La profezia dell’armadillo: dal fumetto di Zerocalcare al film il passo è incerto

La profezia dell'armadillo

La versione cinematografica del best seller di Zerocalcare, “La profezia dell’armadillo”, esce nei cinema il 13 settembre per la gioia dei fan.

Zerocalcare è un fumettista romano sempre più amato e conosciuto, quasi un fenomeno di costume. “La profezia dell’armadillo” è stata la sua prima graphic novel, diventata presto un best seller.

La Fandango di Domenico Procacci e RaiCinema hanno deciso di produrre un film tratto dal fumetto, prendendosi un bel rischio, perché rendere il mondo di immagini di Zerocalcare non era così facile.

Personalmente, il risultato mi ha convinto solo a metà. Tuttavia, il regista Emanuele Caringi si è detto abbastanza soddisfatto dell’accoglienza e degli applausi ricevuti alla Biennale del Cinema di Venezia, dove “La profezia dell’armadillo” è stato presentato nella sezione “Orizzonti”.

È rimasto, invece, basito dai fan più “puristi” di Zerocalcare, che hanno dimostrato da subito forti perplessità sul film. Probabilmente il regista ha percepito nelle critiche un atteggiamento classico degli ammiratori: collocare l’opera dell’artista su un piedistallo di intoccabilità. È altrettanto probabile – come pensa Caringi – che tale atteggiamento non piacerebbe allo stesso Michele Rech (vero nome di Zerocalcare).

Qualcuno ha voluto leggere la non partecipazione di Zerocalcare alla promozione della pellicola – compresa la presentazione di Venezia – come un suo voler prendere le distanze dal risultato. In realtà, è bene ricordare che Michele Rech è il primo degli sceneggiatori del film – e si vede, aggiungo.

Domenico Procacci, all’anteprima stampa di Roma, ha voluto chiarire in proposito che Zerocalcare ha scelto di non promuovere personalmente il film a monte del progetto. Infatti, il disegnatore avrebbe sempre precisato, secondo Procacci, che “il suo lavoro è il libro, e poi la sceneggiatura – che è una cosa già diversa dal libro. E il film è una terza cosa, relativamente diversa anche dalla sceneggiatura oltre che dal libro, che appartiene in parte a lui e in parte a chi firma quest’opera nuova, cioè il regista del film”.

Forse ci voleva proprio un quasi esordiente come Emanuele Scaringi per dirigere un film che richiedeva una certa dose di coraggio.

È facile immaginare che i fumetti e la fama, tuttora in crescita costante, di Zerocalcare avrebbero posto “La profezia dell’armadillo” sotto i riflettori implacabili dei fan più accaniti.

Lo ha capito bene il protagonista, Simone Liberati, che per affrontare il personaggio è partito dalla sua esperienza di lettore. Come ha detto nella breve intervista per CulturaMente, sapeva che si stava confrontando con un personaggio popolare. Lui stesso aveva già letto i fumetti di Zerocalcare, ci si era trovato e riconosciuto. Come ogni lettore, si era appropriato di quei personaggi. Era consapevole anche del “discorso generazionale che è nato intorno a Zerocalcare“. Non voleva assolutamente tradirlo. Ammetto che lui ci è riuscito a non tradire il suo personaggio, “Zero”.

La profezia dell'armadillo

 

Il film de “La profezia dell’armadillo” non è un tradimento, ma neppure un omaggio all’altezza del fumetto a cui si ispira.

A questo punto vi chiederete: perché vedere “La profezia dell’armadillo”? Io alcuni motivi li ho trovati.

1)      Per la sceneggiatura. Qui c’è la mano di Michele Rech (ovvero lo stesso Zerocalcare) e chi lo legge lo riconosce. È stato affiancato da Valerio Mastandrea, Oscar Glioti e Johnny Palomba. Non c’è niente di banale in quelle battute. Chi ama Zerocalcare si riconosce nei suoi racconti e nelle sue parole, nel suo immaginario. Questo un po’ avviene anche nel film.

2)      L’Armadillo interpretato da Valerio Aprea, che si rivela una scelta azzecatissima del casting. Personalmente, non potrò più leggere un fumetto di Zerocalcare senza che in testa mi risuoni la voce di Aprea che pronuncia le battute di quell’animale immaginario, che popola l’inconscio e la coscienza di Zero.

3)      Le scene di Zero (Liberati) insieme a Secco, interpretato da Pietro Castellitto. Due attori giovani ma già piuttosto bravi, che recitano con ottima sintonia. Sono divertenti quando devono essere divertenti, teneri quando devono essere teneri. Peccato, però, che in alcuni scene di interazione con altri attori, il gioco tra loro funzioni meno e perdano un po’ di ritmo.

4)      La colonna sonora perfettamente amalgamata a certe inquadrature e ambientazioni nella periferia orientale di Roma. Nell’ambientazione la regia ha fatto un buon lavoro. I soliti puristi potrebbero storcere il naso al fatto che più che Rebibbia quella siano Portonaccio e la stazione Tiburtina, ma il mondo Zeracalcare non è poi così lontano.

La profezia dell'armadillo

Cosa, invece, proprio non va nel film “La profezia dell’armadillo?

A tratti il film è lento e poco brillante e perde ritmo. Non mi riferisco, certamente, alle scene più tristi o malinconiche che raccontano del dramma di Camille, amica e amore adolescente non corrisposto di Zero, né a quelle in cui lui e Secco affrontano il lutto. Certi difetti li si nota proprio nelle parti brillanti.

Il regista, rispondendo alla nostra intervista, ha detto che il tema del film è proprio l’elaborazione del lutto, con il tono della commedia. Tuttavia, questo non risulta davvero così chiaro, se non in alcune scene anche commoventi. Sembra, piuttosto, un film sul percorso di formazione e di crescita di Zero.

Inaspettatamente, i flashback con i protagonisti adolescenti sono la parte meno convincente. Forse per l’inesperienza dei giovanissimi interpreti, quelli che avrebbero dovuto essere le scene più tenere, che avrebbero dovuto raggiungere il tasso di coinvolgimento emotivo più alto sono, invece, le più deludenti.

In conclusione, “La profezia dell’armadillo” è un tentativo dignitoso, ma non necessario di portare sullo schermo un immaginario che – forse – nel fumetto continua a trovare la sua collocazione più adeguata.

Stefania Fiducia

 

Splendida quarantenne aspirante alla leggerezza pensosa. Giurista per antica passione, avvocatessa per destino, combatto la noia e cerco la bellezza nei film, nella musica e in ogni altra forma d'arte.

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