La Donna Che Visse Due Volte (Vertigo), l’ossessione da vertigine

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“Tu credi che sia possibile che qualcuno appartenente al passato, un defunto, riesca a prendere possesso di un essere vivente?”

Titolo originale: Vertigo

Regista: Alfred Hitchcock

Sceneggiatura: Alec Coppel, Samuel A. Taylor

Cast principale: Kim Novak, James Stewart, Tom Helmore, Henry Jones, Barbara Bel Geddes, Lee Patrick

Nazione: USA

Anno: 1958

Hitchcock portò sul grande schermo la vera ossessione, il terrore di quella vertigine che si prova ogni volta che ci si imbatte in questo film. Con La donna che visse due volte, traduzione italiana di Vertigo, il Maestro del Brivido ha lasciato in eredità a tutti noi un vero e proprio capolavoro dell’arte cinematografica.

Tratto dal romanzo francese D’entre les mortes degli autori Pierre Boileau e Thomas Nrcejac, il film debuttò nelle sale il 9 maggio del 1958, una data che ha segnato la storia del cinema.

All’epoca Alfred Hitchcock era già uno dei registi più famosi del mondo, aveva già sfornato titoli del calibro di Rebecca, Io ti salverò, Notorius, La finestra sul cortile e Caccia al ladro solo per citarne alcuni. Tutti avrebbero voluto lavorare con lui e, per questo titolo, scelse un veterano dei suoi film e una giovanissima attrice.

Protagonisti intramontabili di questo cult sono, infatti, James Stewart, con il quale il regista aveva già lavorato in passato in La finestra sul cortile e L’uomo che sapeva troppo, e l’allora venticinquenne Kim Novak, la rappresentazione perfetta della bionda algida e misteriosa tanto amata da Hitchcock.

Ma entriamo nel vivo della storia.

Uno sguardo giù per la tromba delle scale, il pavimento che sguscia via e la ringhiera che si allunga improvvisamente, questa la vertigine.

Quella sensazione tremenda che terrorizza John “Scottie” Ferguson, ex poliziotto dimesso dopo la morte di un collega durante un inseguimento sui tetti di San Francisco. All’epoca, proprio per via delle sue vertigini non riuscì a salvarlo, restando con atroci sensi di colpa e abbandonando così la sua carriera.

Scottie vuole, però, trovare un’altra occupazione e l’occasione si presenta proprio a portata di mano: un suo vecchio compagno di studi gli chiede di pedinare la moglie, raccontandogli una storia bizzarra di allucinazioni e fantasmi che ritornano dal passato.

L’ex poliziotto resta scettico, ma quando vede per la prima volta la donna resta ammaliato. Madeleine è di una bellezza senza eguali, capelli biondi raccolti in uno chignon, elegante e dal fascino algido che lo lascia senza fiato. Da quel momento, Scottie la segue ovunque e scopre che la donna è ossessionata dalla sua bisnonna, Carlotta Valdès, morta suicida un secolo prima.

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Ed è proprio da un tentativo di suicidio che Ferguson le salva la vita quando, disperata, la giovane si tuffa nel mare di San Francisco.

Ma, purtroppo, al secondo tentativo non è così fortunato: Madeleine ritenta il suicidio gettandosi da un campanile e Scottie, bloccato dalle sue vertigini, non riesce a salvarla. Ben presto, però, si accorgerà di essere vittima di una macchinosa trappola.

La vertigine è il filo conduttore di Vertigo (lo chiamiamo così perché è questo il titolo che meglio rappresenta il film), tanto che Hitchcock con la sua maestria riesce a riprodurla attraverso la macchina da presa, immergendo lo spettatore nel “sogno” di Scottie, in questa favola d’amore impossibile in cui si ritrova da un giorno all’altro.

Lo spettatore e il protagonista si identificano per la maggior parte del film, finché il regista non decide di regalare a chi guarda quella rivelazione che cambierà tutta la percezione avuta fino a quel punto, lasciando il protagonista solo nel buio.

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Possiamo dire che Vertigo è la sintesi perfetta di tutti i temi e il metodo di Hitchcock: la suspanse, la tensione tipica dei suoi film, il tema del doppio e del sosia, il senso di colpa, l’umorismo sferzante e quell’amore ossessivo che tormenta l’animo, in particolare per una bella e algida donna bionda.

3 motivi per vedere il film:

– La sequenza iniziale, tocco da maestro di Hitchcock

– La leggendaria zoomata delle scale a chiocciola, sequenza rimasta nella storia del cinema

– James Stewart e Kim Novak, coppia intramontabile

Quando vedere il film:

Un sabato pomeriggio, con attenzione e pronti a vivere un’esperienza che vi lascerà senza fiato.

Ilaria Scognamiglio

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Ilaria Scognamiglio
Appassionata di cinema, social media manager, lettrice accanita.

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