Guia Risari e il suo poema illustrato sui Baci (Intervista)

baci poema guia risari

I baci sono alla base della comunicazione umana e animale: rassicurano, sono fonte di conoscenza, di scambio, di trasmissione. Con i baci si esprimono emozioni, sensazioni, ma anche idee e intenti più profondi. Un bacio comincia come un’espressione fisica, ma si trasforma in un viaggio ideativo e totale nel mondo dell’altro. Per questo non si può evitare di dare baci, di pensare ai baci e, naturalmente, di scriverne.

Guia Risari

Nasce con questa premessa l’idea di “Baci”, poema di Guia Risari, nota scrittrice e traduttrice, illustrato da Andrea Calisi: un compendio di forza e semplicità che racconta uno dei gesti più potenti al mondo.

Pubblicato da Edizioni Corsare negli ultimi mesi del 2021, Baci è un compendio d’amore di 32 pagine, formato 23×33. Un libello, regalo perfetto per tutti coloro che amano la poesia, ma soprattutto l’amore.

Quale poeta non ha parlato di baci, del resto? Dedicare un’opera intera al bacio, omaggiare una delle esperienze più emozionanti della nostra esistenza, però, ha un fascino tutto suo. I baci si attendono e si aspettano, a volte sono freddi e abitudinari, veloci. Altre volte sono carichi di trepidazione e anelanti di attesa, caldissimi e lenti. Non c’è età per un bacio e soprattutto non c’è etichetta da applicare. Il bacio è uno strumento prezioso, che di questi tempi forse ci sembra ancora più importante date le distanze fisiche a cui siamo costretti a causa della Pandemia: accompagnato dalle illustrazioni il messaggio si amplifica e si imprime dentro noi, pronti ad accoglierlo.

Baci appassionati

come metallo incandescente

e baci teneri

come petali di rosa.

Ci sono questi e altri cento,

mille baci.

Un milione di baci,

tutti da scoprire.

1L’ultima poesia richiama palesemente i versi Catulliani che tutti amiamo, è stata ispirata dai classici per questa raccolta?

Lei si riferisce al verso finale del libro: “Ci sono questi e altri cento, mille baci. Un milione di baci, tutti da scoprire”?. In quel momento non avevo pensato a Catullo – […] Tu dammi mille baci, e quindi cento, poi dammene altri mille, e quindi cento, quindi mille continui, e quindi cento […] – ma forse in un angolo della mia coscienza il grande poeta sussurrava le sue parole e io le ho ascoltate. È importante avere dei maestri, dei poeti, dei filosofi e degli scrittori che si stimano molto, ma nel momento della creazione conviene soffrire di amnesia e procedere in solitudine, avviluppati al proprio soggetto come se lo si fosse incontrato per la prima volta. Dopotutto, scrivere è anche scoprire la propria visione del mondo, le proprie parole, la propria via.

2Secondo lei il verso assume nuove dimensioni se associato alle immagini? Come è nata la collaborazione con Andrea Calisi?

L’associazione della parola a un’immagine ha sempre come effetto di trasformare e i versi e le figure. La parola si apre a un senso nuovo; a volte, si chiude ai sensi possibili, ma questo è un rischio connesso ad ogni rappresentazione. Ma anche l’immagine si specifica e si lega per sempre a una situazione. La collaborazione con Andrea Calisi è nata per iniziativa dell’editrice Giuliana Fanti. All’inizio ero molto spaventata perché mi sembrava un compito difficile illustrare una poesia che per vocazione era aperta e universale. In realtà, le immagini, potremmo dire i quadri di Calisi, hanno creato un mondo attorno ai miei versi e li hanno radicati. Ora per me è difficile dissociare le mie parole dalle immagini di Andrea Calisi.

3Si è occupata di vari generi letterari nel corso degli anni: poesia, narrativa, saggistica, traduzioni, anche letteratura per l’infanzia. Da cosa trae ispirazione per i suoi scritti e qual è il genere in cui si sente più libera di esprimersi?

Mi piace frequentare tutti i generi letterari. Trovo che ognuno mi consenta di esprimere una voce, una concezione del mondo, una sfumatura e per questo scrivo libri molto diversi tra loro. Scrivere per me è avere una casa mobile che mi trasforma ogni volta. Non c’è un genere che prediligo perché dipende dai momenti della mia vita (o della giornata) se sono più felice di scrivere un racconto, una poesia, una storia per bambini o l’inizio di un romanzo. Quanto alla libertà, questo è un prerequisito essenziale di tutta la mia scrittura. Senza libertà, avrei l’impressione di eseguire un compito o compilare un dettato. Così, sono ogni giorno libera di esplorare e di capire, che poi per me è l’essenza del mio mestiere.

Alessia Pizzi

Alessia Pizzi
Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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