Torna su canale 5, ogni sabato alle 14, la storia di Elisa di Rivombrosa.
Come recepire le repliche di Elisa di Rivombrosa nel 2020? Il dubbio
Era il 2003 quando Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi portavano sul piccolo schermo l’amore tra una serva virtuosa e un conte viziato, il tutto incorniciato da una congiura contro il Re nel Piemonte di fine Settecento.
Avevo 15 anni quando mi appassionavo, episodio dopo episodio, alla storia di Elisa di Rivombrosa su Canale 5, ma devo ammettere che il personaggio femminile non mi è mai piaciuto particolarmente. Oggi, col doppio degli anni, non posso non chiedermi di che tipo di personaggio stiamo parlando. Patrizia Violi, giornalista e autrice del saggio “Breve storia della letteratura rosa” mi risponde confermando quello che pensavo:
“L’amore fra la bellissima Elisa e Fabrizio è coinvolgente e romantico. Perfetta love story estiva d’altri tempi. Attenzione però perché il canovaccio della vicenda, che arriva da lontanissimo, evoluzione della storia di Cenerentola che ha ispirato Pamela o La virtù premiata di Samuel Richardson (pubblicato nel lontano 1740) propone sempre la figura femminile come sottomessa. Alla faccia delle pari opportunità: Elisa è povera e servizievole, mentre Fabrizio è ricco e nobile. Ai tempi, per le donne il matrimonio era la massima ambizione e quindi bisognava giocarsela bene per farsi sposare, oggi fortunatamente non è più così. Quindi continuiamo a sospirare davanti al replay su Canale 5, ma non prendiamo Elisa come modello femminile vincente.”
Effettivamente, rivedendo qualche episodio di Elisa di Rivombrosa in tv in questi giorni, non posso che confermarlo. Nella seconda puntata, ad esempio, dopo che il conte ha provato a violentarla da ubriaco e le ha dato pure un bel ceffone, Elisa riesce ancora a provare attrazione per lui, e lo bacia durante un temporale nel bosco.
Elisa di Rivombrosa porta in tv la donna crocerossina
Proprio il saggio “Breve storia della letteratura rosa” mi induce quindi a riflettere in modo più approfondito sugli stereotipi che ho già visto e rivisto, ma che forse non ho riconosciuto nei film moderni come Twilight o Cinquanta sfumature. Il modello è lo stesso di Belle della Disney, insomma: la donna che cambia il mostro. Però Belle mostrava segni di intelletto un po’ più raffinato, devo ammetterlo.
C’era una volta la ragazza intrigata dal “mostro”, quella che lo cambia con la forza del suo amore. E il “mostro” diventa principe, e la sposa. Lieto fine. Si chiuda il sipario!
Il problema è il messaggio, perché questo antico plot narrativo non fa che ricordarmi l’inizio di tante violenze di genere, storie vere, finite sulla cronaca nera.
Come la chiacchieratissima intervista di Franca Leosini a Sonia Bracciale. Quando l’intervistatrice le chiede perché non ha mollato il marito (che l’ha mandata anche in ospedale più volte), l’intervistata risponde “Speravo che si calmasse” […] Perché lo amavo, sembra paradossale, avrei dato anche la mia vita per lui, nonostante le mie cicatrici interne ed esterne, avrei cercato di aiutarlo per l’ennesima volta.”. Come si fa ad amare un uomo così, controbatte Leosini e Sonia risponde: “Sonia, se esci fuori da quella porta sei una donna morta”.
E allora qui c’è un problema semantico che concerne la parola “amore”, direi. E chi ce l’ha insegnata questa confusione? Chiediamocelo.
