Tutto è iniziato con The Blair Witch Project e l’espediente del Found Footage. Era il 1999 quando un gruppo di ragazzi smarriti misteriosamente in un bosco lasciavano come unica traccia della loro esperienza un video ritrovato successivamente.
La trama del primo REC
REC segue questa strada inquadrando sin dall’inizio la giornalista Angela che va a intervistare i lavoratori notturni, nel nostro caso i pompieri, finché non si ritrova reclusa in un condominio dove un’anziana signora sembra impazzita: il suo cameraman Pablo filmerà tutto, documentando l’orrore da cui ha avuto origine la saga zombi spagnola. Nel corso del film, quindi, vediamo le immagini dal punto di vista della telecamera: a volte viene spenta, tramortita, altre volte viene toccata dai curiosi. L’idea che ci sia una giornalista di mezzo giustifica alla perfezione la necessità di filmare tutto scrupolosamente.
Un paio di curiosità
REC è arrivato fino al quarto episodio (2014), ma nel corso della saga le inquadrature si evolvono, abbandonando l’espediente del found footage. Anche gli americani hanno tratto ispirazione dal film, con il remake Quarantena.
Nello stesso anno di uscita del primo capitolo, il 2007, escono anche Paranormal Activity e Diary of the Dead di George A. Romero, ma su quest’ultimo c’è da aprire un capitolo a parte, come sempre, per l’eleganza con cui rielabora il found footage.
Il tocco europeo del primo REC
Il primo dettaglio di REC è sicuramente la matrice europea: la giornalista spagnola, le cui movenze ricordano molto quelle di noi italiani, è molto lontana dalle attrici di stampo americano. Naturalmente il finto documentario ha lo scopo di tracciare dei personaggi umani, e questo non accade solo con la protagonista, ma anche con tutti gli inquilini del condominio. C’è la coppia di anziani, lo scapolo narcisista, la mamma iperprotettiva e ansiosa: tutte personalità che fanno anche sorridere, ma che a volte sfociano un po’ troppo nella maschera teatrale, sfiorando il grottesco.
Il tocco europeo si sente forte anche nella religiosità, tipicamente spagnola, che emerge nella lettura dell’apocalisse zombi, ampliamente sviluppata nel terzo capitolo “La genesi”, il prequel dove il prete diventerà il protagonista del massacro svolto durante un matrimonio.
REC sicuramente non è un colossal, ma ha tutti i requisiti per una buona maratona dell’orrore: gli zombi sono realizzati bene e le scene di suspense non mancano. Sicuramente l’approccio è molto differente dal filone coreano che sta prendendo piede con #Alive e Non siamo più vivi, molto più legato all’apocalisse dal punto di vista antropologico e con una forte denuncia della società contemporanea.
La saga di REC in mini dosi
Non serve Halloween per farsi una bella overdose di zombi. I quattro episodi di REC sono ottimi per una maratona dell’orrore, sia da soli che in compagnia, perché sono tanto spaventosi quanto divertenti in alcuni momenti.
REC 2
primo seguel; proseguono le indagini dentro il condominio dell’orrore.
REC 3, La Genesi
il mio preferito dopo il primo REC. L’ambientazione è un matrimonio splatter, per me è il prequel anche se Wikipedia afferma che gli eventi avvengano in contemporanea col primo.
REC 4, Apocalypse
Angela torna in scena posseduta dal demone del primo capitolo.
Dove vedere REC in streaming?
Attualmente è possibile vedere REC3 e REC4 su Amazon Prime Video. Il primo è disponibile addirittura su YouTube.
Il Primo Trailer
Alessia Pizzi