Canto di Natale: i 10 migliori adattamenti al cinema e in tv

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Le pellicole che hanno fatto la storia

Il Canto di Natale di Charles Dickens è, forse, la base della maggior parte delle sceneggiature delle pellicole che vanno in onda il 25 dicembre: una storia che ha accompagnato le feste invernali per eccellenza oltre che in libreria, anche sul grande e piccolo schermo. Quali sono però quelli passati alla storia?

Scrooge, or Marley’ s Ghost (1901)

È il primo adattamento cinematografico dell’opera di Charles Dickens, diretto da Walter R.Booth, pioniere del cinema britannico. La scelta della storia nataliza in un periodo come quello degli albori del cinema è proprio per la sua innata notorietà tra il pubblico ed è noto per il primo uso delle didascalie. In soli 6 minuti di pellicola, vediamo quasi tutta la storia, tranne un piccolo escamotage: non compaiono i 3 fantasmi, ma sarà lo spirito di Marley a mostrare all’avaro Scrooge le conseguenze delle sue azioni.

A Christmas Carol (1910)

Forse tra le più lunghe dell’epoca (17 minuti) e secondo adattamento dopo il sopracitato, è da considerare per la prima idea di “magia”. Interessante notare come la tecnica sia già diversa, poiché, durante le visioni dei tre spiriti (che avvengono nella stanza del protagonista), viene utilizzata la sovrapposizione. Diretto da ben tre registi che non compaiono nei titoli del film, è da sottolineare la presenza di un grande attore del cinema muto nel ruolo di Bob Cratchit, quale Charles Stanton Ogle.

A Christmas Carol (1938)

Primo storico adattamento per famiglie del romanzo di Dickens. Vengono sostituiti gli elementi cupi (la storia della fidanzata di Scrooge o i ladri nel Natale futuro) per dare spazio a personaggi più marginali nell’opera originale, come il nipote Fred e la sua fidanzata Elisabeth (che nel libro è in realtà moglie). Il film ha un buon cast di attori, quali Reginald Owen nel ruolo di Scrooge; Gene Lockhart in quello di Cratchit; Leo G. Carroll in Marley; Ann Rutherford nel Fantasma del Natale Passato e il tennista Barry MacKay nei panni di Fred. Diretto da Edwin L. Marin, le musiche sono del futuro premio Oscar Franz Waxman.

Scrooge (1951)

Nota in Italia con il titolo Lo schiavo dell’oro, è considerata la versione cinematografica più celebre e fedele, nonché tutt’oggi tra le più trasmesse nel mondo. Di stampo britannico con la regia di Brian Desmond Hurst, vede l’interpretazione di Alaistair Sim nei panni del protagonista così profondamente e in maniera così perfetta, da essere considerato per molto tempo l’attore che meglio s’identifica nel personaggio di Scrooge. Contente pezzi di vere canzoni natalizie tradizionali, il film inventa pezzi di storia che nel libro non ci sono, come la conoscenza di Mr. Jorkin, che allontana Scrooge dal benevolo Fezziwig.

Non è mai troppo tardi (1953)

Noto anche con il titolo ri-adattato Una meravigliosa notte, è da inserire perché è probabilmente l’unico adattamento cinematografico italiano. Sceneggiato da Pietro Regnoli e con le musiche di Pippo Barzizza, mostra dei cambiamenti dovuti alla lingua: primo fra tutti il nome del protagonista che diventa Antonio Trabbi. Il cast vede un gran numero di attori celebri per il panorma degli anni ’50, primo fra tutti Paolo Stoppa nei panni di Trabbi; Marcello Mastroianni, Isa Barzizza, Valeria Moriconi, Giorgio De Lullo, Leda Gloria e Luigi Tosi.

La più bella storia di Dickens (1970)

È il primo adattamento musicale filmico della storia di Scrooge. Diretto da Ronald Neame, è una fedele rappresentazione con ben 11 arrangiamenti musicali. I protagonisti sono due vere e proprie star di Hollywood, quali Alec Guiness nei panni di Marley; Kenneth More in quelli di Cratchit e Albert Finney nelle vesti di Scrooge che, per l’interpretazione, vinse il Golden Globe. Curiose alcune libertà che il film si concede, che possono ben essere giustificate. In primis, il vedere l’Inferno nel Futuro e, ancora più particolare, far interpretare il Fantasma del Natale Passato all’attrice Edith Evans, che all’epoca aveva 82 anni: la canuta età ben simboleggia probabilmente l’idea di trascorso.

