L’esordio di Simone Godano è una commedia romantica ed esilarante tra crisi coniugale e un improbabile esperimento scientifico.
Diciamoci la verità: fino a qualche anno fa, un film come “Moglie e Marito”, in Italia, probabilmente non l’avrebbe prodotto nessuno. Il pubblico non gli avrebbe dato nemmeno una lira di fiducia.
Non era credibile partire da uno spunto immaginifico, come una macchina inventata da uno scienziato visionario che legge il pensiero e poi svilupparvi una commedia romantica! Noooo! Certi film riuscivano bene solo ad Hollywood, esattamente come gli action movie o i film con i supereroi.
Invece, negli ultimi anni autori, registi e produttori forse si sono guardati intorno e si sono accorti che i francesi, ma non solo, avevano cominciato a fare un cinema diverso dal solito cinema francese (che, per carità, è bello e vanta numerosi estimatori) e avevano messo in circolazione film le cui locandine non avrebbero sfigurato sulle pareti della sede di una casa di produzione a Hollywood. Tutto ciò pur restando francesi.
E’ quello che sta succedendo in Italia, dove siamo riusciti a vedere “Veloce come il vento” senza (quasi) rimpiangere “Rush”. Oppure a goderci “Lo chiamavano Jeeg Robot” senza (per niente, almeno per quanto mi riguarda) rimpiangere Batman. Perché? Perché finalmente il cinema italiano sembra sulla strada giusta per essere autentico, ma facendo sognare un po’ di più. Produce film inverosimili e immaginifici, ma credibili inserendo degli spunti ancora innovativi per noi, anche se ritriti in altri contesti.
E’ quello che è avvenuto con “Moglie e Marito”, prima regia di Simone Godano, in uscita nelle sale il 12 aprile 2017.
La protagonista del film è la coppia formata da Sofia (Kasia Smutniak) e Andrea (Pierfrancesco Favino) alle prese, da un lato, con una profonda crisi coniugale, dall’altro con le proprie realizzazioni professionali. Lei sta per esordire nella conduzione di un programma televisivo; lui, neurochirurgo, sta per presentare la sua scoperta scientifica sul cervello umano a chi dovrebbe finanziarla. Proprio la sera prima di questi due importanti appuntamenti Andrea sperimenta il macchinario su di lui e Sofia. Risultato: i due si ritrovano improvvisamente uno dentro il corpo dell’altra, l’uno letteralmente nei panni dell’altra.
Ne nascono, come è prevedibile, equivoci ed episodi esilaranti, ma anche momenti commoventi. Piano piano i due protagonisti iniziano a sperimentare l’empatia nel modo più pieno che si possa immaginare.
Il film è abbastanza riuscito.
Il regista sembra aver raggiunto l’obiettivo di creare un pellicola “supernatural” che avesse “credibilità” utilizzando un registro realistico. “Moglie e Marito” vuole essere una commedia e, in effetti, fa ridere. Vuole essere una commedia romantica e, in effetti, la storia d’amore coinvolge, la si vede quasi morire per rinascere attraverso la scoperta dei punti di vista reciproci.
Nota di demerito: in alcuni scene si è concretizzato il rischio di “fare la macchietta” interpretando una donna nel corpo di un uomo o un uomo nel corpo di una donna e, in alcuni casi, ai luoghi comuni è stato dato un po’ troppo spazio, anche se con effetti esilaranti.
Tuttavia, Smutniak e Favino hanno superato loro stessi e hanno tenuto abbastanza sotto controllo i suddetti rischi e luoghi comuni. Infatti, bisogna dire, in proposito, che se questo film fosse stato interpretato da altri attori, forse sarebbe stato davvero deludente. Sono stati all’altezza anche gli attori non protagonisti, tra i quali spicca Valerio Aprea, nell’azzeccatissimo ruolo di Michele, migliore amico e collega di Andrea.
Giusto per darvi un assaggio di quello che vedrete al cinema, il trailer:
Stefania Fiducia