Il 13 marzo 1995 i Radiohead pubblicano The Bends, il secondo album, con il quale sono chiamati a confermare il successo ottenuto con Pablo Honey e in particolare con il singolo che è diventato già un classico: Creep.
Si tratta di un album che esce negli anni ’90 quando il britpop è nel momento della sua massima ascesa. I Radiohed sono considerati, in questo periodo, esponenti del genere. Ci stava, ma a Thom Yorke e company quest’associazione non piace: The Bends segna quindi la prima svolta della loro carriera, il primo spostamento di confini: del britpop, dell’alternative rock e del “rock” come istituzione.
TRACK LISTING
- Planet Telex
- The Bends
- High & Dry
- Fake Plastic Trees
- Bones
- (Nice Dream)
- Just
- My Iron Lung
- Bullet Proof. I Wish I Was
- Black Star
- Sulk
- Street Spirit (Fade Out)
Fin dall’apertura dell’album con il primo brano, ovvero Planet Telex, capiamo che ci troviamo in un’universo completamente diverso da quello espresso nel primo disco: fruscii e suoni che rimandano a un’atmosfera desolata, struttura musicale destabilizzante, una voce che arriva dentro, un testo esistenzialista.
Il cambio di rotta dei Radiohead alla ricerca di sonorità più introverse è poi confermato anche dai brani successivi.
Fake Plastic Trees ad esempio è perfetta per gli stacchi più dolci della voce del frontman. Yorke – che racconta la crisi di un mondo di plastica ed ecologicamente allo sfascio, nel quale neanche i sogni possono diventare una via di fuga – emoziona.
Bulletproof, Street Spirit (Fade Out), Black Star – il mio brano preferito dell’album – sono ballate dolorose, catastrofiste, pessimiste, a tratti paranoiche e per certi versi angoscianti.
In The Bends non mancano poi canzoni che sembrano composte per diventare istantaneamente un grande classico. Chi non conosce a memoria High and dry?
Certamente. parlando col senno di poi, in The Bends i Radiohead fanno una timida sperimentazione rispetto a quello che avrebbero fatto in seguito, ma ciò non toglie che gettano le basi della loro identità.
Con The Bends i Radiohead hanno capito chi vogliono diventare da grandi e l’hanno comunicato al loro pubblico.
La poetica di disillusione, apatia, rassegnazione si palesa pezzo dopo pezzo, creando un’atmosfera malinconicamente avvolgente.
Non è un caso se la rivista Rolling Stone ha incluso The Bends nella sua lista dei 500 migliori album alla posizione n. 111.
Valeria de Bari