Canto di Natale di Topolino (1983)

Per molti della mia generazione, è probabilmente “la prima volta” con la storia natalizia per eccellenza. Fedelissima nei suoi 25 minuti, questo corto della Disney unisce fedelmente alcuni personaggi fantastici a quelli del libro. In primis, Paperone nei panni del suo omonimo: molti infatti non sanno che, in americano, Zio Paperone è Uncle Scrooge, ideato dal Maestro Carl Barks ispirandosi al personaggio di Dickens. Topolino, dopo ben 30 anni di assenza dallo schermo (ultima apparizione fu nel corto Topolino e la pesca del 1953), torna nei panni di Cratchit; Paperino è un gioviale Fred; mentre i 3 fantasmi (in linea temporale) vennero “interpretati” dal Grillo Parlante, Willie il Gigante da Bongo e i tre avventurieri e Gambadilegno. Anche gli elementi più cupi, come il Futuro e l’arrivo del fantasma di Marley (interpretato da un goffo Pippo, in un’inedita veste di truffatore di poveri e ladro di vedove), vengono resi nella più superba dolcezza disneyana, senza però uscire dalla storia o provando a darne una libera interpretazione. Presente su Disney+ solo dallo scorso 3 dicembre, venne candidato all’Oscar per il miglior cortometraggio: perse, ma ancora oggi tutti lo ricordano, soprattutto per la sua sigla iniziale.

Sos fantasmi (1988)

Trasposizione modernizzata del Canto di Natale, senza nomi uguali ma di chiara ispirazione, se non addirittura ovvio rifacimento. Il protagonista è un inedito Bill Murray nei panni del cinico Frank Ross, dirigente televisivo senza scrupoli, così egoista da far lavorare la sua segretaria, madre di cinque figli, il 25 dicembre e licenziarne un altro lo stesso giorno. Sarà lui, a ricevere i 3 fantasmi e a riflettere sulla sua vita. Un film comico, nel suo genere, ci mostra una storia che non ha tempo. Inquietante il Fantasma del Natale Futuro, nell’iconica figura falciatrice, con il volto da schermo televisivo. Oltre Murray, ci sono da citare Karen Allen, John Forsythe, David Johansen, Carol Kane e Robert Mitchum.

A Christmas Carol (2009)

Cartone per adulti, lo avrebbero chiamato negli anni ’90, vede la regia del premio Oscar Robert Zemeckis. Creato con la tecnica della motion capture, come altri film da lui precedentemente prodotti quali Polar Express e Beowulf, la storia ha un’atmosfera molto dark ed è fedelissima al libro. Grandi attori donano le movenze ai personaggi, alcuni più di uno. A partire da Jim Carrey, che interpreta Scrooge, ma anche i 3 fantasmi; così come Gary Oldman, nei panni Cratchit e Marley; ma anche Bob Hoskins, Colin Firth, Robin Wright e Fionnula Flanagan. Per le musiche, Zemeckis si è avvalso di un suo storico collaboratore quale Alan Silvestri, autore delle musiche di molte sue pellicole (si pensi alla trilogia di Ritorno al futuro e Forrest Gump) ma anche altri cult (Fandango).

A Christmas Carol (2019)

È una serie dark-drama per la tv, prodotta dalla FX e mai andata in onda in Italia, è forse l’unica serie che prende spunto dall’opera. Prende spunto perché le 3 puntate dedicata all’avventura di Scrooge, sono liberamente tratte e hanno poco a che vedere con il libro di Dickens, sia per la trama che per che per i messaggi che se ne trae. Vediamo streghe, fantasmi condannati, il desiderio di far del male: niente di più lontano quindi dal Canto di Natale. Diretto da Nick Murphy, vede la presenza di attori come Guy Pearce nei panni di Scrooge, Andy Serkis nel Fantasma del Passato, Stephen Graham nel ruolo di Marley, Charlotte Riley nel Fantasma del Presente.

Francesco Fario

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Attore e regista teatrale, si laurea in Lettere Moderne a La Sapienza per la triennale, poi alla magistrale a TorVergata in Editoria e Giornalismo. Dopo il mondo del Cinema e del Teatro, adora leggere e scrivere: un pigro saccentone, insomma! Con Culturamente, ha creato la rubrica podcast "Backstage"

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