Premio Strega 2017, un finale già annunciato?

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Rivelati i nomi dei 12 libri finalisti, ma per molti  il duello sarà tra Teresa Ciabatti e Paolo Cognetti

Sono ufficiali i nomi dei “magnifici 12” che fanno parte della selezione ufficiale del Premio Strega 2017, il più prestigioso premio letterario italiano. Per qualcuno il risultato è quasi scontato. E’ Teresa Ciabatti, con il suo “La più amata” (Mondadori) la grande favorita. Un libro intenso, che tiene incollati fino all’ultima pagina in una storia molto privata; che però si sviluppa in un momento particolare delle storia del nostro Paese. Ma i premi, come si sa, possono sempre riservare sorprese, soprattutto quando è una giuria popolare a decidere.

Lo sfidante, perchè per i beni informati di un duello stiamo parlando, è “Le otto montagne” (Einaudi) di Paolo Cognetti. E’ stato molto amato dai lettori in questi mesi. Protagonista la montagna, ma anche una storia che si lega al percorso di crescita del suo protagonista.  Sicuramente sarà nella cinquina dei finalisti, che tradizionalmente non solo può godere del prestigio della selezione, ma viene anche premiata in libreria dall’acquisto dei lettori.

A volte il Premio Strega riserva però delle sorprese. Sceglie di premiare scrittori che sperimentano nuovi tipi di scrittura, come accadde ad esempio con il libro/saggio “Storia della mia gente” di Edoardo Nesi. Seguendo questo filone, potrebbe esserci qualche possibilità per “Un’educazione milanese” (Manni) di Paolo Rollo che attraverso il racconto di Milano apre una finestra sulla storia d’Italia. E’ invece una Roma povera e sconosciuta a fare da sfondo a “E’ giusto obbedire alla notte” di Matteo Nucci (Ponte alle Grazie), anche se con una scrittura forse meno scorrevole di quella di Rollo.

E’ la famiglia il teatro in cui si sviluppa anche il libro di Marco FerranteGin tonic a occhi chiusi” (Giunti). Una storia ambientata ai giorni nostri, con vizi e stravizi annessi. Anche questo un libro di cui si è parlato e che potrebbe finire nell’ambita cinquina.

In linea generale tutti i libri finalisti quest’anno parlano di storie personali, quasi biografiche. Non sono narrazioni di grandi imprese, non ci sono trame che lasciano a bocca aperta: sono storie intime, meno urlate. La sperimentazione riguarda magari la scrittura, la ricerca del punto di vista del protagonista. E’ come se adesso che la società ci spinge a mettere in piazza quello che facciamo, la letteratura risponda con un invito alla scoperta di quello che siamo e della nostra intimità.

Secondo i suoi detrattori il Premio Strega è uno scacchiere sul quale giocano la loro partita le case editrici, che determinano il vincitore. A me piace credere che siano i giurati, con il loro amore per la lettura, ad essere determinanti e a regalarci il libro che anche quest’anno dovremo ricordare.

Adesso i 660 votanti dovranno leggere le opere in concorso; prepararsi alla votazione per restringere il campo ai 5 libri più votati e arrivare così alla proclamazione del vincitore l’8 luglio.

Con un rammarico: anche quest’anno solo tre libri di donne, davvero pochi.

Ecco i “magnifici 12”

Teresa Ciabatti, La più amata (Mondadori)
Paolo Cognetti, Le otto montagne (Einaudi)
Marco Ferrante, Gin tonic a occhi chiusi (Giunti)
Wanda Marasco, La compagnia delle anime finte (Neri Pozza)
Chiara Marchelli, Le notti blu (Perrone)
Monaldi&Sorti, Malaparte. Morte come me (Baldini&Castoldi)
Matteo Nucci, È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie)
Ferruccio Parazzoli, Amici per paura (SEM)
Nicola Ravera Rafele, Il senso della lotta (Fandango Libri)
Alberto Rollo, Un’educazione milanese (Manni)
Marco Rossari, Le cento vite di Nemesio (e/o)
Vanni Santoni, La stanza profonda (Laterza)

Silvia Gambi

Silvia Gambi
Giornalista di Prato. Autrice del blog www.parliamodidonne,com

3 Commenti

  1. Veramente le autrici in corsa sono 4: Ciabatti, Marasco, Marchelli e Monaldi. Non vorrai aver dimenticato proprio Rita Monaldi, che corre allo Strega col romanzo “postumo” del tuo celebre concittadino pratese, il grande Curzio Malaparte e proprio quest’anno nel 60° anniversario della morte! Non dirci che hai dimenticato proprio lei, tanto più che Veltroni ha definito il suo romanzo “Il migliore romanzo DI Malaparte” e hanno proposto di conferirgli un Premio Strega ad honorem come segno di riconciliazione tra Malaparte e lo Strega (litigarono di brutto e Malaparte si ritirò dal premio chiosando: “Bevo champagne, non Strega”): https://youtu.be/7fXChTq84Yg
    http://www.attomelani.net/index.php/2017/01/05/premio-strega-2017-intervista-esclusiva-a-malaparte/

    • Diciamo che essendo il libro scritto a quattro mani avevo (ingiustamente) non contato la Monaldi. Il libro non l’ho letto, ma se dovessimo dare un premio al personaggio, Malaparte meriterebbe di sicuro di essere premiato, era un intellettuale singolare. Però lo Strega è un premio che nasce per intercettare quello che piace al pubblico e io non credo che “Malaparte. Morte come me” abbia la possibilità di arrivare nella cinquina finale. In ogni caso, leggerò il libro!

      • Che nella cinquina finale arrivino i big editoriali più qualche editore-microbo come foglia di fico, si sa da sempre. E in questo senso, MALAPARTE. MORTE COME ME ha poche chance. Ma, visto che non hai letto il libro, come fai a dire che non piacerebbe al pubblico?

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