In Elisa di Rivombrosa il cast include anche altre donne però
Pensiamo ad esempio a Lucrezia, la femme fatale, infida e falsa. Un altro stereotipo insomma. Le donne del mondo di Rivombrosa sono virtuose come Elisa, o sono pie come Anna (anche lei maltrattata dal marito) o sono donne molto pericolose. Uno specchio molto interessante di come il femminino sia stato osservato e raccontato prima che la questione di genere arrivasse anche in Italia. Vi ricorda qualcosa il contrasto Penelope – Circe, quello – peraltro errato – della sposa e della prostituta? Non manca ovviamente il ruolo della sacerdotessa, l’unico ruolo femminile riconosciuto nella società antica, poi “evolutosi” in quello della suora. E non manca nemmeno nella serie tv di cui parliamo: vi ricordate di Margherita?
Stereotipi. Nulla di nuovo nel raccontare società che non davano spazio alle donne, ma che anche da copione non profilano personaggi femminili di un certo calibro. Tuttavia, le cose stanno cambiando, e come cambiano le protagoniste della Disney, si evolvono anche quelle sul piccolo e sul grande schermo.
E forse, ad oggi, Elisa di Rivombrosa sarà vista (dal vecchio e dal nuovo pubblico) con altri occhi.
Una serie tv di questo tipo, se fosse uscita negli anni Venti del Duemila, probabilmente non avrebbe avuto così tanto successo. Oggi si cercano dei role models femminili svincolati dal rapporto di coppia, si cercano delle eroine, anche e soprattutto nelle società in cui non era loro concesso di “manifestarsi”.
Elisa è… figlia del suo tempo o forse solo di un filone molto fortunato: quello “rosa”, appunto, che sembra non avere limiti temporali in fatto di gradimento!
La raccomandazione, quindi, è di guardare questa serie con leggerezza, lasciandosi vincere da una bella storia d’amore tra un sospiro e l’altro, come suggerisce anche Patrizia Violi. Nulla di più.
Dove guardare le repliche di Elisa di Rivombrosa? La risposta è semplice. Su canale 5 o in streaming su Mediaset Play, dove troverete già tutte le puntate.
Alessia Pizzi
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Anch’io a quindici anni ho visto cose che se ci penso oggi mi viene male a cominciare dalla serie di Angelica e da Uccelli di rovo, che come messaggi retrogradi sulle donne erano allucinanti.
Per fortuna poi ho scoperto il mondo nerd e il femminismo!
Non sono d’accordo.
Mi sono ritrovata per puro caso a leggere il vostro articolo e l’ho trovato molto sommario, a tratti inutile e in alcune parti assolutamente errato, diretto a risaltare solo i lati peggiori del personaggio di Elisa e della serie. Ma non solo, anche degli altri personaggi presenti nella serie, parlandone in modo scontato e superficiale. Scrive “Stereotipi. Nulla di nuovo nel raccontare società che non davano spazio alle donne, ma che anche da copione non profilano personaggi femminili di un certo calibro.” Mi sembra ovvio, siamo proprio in un’epoca in cui le donne non potevano ancora votare!
Non capisco bene cosa intende per “profili di un certo calibro”. Cosa si aspettava? un consigliere del re donna? Che Anna fosse in realtà un’avvocatessa? o che la suora fosse il Papa? le ricordo che è ambientato nel 1700 non nel 2020! Non confondiamo i secoli.
Un conto è parlare di un argomento in modo del tutto imparziale e analizzare i vari personaggi a 360° e magari mettere a punto ciò che una donna/ragazza di oggi può trarre dalla figura di Elisa, e un’altra è scrivere un articolo sminuendo e screditando i personaggi e la figura della protagonista raccomandando addirittura di non prenderla come esempio vincente!
Ve lo dico io se non avete ancora chiaro il suo personaggio: Elisa è un’eroina del secondo settecento!
Ma evidentemente siete troppo diverse da lei per capirlo! Ecco tutto.
Il fatto che se lei (autrice dell’articolo) non si rispecchia nel personaggio di Elisa non può dipingerla a suo piacimento, influenzando negativamente l’opinione dei lettori con la propria e fornendo un’interpretazione sbagliata del personaggio.
Se lei si fosse trovata povera e al servizio di nobili e il figlio della contessa si fosse invaghito di lei? non mi dica che avrebbe accettato di sposare uno stalliere perché non ci crederei!
