere di Shakespeare: Macbeth. Si tratta del tredicesimo adattamento per il grande schermo della celebre tragedia del drammaturgo inglese, che aveva già stregato autori immortali come Orson Welles (Macbeth, 1948), Akira Kurosawa (Trono di Sangue, 1957) e Roman Polanski (Macbbeth, 1971), e che dista di soli sei anni dal discusso film diretto da Justin Kurzel, con protagonisti Micheal Fassbender e Marion Cotillard.

Nonostante l’elevato numero di lungometraggi tratti dalla celebre opera del Bardo, questo “The Tragedy of Macbeth” firmato Coen, prodotto per A24 e disponibile su AppleTv+ dal 14 gennaio 2022, risulta totalmente atipico e coraggioso, nonché differente da ogni altra trasposizione, capace di fondere il teatro, l’espressionismo tedesco e la contemporaneità in un unico prodotto audiovisivo di straordinaria potenza.

Il potere corrompe ogni cosa

La tragedia è ben nota. Macbeth (Denzel Washington) è un valoroso guerriero al servizio di Re Duncan di Scozia che, di rientro dal campo di battaglia, verrà avvicinato da tre streghe le quali prediranno dapprima la sua nomina a Barone di Cawdor e successivamente la sua ascesa al trono. Inizialmente interdetto e dubbioso, a seguito della prima promozione annunciata dalle tre sorelle fatali, il nobile si convince del futuro di gloria che l’attende e va su tutte le furie alla proclamazione di Malcolm (Harry Melling), come Principe di Cumberland.
Dopo aver raccontato alla sua Lady (Frances McDormand) l’intera faccenda, Macbeth viene convinto da quest’ultima a togliere di mezzo chiunque si frapponga fra lui e il titolo di Re di Scozia, commettendo in prima persona una serie di omicidi che lo porteranno inevitabilmente a perdere la sua identità.

Perché un Macbeth così non si era mai visto

Contrariamente a quanto ci si possa aspettare, associando a una prima occhiata il nome dei Coen con la tragedia shakespeariana, il Macbeth aderisce perfettamente alla poetica dei due fratelli del cinema statunitensi. Le loro narrazioni infatti, sono costellate di protagonisti sventurati che, nel tentativo di migliorare la propria situazione, rimangono invischiati in giochi più grandi di loro.

Per questo nuovo adattamento, Joel decide di accentuare l’iniziale lontananza dalla bramosia, dalla ricerca di potere del protagonista, affidando il ruolo di Macbeth al 67enne Denzel Washington, che regala l’ennesima grande interpretazione della sua carriera. Fin dalle prime battute possiamo notare come il suo sia un Macbeth stanco ma felice, che ripudia la violenza gratuita, rifiutandosi di guardare l’esecuzione dell’ex Signore di Cawdor. Ben presto però, sarà la sua Lady, interpretata dalla moglie del regista Frances McDormand, a condurlo sulla via del tradimento. I due vanno così a comporre di fatto una coppia mista in là con l’età che, privi di un erede, verrà divorati da un arrivismo egocentrico che non ha futuro. Un’immagine potentissima.

Prima dell’incontro del protagonista con le tre streghe, ci è lasciato intuire che i nobili Macbeth non nutrivano alcun desiderio di sedere sul trono di Scozia e, probabilmente, senza quella tragica previsione, avrebbero continuato a vivere le loro già appaganti vite. Non è dunque un caso che l’autore abbia optato per questo spiazzante cast, andando così a parlare della contemporaneità, dove le generazioni più avanti con gli anni continuano a essere morbosamente avvinghiate a ogni briciolo di potere nelle loro mani, soggiogando e annientando le speranze per un futuro migliore di chi ha da venire. Senza contare che, per il ruolo del futuro tiranno, si è scelto un attore afroamericano, rappresentante dunque di una minoranza che nella storia non ha quasi mai ricoperto ruoli di potere. Si tratta dell’ennesima audace e coraggiosa scelta di Coen, rivelatasi vincente.

Un’opprimente messa in scena che non lascia scampo

La teatralità dell’opera originale viene brillantemente mantenuta e trasportata sul grande schermo dal regista che decide di unire la solennità dei dialoghi a un impianto scenografico per lo più spoglio e asettico, rimandando inevitabilmente all’aridità dell’animo umano, smarrito nel suo personale desiderio di arrivismo.

La scelta del bianco e nero si rivela perfetta, creando un gioco di luci e ombre capace di enfatizzare il progressivo smarrimento della coppia Macbeth, divenuta grande con il sangue e il tradimento, ma che resterà schiacciata dal peso delle tremende azioni commesse.

Gli spazi esterni, caratterizzati da un’opprimente nebbia, non permettono di ammirare alcun orizzonte. Non c’è speranza, non c’è nessun campo lungo che possa donare sollievo. Se non è la nebbia, sarà la notte buia a inghiottire ogni cosa. Non c’è via di fuga per le parti in causa: abitanti di un castello dalle stanze sempre più strette, capaci di intravedere la luce soltanto attraverso gli onnipresenti colonnati che, simili a sbarre, rinchiudono i nostri protagonisti. Prigionieri di un fato che si sono auto-inflitti, vittime di un destino che gli è stato suggerito e di una ricerca del potere che nemmeno sapevano di desiderare. La ratio in 4:3 squadrata, disegna dunque i bordi di quella che è una vera e propria gabbia visiva ed emozionale, dove un senso di oppressione crescente verrà chiaramente percepito dallo spettatore.

La tragedia era nota, così come la sua morale, ma Joel Coen è riuscito ad allontanarsi da tutti i precedenti adattamenti portando il suo personalissimo grigio e stanco Macbeth. Composta da quadri tanto perfetti quanto inquietanti (su tutti, è impossibile non citare l’impressionante gioco di contorsioni di Kathryn Hunter), The Tragedy of Macbeth è una vera e propria prigione dove però, al termine della visione, si ha la disperata voglia di ritornare, per interrogarsi nuovamente su quanto sia oscuro e facilmente corruttibile l’animo umano. È questo l’effetto di una delle più appaganti esperienze cinematografiche degli ultimi anni.

Michele Finardi

Dove si può vedere “Macbeth” con Denzel Washington?

Macbeth è disponibile in abbonamento AppleTv+ dal 14 gennaio 2022.

Quanti anni ha Denzel Washington?

Denzel Washington ha 67 anni!

IL VOTO DEL PUSHER
Regia
Sceneggiatura
Interpretazioni
Area tecnica (trucco, costumi, luci, effetti speciali)
Michele Finardi
Planner di salotti cinefili pop fin dalla tenera età, vorrei disperatamente vivere in un film ma non riesco a scegliere quale!
macbeth-joel-coen-recensioneL'adattamento dell'immortale opera teatrale di Shakespeare di Joel Coen è atipica e audace. Straordinariamente studiata, ogni scelta risulta corretta e funzionale affinché lo spettatore possa percepire il medesimo senso di crescente oppressione che progressivamente distrugge i protagonisti, interpretati magnificamente da Denzel Washington e Frances McDormand. Un titolo imperdibile.

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui