Cruel Summer: recensione del teen-psyco-drama ambientato negli anni ’90

Cruel Summer recensione serie tv Amazon Prime Video

Cruel Summer, è una serie tv composta da dieci episodi creata da Bert V. Royal, prodotta con Jessica Biel, Michelle Purple, scritta da Tia Napolitano e disponibile su Amazon Prime Video dal 6 agosto 2021.

Nel cast sono presenti Olivia Holt, Chiara Aurelia, Michael Landes, Froy Gutierrez, Harley Quinn Smith, Allius Barnes, Blake Lee, Brooklyn Sudano e Sarah Drew. 

Cruel Summer, il trailer

Cruel Summer, la trama

La storia, che non è ispirata a fatti reali, è ambientata in Texas e ogni episodio si concentra sulle vicende accadute nello stesso giorno di tre anni differenti: il 1993, il 1994 e il 1995.

La serie narra il rapporto conflittuale tra due adolescenti: Kate Wallis, una ragazza popolare, bella, ricca e amata da tutti, e la timida, introversa, loser Jeanette Turner. Nel 1993 Kate scompare e Jeanette occuperà il vuoto lasciato dalla ragazza: “ruberà” il fidanzato e le amiche di Kate e diventerà la nuova ragazza popolare della scuola.

Quando Kate sarà ritrovata viva un anno dopo, accuserà Jeanette di aver assistito al suo rapimento senza denunciarlo alle autorità e la renderà una reietta della società. Ma cosa è accaduto veramente? Chi dice la verità: Kate o Jeannette?

Cruel Summer, la costruzione del racconto

Il racconto in Cruel Summer non è lineare e la serie gioca costantemente col tempo. Coprendo un arco temporale che va dall’estate del 1993 a quella del 1995, passando anche per Halloween e Natale, Cruel Summer si concentra su alcune giornate, sempre le stesse, mostrando come la vita dei protagonisti possa essere totalmente ribaltata da un anno all’altro.

La serie racconta una storia di misteri, segreti, verità taciute e poi parzialmente rivelate, abusi fisici e psicologici, maschere e volti reali. Lo spettatore assiste a questo psyco drama utilizzando come bussola costumi, trucco e parrucco e fotografia per orientarsi tra i passaggi temporali. Nel 1993 Jeannette porta l’apparecchio e gli occhiali, ha i capelli lunghi e ondulati; nel 1994 la ragazza “sboccia” e diventa la ragazza più popolare della scuola; nel 1995 ha i capelli corti e il look è trasandato. Allo stesso modo Kate passa da abitini floreali a outfit punk-rock.

Le immagini invece subiscono un costante processo di desaturazione: si passa da immagini vivaci con colori sparatissimi del 1993 a un mondo grigio-bluastro del 1995.

Cruel Summer, le tematiche affrontate

Cruel Summer è un thriller psicologico, ma è pur sempre un teen drama. Di conseguenza affronta le classiche tematiche legate al mondo adolescenziale: la difficoltà di inserimento all’interno del proprio contesto sociale; il sentirsi inadeguati e loser; l’aspirazione a diventare qualcun altro; la paura di non essere accettati per la propria sessualità.

Al contempo però la serie affronta anche il tema della famiglia – del rapporto con i propri genitori, fratelli, sorelle – e il tema sociale della salvaguardia delle apparenze a discapito delle persone a cui si vuole bene.

La serie racconta quindi rapporti sociali, familiari, amicali, sentimentali, ma anche i misteri che coinvolgono tutti i personaggi e che saranno svelati solo nel finale.

Cruel Summer, la recensione

Cruel Summer è una serie per molti aspetti interessante e la sua visione è certamente raccomandata. L’ambientazione anni Novanta provoca un grande effetto nostalgia con i look grunge, con la colonna sonora che rivisita Wonderwall degli Oasis e Creep dei Radiohead solo per fare alcuni esempi, con le dinamiche tra i giovani che, per l’assenza di comunicazione istantanea, sono diverse da quelle odierne.

A mio avviso è interessante anche che una storia anni ’90 sia raccontata con una regia contemporanea, ovvero con dei raccordi di movimento mutuati dai video di Tik Tok. Anche nella colonna sonora del primo episodio c’è un tocco di contemporaneità del tutto a sorpresa: Jeannette canta Iko Iko di Justin Wellington.

La costruzione di personaggi complessi, che non possono essere inseriti tout court nella tipologia dei buoni e dei cattivi, risulta una scelta vincente, in quanto contribuisce a creare caos su verità e menzogna, sulla partita tra “angeli e demoni”.

La storia, seppur misteriosa e svelata magistralmente, può risultare a tratti poco originale, ma solo agli occhi degli affezionati al genere. Il mio voto è quattro stelle su cinque.

Valeria de Bari

Sceneggiatrice, chitarrista, poetessa, pittrice: quello che sogno di diventare da grande. Ops ... sono già grande. Amo la musica (soprattutto il punk, il rock e le loro derivazioni), le immagini-movimento e l'arte del racconto (o come si dice oggi lo "story telling"). La mia vocazione è la curiosità. That's all folks

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