Qualcosa è cambiato: imperdibile storia sulla bellezza di riscoprirsi vivi

Qualcosa è cambiato

Titolo originale: As Good As It Gets
Regia: James L. Brooks
 Cast: Jack Nicholson, Helen Hunt, Greg Kinnear, Cuba Gooding Jr., Harold Ramis
Genere: Commedia, sentimentale
Minuti: 139 minuti
Paese: USA
Anno: 1997
Data di uscita: 30 gennaio 1998

TRAMA: Melvin Udall è un famoso scrittore di romanzi rosa che vive a New York. Soffre di disturbo ossessivo-compulsivo, ha un pessimo carattere ed è  un misantropo razzista che non ama molto neri, gay, ebrei, vecchiette e cani. Ironia della sorte ha per vicino di casa un pittore gay che possiede un cagnolino. Frequenta quotidianamente un locale ma solo per farsi servire il pranzo dalla cameriera Carol, che sembra essere l’unica a sopportarlo.

Qualcosa è cambiato: tra i 500 film più belli di tutti i tempi secondo Empire.

Al 140esimo posto della classifica Empire, Qualcosa è cambiato porta una ventata di aria fresca nel genere sentimentale. Non una storia semplice e lineare, con un prima e un dopo, qualche piccolo dramma e poi tutti vissero felici e contenti. Il percorso seguito dal regista è molto più complesso e psicologico. Partendo da una realtà non remota: omofobia, razzismo, disagio sociale, dolore e malattia, le romanza quel tanto che basta per coinvolgere emotivamente lo spettatore tra momenti esilaranti e altri più intensi e profondi.

Un cult  degli anni ’90, di quelli che tieni in videoteca e che guardi ogni tanto, scoprendo, visione dopo visione, dettagli nuovi. Film come questi, pur nella loro “staticità”, racchiudono un dinamismo che muta da spettatore a spettatore.

Una delle caratteristiche che hanno contribuito a renderlo senza tempo è sicuramente la sceneggiatura. Scritta in maniera raffinata e delicata, è costruita in maniera tale che la trama possa reggere, senza appesantire, temi forti come l’omofobia e il razzismo senza mai svilirli, né ponendoli sotto i riflettori più del necessario.

Siamo nel ’97 l’anno in cui il Titanic di Cameron affondò nell’oceano e sfondò le porte del cinema posizionandosi, per decenni, tra le migliori produzioni, sia in termini di effetti speciali che di box office. Fu l’anno dell’assalto agli Oscar o quasi. I due premi più ambiti  andarono invece a Nicholson e alla Hunt per Qualcosa è cambiato.

Sicuramente Titanic è stato un film inattaccabile: uno dei migliori di tutti i tempi, rientrando a mani basse nella storia della cinematografia hollywoodiana. Siamo nel 2019 e ancora se ne parla. Qualsiasi prodotto filmico distribuito in quell’anno perdeva in partenza. Eppure, Qualcosa è cambiato sembra aver sortito l’“effetto Titanic” soltanto in parte. Indubbiamente ne ha risentito in termini di botteghino, non ha destato lo stesso scalpore del suo compagno di distribuzione.

Nonostante ciò gli esperti del settore ne hanno colto l’intensità e la potenza grazie ad un cast eccezionale che hanno saputo dare al film la giusta impronta. Una combo attoriale senza la quale il film non sarebbe stato lo stesso. Non stupisce dunque, che nel 1998, durante la consegna degli Oscar, quando tutta l’attenzione era su Di Caprio, alla fine il premio tanto ambito, andò sia Nicholson. Scusa Di Caprio chi? Che dire, un Oscar strameritato vista la complessa  personalità di Melvin.

Tutti vorrebbero un Melvin? Sicuramente no, ma tutti vorremmo più attori dotati del carisma di Nicholson il cui istrionismo si rileva essere l’ingrediente segreto della pellicola

  •  Qui siamo a New York: se ce la fai qui, ce la puoi fare ovunque.
Qualcosa è cambiato
Jack Nicholson in Qualcosa è cambiato

Il Melvin di Nicholson è un vero e proprio antieroe: volgare, offensivo, sgarbato, razzista, quasi sempre inappropriato ma comunque impossibile da detestare. Un attore – istrionico, eclettico e dirompente – che non passa mai di moda, anzi, come il vino invecchiando migliora. Non c’è interpretazione che non faccia sua, né personaggio che non ne scardini i confini trascinandolo in un vortice fatto di follia che solo Nicholson sa interpretare.

Se si va oltre il contesto e ci si sofferma sul personaggio in sé ci si rende conto di quanto complesso sia stato entrare in contatto e mettere in scena una personalità cosi disturbata, tipica del disturbo ossessivo-­compulsivo. Varie sono le scene in cui manifesta questa sintomatologia: quando evita di calpestare le linee orizzontali del pavimento, ripete a mente sequenze di parole, quando si lava le mani oltre ogni limite,  o ancora conta mentre chiude la porta ecc.. E’ riluttante a svolgere attività di svago e a curare amicizie.  Si aspetta che gli altri si sottomettano al suo modo di fare, è rigido e testardo. Ha scarsa consapevolezza dei suoi stati emotivi e soprattutto non riesce a padroneggiarli. È completamente incapace di manifestare i suoi sentimenti l e quando lo fa in maniera risulta essere goffo, come quando trasforma una dichiarazione d’amore a Carol in una offesa.

