I Primitivi, il film sul calcio che non aspettavate di vedere

I Primitivi

I film d’animazione non sono tutti uguali.

Questa cosa ogni tanto me la ricorda, fortunatamente, la Aardman Animations, la compagnia britannica specializzata in claymation che sarà meno celebrata di Pixar, Dreamworks e compagnia bella, ma talvolta sa essere ugualmente degna di nota e profonda.

Sicuramente, è una delle più creative e votate al puro divertimento. Prendiamo adesso I Primitivi, appunto. Un film su un gruppo di uomini dell’età della pietra si trasforma in un film sullo sport, sul calcio per la precisione, che fonda le proprie radici su Fuga Per La Vittoria. Non è creatività questa?

Non nasconde un sentimento luddista tipicamente british, I Primitivi. Il film infatti, esplorando in chiave ironica e assolutamente surreale il conflitto tra età della pietra e età del bronzo, esplora i rischi dell’assuefazione verso il progresso. Come, in poche parole, bisogna stare attenti, perché non tutta la tecnologia è progresso positivo. In questo, I Primitivi è un film attualissimo. Una storia che ci ricorda come diventare schiavi dell’individualismo sia sbagliato, e sposa il vecchio motto “l’unione fa la forza”. Proprio qui esce fuori lo sport, il calcio, perché al cinema nessuna storia racconta meglio lo spirito di gruppo se non quelle sportive.

Le vicende di sfavoriti, in qualsiasi sport, funzionano sempre, e I Primitivi non dimentica tale ricetta.

Per capire l’importanza basta sottolineare che la regia la prende Nick Park, il dominus della Aardman. E che il modello base del divertente duo composto dal protagonista Doug e il suo animaletto Grugno è chiaramente ispirato alla chimica tra Wallace e Gromit, i portabandiera dell’intera compagnia.

Certo, non tutto funziona a meraviglia. L’umorismo tipicamente british e il messaggio di fondo sono tutti sul campo, ma I Primitivi diverte un pizzico meno rispetto ai precedenti film, e la chiave moralistica appare più marcata rispetto al lecito. Le gag spesso nonsense funzionano meno perché i personaggi non sono approfonditi, ma diventano portatori di qualche simbolismo di troppo.

Un freno sicuramente che non permette a I Primitivi di entrare nel pantheon della Aardman. Ma, al tempo stesso, non impedisce al film di risultare godibile ed intrattenere per tutta la sua durata una fascia di pubblico ampia e indistinta. Ci si aspetta sempre tanto, tantissimo dai creatori di capisaldi dell’animazione come Galline in Fuga, ma ogni tanto accontentarsi semplicemente di un buon film non è certo un male.

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Emanuele D’Aniello

Emanuele DAniello
Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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