Era il 2016 quando abbiamo visto Benedict Cumberbatch vestire per la prima volta i panni di Doctor Strange. Già si sapeva che ci sarebbe stato un secondo film con lui protagonista, ma era difficile immaginarne la storia, almeno per chi non è così dentro il mondo fumettistico Marvel.
In questi 7 anni l’universo narrativo di questa grande saga si è espanso sempre di più. Le storie sono diventate più articolate, dialogano tra di loro in maniera complessa e continuativa. Il Doctor Strange è entrato in azione più e più volte per sistemare la situazione, diventando anche un Avenger. Tuttavia, serviva un altro film incentrato su di lui. Il suo personaggio è, a mio avviso, una delle personalità più interessanti del mondo Marvel per quanto l’uomo egocentrico, ambizioso ed emotivamente distaccato sia da sempre presente nelle storie (e nella vita). Perché, alla fine, i crossover sono interessanti e belli da vedere, ma la caratterizzazione e l’approfondimento psicologico di un personaggio si può avere solo in un film a lui/lei interamente dedicato.
Doctor Strange nel Multiverso della follia era il film di cui avevamo bisogno e c’è da dire che le scelte registiche di Sam Raimi hanno ricompensato in pieno l’attesa.
La trama
Dopo aver aiutato Peter Parker a chiudere lo squarcio dimensionale apertosi a seguito di un incantesimo andato male in Spider-Man No Way Home, Strange deve affrontare una situazione molto più drammatica: il matrimonio di Christine e la domanda di lei: “Sei felice?”. A distogliere l’attenzione dello stregone dai suoi sentimenti sarà l’arrivo improvviso da un altro universo di una ragazza, America Chavez, inseguita da un mostro dimensionale. La giovane ha il potere di viaggiare nel Multiverso, ma non riesce a controllarlo. C’è qualcuno che potrebbe e se ne vuole impossessare per soddisfare i propri desideri: si tratta di Scarlet Witch, ovvero Wanda. La donna non si rassegna al dolore per la perdita dei due figli e vuole sostituirsi alla Lei di un qualsiasi universo in cui i due bambini esistono davvero.
Mentre cerca di fermare Wanda, Strange si ritroverà ad affrontare un nemico anche più insidioso: versioni alternative di se stesso.
“Cosa sarebbe successo se…”?
È una domanda che ci si pone almeno una volta nella vita. “Cosa sarebbe successo se…”. È strano pensare a dove si potrebbe essere se qualcosa fosse andato diversamente per volontà propria o per quella del caso. Ci sono alcuni videogiochi che si costruiscono sulla base delle scelte effettuate dal/la gamer e che portano a riflettere su quanto sia importante prendere una decisione.
La stessa cosa avviene quando si costruisce l’arco narrativo dei personaggi di un film (o di un libro). Gli sceneggiatori e le sceneggiatrici compiono delle scelte e spingono le loro storie verso una direzione che, inevitabilmente, ne esclude delle altre. È difficile tornare indietro e cambiare qualcosa perché chi guarda coglierebbe subito l’incoerenza della storia. Il Multiverso permette di esplorare tante altre strade per gli eroi e le eroine che conosciamo senza far perdere di credibilità alla narrazione. Lo abbiamo già visto in Loki e ancora meglio con la serie animata What if… uscita su Disney+ nel 2021. La narrazione si arricchisce e diventa potenzialmente inesauribile e infinita.
Il peggior nemico da affrontare è sempre il proprio Sé
Proprio in una delle puntate di What if… ci siamo trovati davanti a una verisone del Doctor Strange succube del potere accumulato. La ragione che porta l’uomo tra le braccia del male è il dolore per la morte di Christine e il desiderio di sistemare le cose riportandola in vita, infrangendo l’equilibro dell’universo. È la stessa intenzione di Scarlet Witch in questo film. Ed è sicuramente una motivazione con cui chiunque potrebbe empatizzare. Un dolore così grande non conosce consolazione e non risponde alla razionalità. Come potrebbe? Alle volta è davvero necessario toccare il fondo per poter lasciar andare le proprie emozioni.
Le versioni che incontriamo o che ci raccontano di Doctor Strange sono state tutte corrotte dal potere. Ogni volta è per una buona ragione, ma sono tutte varianti che hanno ceduto alla paura, alla rabbia o al proprio senso di superiorità. Tuttavia, si riveleranno fondamentali per aiutare il “nostro” Doctor Strange a capirsi. Le loro esperienze di fallimento sono essenziali per permettere a Strange di agire diversamente. Rinuncerà ad avere il coltello dalla parte del manico e lascerà che siano le persone intorno a lui a sistemare la situazione. Affidandosi ad America, incoraggiandola a fidarsi dei suoi poteri, Strange riesce a creare una relazione in cui lui non è l’unico agente. Affrontando se stesso, riuscirà ad ammettere le sue debolezze affettive acquistando nuove consapevolezze e prendendo coraggio.
Rispondere con onestà alla domanda “Sei felice?” non è semplice, soprattutto se la risposta è “No”. Ma solo quando lo si riesce a fare, si ha la possibilità di andare avanti.
La dichiarazione d’amore di Steve a Christine è destinata a sostituire quella celeberrima della figlia di Iron Man in Avengers: Endgame tra i fan Marvel e non solo.
Ti amo in ogni universo.
Doctor Strange
Wanda: un percorso di redenzione fallito o incompleto?