POI! oggi ,come prima, le donne cercano un buon partito, nonostante siano lavoratrici e quindi economicamente indipendenti, perché il potere e la ricchezza fa gola a tutte e non basta mai! Quindi non denigri la figura della donna del passato perché sopravvive tutt’oggi…
Inoltre povera mi sembra che sia ovvio ma… Sottomessa e servizievole??
Se avete visto bene la serie Elisa non si è mai sottomessa! Non ha mai ceduto e accettato nulla! Abbandonò il povero Angelo sull’altare perché non lo amava e rischiava di restare zitella a vita! Altro che “giocarsela bene per farsi sposare”. Il matrimonio era l’ ultima cosa a cui aspirava e tra l’ altro Fabrizio era un nobile e come stavano i fatti a quei tempi poteva solo sognare di sposare un conte!
Questo non l’ avete scritto? Elisa lo amava, non era interessata alla sua posizione.
Con tutto ciò ha seguito il suo cuore anche se questo l’ avrebbe portata a vivere una vita in solitudine.
Inoltre, Elisa con il tempo ha dimostrato di possedere un’animo nobile, si è dimostrata affidabile, altruista e piena di bontà, a differenza delle nobildonne egoiste di quei tempi che pensavano solo al denaro, alle feste e alle congiure! Fare l’esempio del mostro per far capire quale sia la figura di Fabrizio non mi sembra proprio il caso! Certo, sicuramente il trattamento che Fabrizio riserva ad Elisa nelle prime puntate non è affatto dignitoso per un uomo della sua posizione, ma dipingerlo come un mostro mi sembra troppo.
Il mostro semmai è Il marito di Anna…
Fabrizio, se ha visto bene tutte le puntate, scopre soltanto in un secondo momento che Elisa in realtà non è una nobile. Pensa che lei l l’abbia fatto per prendersi gioco di lui ma non era affatto così.
Troppo tardi a quel punto, perché era già innamorato di lei ed è proprio questo che lo spinge a comportarsi in quel modo. Per colpa di una firma interpretata in modo sbagliato.
Guardiamo per bene un film, analizziamo le figure e la serie a 360° e poi scriviamo un articolo, non il contrario!
Ciao Stella, se ha letto con attenzione l’articolo avrà notato che mi rifaccio a un saggio sulla questione di genere in cui si parla anche di Elisa. Io la penso come l’autrice di quel saggio, le consiglio di leggerlo visto che l’argomento le sta molto a cuore!
Tornando a noi, la sua critica non mi sembra molto allineata con lo scopo del mio articolo, ovvero la differenza di fruizione della serie tv ieri e oggi, ma soprattutto i modelli su cui si basa la serie stessa. 🙂
Elisa ricalca la donna di quell’epoca secondo il modello del romanzo rosa, il fatto che si tratti del 1700 c’entra poco. Le risulta che eroine come Mulan (uso questo esempio visto che sta per uscire il film) vivessero in un’epoca in cui le donne potessero votare? A me no… quindi non c’entra l’epoca, ma il messaggio che vogliono dare gli autori/sceneggiatori. Elisa non è una sovversiva rispetto al sistema: è la serva che si emancipa, tipo la Pamela di Richardson!
Io non la vedo così. Intanto è una serie destinata ad un pubblico adulto e lo indica il “bollino” giallo che ne accompagna la visione. Quindi i genitori possono scegliere se far visionare la semplice corsa coi cavalli o tutto il resto. Aggiungo che le chiavi di lettura secondo me devono essere collocate ai tempi delle vicende narrate: un conto è raccontare con i toni della serie una storia ambientata ai giorni nostri, un conto è farlo ai tempi dell’illuminismo. È ovviamente una storia romanzata e propone le tematiche del tempo non sono con usi e costumi propri ma attraverso gli atteggiamenti che si addicono ad un periodo in cui la donna, come giustamente hai segnato tu, aveva ben poche ambizioni, anche perché non poteva averne. Forse l’errore è cercare modelli ed esempi in tutto senza godersi una storia per quanto tale è.