American History X, la storia che smonta il politically correct

American History X recensione film

Regia: Tony Kaye
Genere: Drammatico
Cast:
Edward Norton, Edward Furlong, Beverly D’Angelo, Avery Brooks, Jennifer Lien, Ethan Suplee
Nazione:
America
Durata: 119 minuti
Anno:
1998

Trama

Derek Vinyard (Edward Norton) vive con la sua famiglia (la madre, due sorelle e il fratello minore Danny (Edward Furlong), dopo che suo padre, un pompiere dalle idee razziste, è morto a causa di uno spacciatore afroamericano, durante un incendio in quartiere nero. Derek è un naziskin e appartiene al gruppo Skin88, a capo del quale c’è il proprietario di una casa editrice, Cameron Alexander (Stacy Keach), che promuove libri e musica di matrice nazista.

American History X, film cult degli anni 90

Diretto da Tony Kaye, American Histoy X è un film drammatico del 1998 che vede come protagonista Edward Norton, la cui interpretazione è stata eccelsa, raggiungendo un livello interpretativo così alto che raramente o forse mai lo stesso attore è stato in grado di riprodurre in altri film. Una mimica facciale e un’interpretazione magistrale che gli è valsa a pieno la candidatura agli Oscar come miglior attore protagonista, vinta poi da Roberto Benigni per “La Vita è Bella”. Altrettanto impressionante sono state le capacità attoriali di Edward Furlong, interpretazione impressionante per la forza che imprime al proprio ruolo. Eppure, nonostante ciò la sua carriera non è mai decollata.

Altro elemento di spicco di questo cult è l’uso sapiente del colore. Durante tutta la pellicola assistiamo ad un costante oscillare tra il colore e il ritorno al bianco e nero.
Questa alternanza nasconde una forte simbologia interpretativa: le scene in bianco e nero rappresentano la prospettiva del mondo del protagonista diviso in maniera conflittuale, appunto tra bianco e nero durante il suo periodo di appartenenza al gruppo neonazista; il colore rappresenta la realtà in tutte le sue sfaccettature e la speranza di un mondo migliore e senza divisioni.

Il cult non è bello se non è litigarello

Sebbene il film sia diventato un simbolo di fine anni ’90, grazie alla straordinaria interpretazione di Edward Norton, la pellicola ha fatto molto parlare di sé per tutte le vicissitudini che hanno reso l’aria sul set e in fase di post produzione decisamente invivibile.

Le discussioni in post produzione, infatti, ritardarono l’uscita della pellicola. La casa di produzione New Line tagliò di netto la prima versione del film. Inoltre, non contento del risultato la montò e rimontò a suo piacimento. Il risultato era decisamente diverso da quanto realizzato dal regista, il quale chiese di cancellare il suo nome dai credits in quanto non sentiva più suo quella pellicola. Per questa ragione chiese di ricorrere allo pseudonimo Alan Smethee. Si tratta di un nome falso a cui i registi ricorrono quando non si è soddisfatti della pellicola. Tuttavia vi è una norma che prevede la non utilizzabilità di questo nome ove si siano già spiegate alla stampa le ragioni dell’uso dello pseudonimo e il regista, purtroppo, aveva parlato troppo con i giornalisti.

American History X, la decostruzione del politically correct americano

Una delle prime pellicole a portare sul grande schermo la violenza disumana dei movimenti nazisti e più in generale raziali, American History X rappresenta una vera e propria critica sociale contro un meccanismo che non ha preso mai realmente le distanze dalla tratta degli schiavi. Sebbene il film si soffermi sui naziskin, cade nell’errore di stereotipare gli afro americani raccontando una storia dove la violenza e le false ideologie alimentano un cerchio di odio destinato a rigenerarsi in eterno. Infatti, la pellicola assurge a ritratto spietato della perbenista società americana: una società corrotta che fagocita odio che vive, ancora oggi, di violenza civile. Dove l’altro diventa diverso, e allora non ci sorprendiamo se ancora oggi ci sono persone che muoiono come George Floyd.

La storia vera dietro alla pellicola

Al centro della pellicola  troviamo il tema della tensione sociale e del razzismo negli Stati Uniti, ispirata alla vita dello skinhead Frank Meeink, uno dei maggiori esponenti del movimento nazista che dopo la prigione rifiutò le ideologie razziste e tutt’ora continua a tenere lezioni di tolleranza nelle scuole.

A differenza della pellicola, Frank è cresciuto in uan famiglia disfunzionale una madre alcolizzata ed un padre tossicodipendente. Purtroppo fin da piccolo Frank subisce maltrattamenti e abusi. La rabbia, la violenza e al frustrazione spinsero Frank a il movimento neonazista divenendo uno di loro. Da qui la decisione di diventare uno skinhead. Si rasa i capelli e diventa punto di riferimento per il Ku Klux Klan nonché un leader del movimento di estrema destra.

A 17 anni, dopo aver torturato e quasi ucciso un coetaneo, finisce agli arresti con una condanna di 3 anni. Da qui la strada per il cambiamento il passo è breve. In carcere, grazie allo sport, Frank stringe rapporti di amicizia con detenuti di diverse etnie e si accorge anche di ricevere più sostegno dai prigionieri afroamericani rispetto agli skinhead. Al termine dei 3 anni Frank esce dal carcere e intraprende una nuova vita iniziando a collaborare con la squadra di Hockey locale, la “Philadelphia Flyers”, fondando anche l’organizzazione “Harmony Through Hockey”, che si occupa di dare a tutti i giovani la possibilità di fare sport e di divertirsi in modo creativo, per evitare di finire sulla strada e di commettere crimini.  Nel 2010 è uscito il suo libro: “Nero. Autobiografia di un neonazista guarito”.

Curiosità

  • Edward Norton per interpretare questo film rinunciò a salvate il soldato Ryan;
  • Il finale in origine era diverso in quanto una sequenza è stata eliminata. Norton davanti allo specchio che si rade la testa per iniziare daccapo. Norton decide di toglierlo per dare un significato diverso alla pellicola;
  • Il numero 88 (nonché il gruppo di appartenenza skin88) indicava l’ottava lettera dell’alfabeto l’H, dunque HH abbreviazione del saluto Heil Hitler.
  • La tavola calda dove Derek e Danny vanno a fare colazione è stata utilizzata in svariati film tra cui “Il grande Lebowsky” e “Le iene”
  • Se guardante il film in lingua originale contate la parola fuck, verrà pronunciata 214 volte.

Tre motivi per guardarlo

  1. Questa è la migliore interpretazione di Edward Norton;
  2. Se amate le storie realmente accadute, questa è cruentemente vera;
  3. American History X è uno dei pochissimi film in grado di accendere i riflettori sulla fragilità del sistema politico e culturale del sistema americano.

Quando guardarlo

Il consiglio è al contrario, quando non guardarlo. Il film è decisamente veritiero, cruento e drammaticamente vero, quindi guardatelo solo quando siete pronti ad affrontare scene intense.

Angela Patalano

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Angela Patalano
Sulla carta sono laureata in Giurisprudenza ma la mia passione più grande è il Cinema e il mondo dell'entertainment in generale. Essenzialmente curiosa ed empatica. Goffa quasi alla Bridget Jones e tanto Geek.

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