Se il percorso di Doctor Strange è perfettamente credibile e interessante, quello di Wanda lascia leggermente increduli. Dopo quanto successo al personaggio in WandaVision è un po’ difficile abituarsi alla donna spietata che vediamo sullo schermo. È abbastanza doloroso vederla massacrare in maniera brutale chiunque le si ponga davanti.
Era davvero necessario renderla la villan del film?
È coerente con la narrazione dei fumetti e si sa che una delle fasi del dolore è caratterizzata da rifiuto della situazione. Tuttavia, è una scelta che potrebbe sembrare forzata e non piacere alle persone.
Il più horror dei film Marvel
Dicevamo che lo stile dei film Marvel è cambiato nel tempo. Da semplici lungometraggi d’azione, ogni pellicola ha cercato un suo stile che si adattasse alla storia raccontata. Merito di registi e registe in gamba come Sam Raimi, Chloé Zhao, James Gunn e Taika Waititi che hanno utilizzato il linguaggio di diversi generi cinematografiche per i film da loro diretti. Se Thor: Ragnarok ha i toni della commedia, Eternals spicca su tutte le pellicole Marvel per la sua epicità. Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli è ricco di citazioni al mondo cinematografico orientale e ricco di elementi che richiamano il fantasy.
Non poteva mancare la tonalità horror ed è qui che inquadriamo Doctor Strange nel Multiverso della Follia, che risulta essere un’opera di Sam Raimi perfettamente riconoscibile. Seppur il regista non sia avvezzo a un utilizzo così massiccio della computer grafica, i rimandi alla sua immortale filmografia e alla sua poetica sono evidenti. Anche lo spettatore più superficiale avrà un sentore di dejà vu quando Gargantos, nel primo scontro new yorkese all’inseguimento di America, scalerà i grattaceli cittadini in maniera similare a quanto abbiamo visto in Spider-Man 2 con il Dottor Octpus. Non a caso, Raimi punta la camera alle medesime angolazioni, autocitando il suo capolavoro super-eroistico per eccellenza.I rimandi visivi non finiscono certo qui, tra terzi occhi che appaiono, la scia di sangue che Wanda lascia dietro di sé e la goliardica comparsata del fedelissimo Bruce Campbell.
Tuttavia, l’intera narrazione di Multiverse of Madness ruota intorno a librii oscuri e possessioni, in pieno stile Raimi. Al posto del libro dei dannati Necronomicon Ex-Mortis della trilogia La casa, in questo capitolo MCU il demoniaco Darkhold si insinua tra le ferite aperte di Scarlet Witch, corrompendone l’animo e offuscandone il giudizio. Lo stesso Strange dovrà affrontare il potere del Libro dei Peccati, resistendo alla sua oscurità e contrattaccando gli spiriti degli Inferi attraverso una vera e propria seduta spiritica che rimanda al terzo incredibile atto del sottovalutato Drag Me To Hell. Tra spettri, libri dannati, possessioni di vivi e morti, siamo di fronte a un’opera dalla forte identità registica che ha portato un differente taglio stilistico all’interno della narrativa cinematografica Marvel. Anche se può sembrare che si sia limitato unicamente a citare e omaggiare i suoi lavori del passato, nell’atto conclusivo Raimi si prende una piccola rivincita, prendendosi gioco del cliché motivazionale iper-buonista che caratterizza la grande maggioranza delle pellicole di stampo super-eroistico. Raimi prende la decomposta versione del suo protagonista, la sbatte in primo piano e dalle sue cadaveriche labbra fa proferire le consuete frasi sulla fiducia e la forza di agire nel giusto, a cui tanto siamo abituati, strappando così l’epicità tanto cara al pubblico e donando una scena irriverente, totalmente sopra le righe.
La storia è costruita bene ma non brilla particolarmente, soprattutto dopo le ultime uscite. Tuttavia, ci sono diversi elementi che rendono questo film imperdibile. La visione di alcune realtà del Multiverso, ad esempio, con i personaggi che le animano (alcune rappresentano dei veri e propri camei). Ma, a rendere speciale questo film sono le scelte registiche di Raimi e le interpretazioni impeccabili di Cumberbatch e di Elizabeth Olsen. Tuttavia, non lasciatevi trarre in inganno. Sebbene la narrazione si sposti tra diversi universi c’è un nuovo concetto che è stato introdotto e rimarcato più volte: l’incursione. Si tratta del procedimento inarrestabile che porta due universi a fondersi l’uno con l’altro, con la possibilità che uno dei due venga completamente annientato. Questi fenomeni vengono generati da sconvolgimenti multiversali e, guarda caso, il nostro amorevole Doctor Strange del Multiverso ha appena dato il via al prossimo cataclisma che potrebbe annientare non solo la Terra ma l’intero MCU come lo conosciamo!
Doctor Strange 3
Alla fine del film ci viene promesso “Doctor Strange will return”. Tornerà. Non sappiamo ancora, però, quando sarà o come. Chissà se ci saranno altri film dedicati a questo personaggio (la scena dopo i titoli di coda lo farebbe pensare) o se il suo ritorno sarà legato ad altri personaggi come è già capitato.
Di certo il nostro eroe è cresciuto e sembra essere pronto ad affrontare l’esistenza in maniera più consapevole e coraggiosa. Vedremo che cosa gli riserverà il futuro.
Intanto, se avete bisogno di un ripasso per quanto riguarda tutti i film Marvel, date un’occhiata alla nostra infografica.
Federica Crisci e Michele Finardi