Qualcosa è cambiato
J. Nicholson, H. Hunt in Qualcosa è cambiato

–  Ho tanta paura che dirai qualcosa di orribile.
–  Non essere così pessimista, non è nel tuo stile. Ok… te lo dico… Faccio sicuramente un errore. Diciamo che io ho… cos’è? Un disturbo?… il mio dottore, uno psicoanalista dal quale andavo sempre, dice che nel 50-60% dei casi una pillola può aiutare molto. Io odio le pillole, roba molto pericolosa le pillole, odio. Bada bene uso la parola ‘odiò apposta, quando parlo di pillole. Odio! Il mio complimento è che quella sera che sei venuta da me e mi hai detto che non avresti mai… beh, insomma, tu c’eri quella sera e lo sai, quello che hai detto. Beh, il mio complimento per te è che… la mattina dopo, ho cominciato a prendere le pillole.
–   Non capisco come possa essere un complimento per me.
–   Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore.

Proprio la vastità e la complessità della personalità  di Melvin è stata un’occasione per Jack Nicholson di dare vita ad un’interpretazione di grande istrionismo dando sfoggio del suo repertorio di occhiate sbieche, ghigni, denti ferini e ruggenti.

Un nuovo modo di raccontare il romanticismo: una realtà sofferta ma necessaria

Insomma, nulla a che vedere con il pomposo Titanic. Qualcosa è cambiato – a oltre 20 anni dalla sua uscita – rimane una commedia fresca, originale e a tratti profonda. Nonostante il suo finale scontato, segue un percorso intelligente e mai banale dando modo allo spettatore di riflettere su temi difficili  come l’omosessualità, l’intolleranza, la malattia e il superamento dei propri limiti.

La forza della pellicola non risiede tanto nello svolgimento del racconto, abbastanza prevedibile, quanto nella scrittura di dialoghi brillanti e genuini e di personaggi  veri, imperfetti e quindi adorabili.

Il sentimentalismo del film viene snaturato dal suo senso stretto e manifestato in ogni sua sfaccettatura.  Che sia l’amore per un figlio, per il proprio cane, un incontro ecc.

Una pellicola travolgente e forte che ci aiuta a ricordare la bellezza di lasciar entrare, pian piano, le persone nella nostra vita

  • Insomma, se guardi qualcuno abbastanza a lungo scopri la sua umanità.

Sono proprio queste relazioni che nascono, minuto dopo minuto, a far si che ogni personaggio riesca in qualche modo a superare i propri limiti e le proprie paure. Una strada che consente ad ognuno di loro di vedere la bellezza che li circonda.

Ma l’aspetto sottovaluto, ad avviso di chi scrive, risiede nella chiave di volta: Verdell,  il Griffone di Bruxelles. Proprio partendo da una forzata convivenza con Melvin, quest’ultimo riuscirà a smussare lentamente la sua personalità. Senza questo passaggio, ignorato da molti, il protagonista sarebbe, con molta probabilità rimasto lo stesso.

Qualcosa è cambiato
J. Nicholson, H. Hunt. G. Kinnear in Qualcosa è cambiato

Curiosità

  • La prima sceneggiatura si intitolava Vecchi amici, fu indicata come una delle migliori mai scritte.
  • Il film incassò 13 milioni di dollari il primo week end di proiezione dopo Colossal come Titanic e Il domani non muore mai. 
  • E’ stato in parte sponsorizzato dalla associazione DOC (disturbo ossessivo complusivo).
  • Il cane Verdell è stato interpretato da sei Griffoncini di Bruxelles, dai nomi di Timer, Sprout, Debbie, Billy, Parfait, e Jill.
  • Il ruolo di Shirley Knight (Beverly Connelly) era stato, in origine, offerto a Betty White, un’attivista per i diritti degli animali. La White rifiutò quando apprese di come il cane sarebbe stato maltrattato nel film.
  • Jack Nicholson era terrorizzato del fatto che nessuno avrebbe voluto vedere il film per via del carattere fastidioso del suo personaggio.
  • La risposta di Udall alla domanda “come fa a descrivere così bene le donne? («Immagino un uomo, e gli tolgo affidabilità e razionalità»)” è la risposta misogina data nella realtà dallo scrittore John Updike quando gli fu posta la stessa domanda.
  • In una scena il cagnolino imita Jack Nicholson evitando le crepe del marciapiede. In realtà sono stati messi dei piccoli ostacoli sulle crepe in modo da obbligare il cane a seguire un determinato percorso. Gli ostacoli sono stati rimossi digitalmente in post-produzione.
  • Nel film, in una delle prime scene, compaiono in un cameo Lisa Edelstein e Peter Jacobson, che interpreteranno successivamente Lisa Cuddy e Chris Taub nella serie televisiva House MD.

Tre motivi per vedere il film:

  • Per la “dichiarazione d’amore di Melvin”. Tutti vorremmo sentirci dire Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore” ;
  • Se avete voglia di guardare una commedia che sa ben dosare romanticismo e divertimento;
  • Per l’impareggiabile interpretazione di Nicholson, il quale, ha saputo mettere su pellicola una malattia mentale che viene nominata “disturbo ossessivo compulsivo”, senza appesantire il film.

Quando vedere il film:

Ogni momento è quello giusto, ma nella sua semplicità Qualcosa è cambiato è un film lungo, per cui vi consiglio di ritagliarvi qualche ora per godervelo fino in fondo.

Angela Patalano

Angela Patalano
Sulla carta sono laureata in Giurisprudenza ma la mia passione più grande è il Cinema e il mondo dell'entertainment in generale. Essenzialmente curiosa ed empatica. Goffa quasi alla Bridget Jones e tanto Geek.

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui