Red: Allarme “Panda Rosso” in casa Pixar!

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Dall’11 marzo 2022 è disponibile su Disney Plus il 25° lungometraggio della Pixar Animation Studios che purtroppo, come il precedente Luca, ha saltato la proiezione in sala. É un dispiacere enorme quello di non aver potuto godere sul grande schermo dell’esplosione di colori che accompagna la protagonista Meilin Lee nell’affrontare il cambiamento corporeo, emozionale e relazionale dato dall’adolescenza, qui metaforicamente rappresentato dall’enorme e tenerissima figura di un panda rosso.

Un animale, quello cinese dai colori della bandiera canadese, noto in natura per avere uno stretto legame con la propria madre e ideale per diventare simbolo di trasformazione, nonché perno di una narrazione dalle forti influenze orientali e biografiche, portate dalla talentuosa giovane regista.

Dopo aver vinto il Premio Oscar per lo splendido cortometraggio animato Bao nel 2019, sempre prodotto dalla Pixar e disponibile su Disney Plus, la trentaquatrenne Domee Shi affronta la sfida del primo lungometraggio con caparbietà e voglia di innovare, avvicinando per la prima volta il rinomato studio alla cultura orientale. Cresciuta a Toronto, figlia unica di genitori ultra protettivi, si è dimostrata all’altezza della fiducia in lei riposta, coordinando straordinariamente una produzione difficoltosa, svoltasi per la gran parte in lockdown e smartworking, che vanta una troupe in leading role completamente al femminile.

La prima regola nella mia famiglia: onora i tuoi genitori!

Toronto, 2002. Meilin è una tredicenne vivace, figlia modello di emigrati cinesi in terra canadese, con la passione per la matematica e i 4* Town, la boy-band del momento. Attenta a prendere ottimi voti a scuola e premurandosi di aiutare giornalmente la madre nella gestione del tempio di famiglia, la giovane si trova costretta a reprimere passioni, amicizie e persino certi lati di sé, pur di non dare dispiacere all’autorevole genitore. Ming è infatti una madre fin troppo attenta, spesso assillante, che non perde occasione di proteggere la “sua bambina”, persino seguendola e spiandola a scuola se la situazione lo richiede. Ben presto, Mei Lee scoprirà sulla sua pelle il perché di tutte quelle attenzioni quando un gene di famiglia, trasmesso di madre in figlia, la porterà a trasformarsi in un enorme panda rosso di fronte a qualsiasi sbalzo emotivo.

Compiacere gli altri o seguire la propria strada?

Bastano pochi minuti di narrazione per rendersi conto che Mei sia sempre di più messa all’angolo dalla madre Ming e dal peso delle aspettative che porta sulle spalle. Un malessere interiore, giornalmente represso per compiacere il prossimo, che platealmente si manifesta a protezione della giovane ma che viene immediatamente additata come la “maledizione di famiglia”. Oltre che a rappresentare metaforicamente l’adolescenza, e i cambiamenti che comporta, la trasformazione nel Panda Rosso è, per le donne della famiglia Lee, un vero e proprio segnale dall’allarme per reclamare l’indipendenza e la necessità di trovare la propria strada. Red si palesa immediatamente come film d’emancipazione tutto al femminile, che ruota intorno al difficile rapporto madre-figlia.

Nonostante ciò, così come lo era Luca, il film è incentrato sulla fase di transizione che porta i figli al graduale e naturale allontanamento dalla famiglia, verso un mondo meno protettivo ma tutto da scoprire, in una fase delicata come l’adolescenza. Un caos emotivo che tutti abbiamo toccato con mano e che porta al crescente divario con gli affetti di sangue, nato dal desiderio di non voler tradire amicizie e genitori, ma dove è impossibile accontentare entrambe le parti.

I dualismi che la dolce Mei si trova ad affrontare sono innumerevoli e la sua bestiale versione è soltanto la più evidente. La ragazza infatti si trova non soltanto a metà tra la fanciullezza e l’età adulta, tra quello che è e ciò che diventerà, ma anche tra due mondi di diversa cultura e distanza geografica. Da un lato c’è l’innato desiderio di portare avanti le tradizioni di famiglia ma, nel nuovo Paese, ci sono delle dinamiche che le precedenti generazioni non possono comprendere e che per la ragazza sono la normalità. Il microcosmo casa Lee si scontra con il macrocosmo Canada, i legami di sangue entrano il conflitto con le amicizie, l’assecondare gli altri cede il passo alla ribellione adolescenziale per fini personali.

L’importanza del colore rosso

Se pensate che i significati dietro al Panda Rosso siano finiti, vi sbagliate di grosso. La sua comparsa è sinonimo anche del cambiamento più caratterizzante nel corpo di una ragazza adolescente: il ciclo mestruale che, per la prima volta, viene sdoganato in film Disney attraverso un’esilarante scena di fraintendimenti. Un momento che avrà drastiche conseguenze per la nostra protagonista, portandola a una delle situazioni più imbarazzanti mai viste in un film animato. Ed è ecco che il rosso diviene anche il simbolo dell’esposizione al giudizio altrui, dinamica caratterizzante dell’adolescenza, sia da un punto di vista fisico che sentimentale. É quello il periodo dei primi amori, delle prime figuracce, degli sbalzi d’umore, di passionali ossessioni mentali per i propri idoli; tutti momenti uniti da un comune filo di colore rosso ci riporta immediatamente all’Oriente.

Per stessa ammissione della regista, i richiami al mondo dei manga e degli anime sono visibili nelle espressioni, nelle pose (da Pac-Man, a Dragon Ball, all’iconico salto di La ragazza che saltava nel tempo) e nei tratti dei personaggi. Discostandosi dunque dal classico look Pixar, si sono mescolati elementi disegnati a mano con influenze orientali, con impattanti conseguenze anche nella narrativa dell’opera. L’animazione orientale non è nuova a risvegli traumatici dei propri protagonisti, basti pensare al film capolavoro Your Name del 2016 di Makoto Shinkai o a trasformismi di cui la cultura pop made in Japan ne è piena. Da Ranma 1/2 a Sailor Moon, si tratta di una cultura che ha da sempre affrontato il tema della doppia identità di sé, e del conflitto interiore, con estrema lungimiranza rispetto al resto del globo. I rimandi anche alle creature classiche, mitologiche e cinematografiche non sono da meno dove, su tutti, spicca un omaggio a Godzilla che fa esplodere il cuore dal petto.

Il colore rosso è dunque onnipresente, in tutte le sue sfumature e in tutti i suoi significati, in ogni frame del film che risulta straordinariamente illuminato, colorato e animato, capace di vantare anche un eccezionale studio scenografico. Il tutto è diretto magistralmente da un indiscusso talento che ci ricorda di come tutti abbiamo un enorme Panda Rosso dentro di noi: un lato che non vogliamo mostrare, che cerchiamo inutilmente di reprimere in ogni modo ma che, prima o poi, è destinato a uscire. Per il nostro bene.
Ascolta il Panda Rosso che è in te! Accettarlo è la vera benedizione.

Michele Finardi

IL VOTO DEL PUSHER
Regia
Sceneggiatura
Doppiaggio
Animazioni
Michele Finardi
Planner di salotti cinefili pop fin dalla tenera età, vorrei disperatamente vivere in un film ma non riesco a scegliere quale!
red-recensione-pixarCosa accadrebbe se una mattina ti svegliassi con le fattezze di un enorme panda rosso? Mei Lee, studentessa modello di 13 anni, lo scoprirà molto presto capendo che può controllare la trasformazione a suo piacimento attraverso le emozioni. La regista Premio Oscar Domee Shi si cimenta per la prima volta in un lungometraggio tutto al femminile, ispirato al suo passato da figlia di emigrati in Canada. Ne esce un film straordinariamente animato e divertente sul difficile rapporto madre-figlia, sul peso delle aspettative genitoriali e sulla ricerca di sé. Da non perdere!

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