The Walking Dead 11: recensione del terzo episodio

the walking dead 11 recensione episodio 3

Arriviamo, lentamente, al terzo episodio dell’undicesima stagione di The Walking Dead: Hunted. Dopo l’inizio scoppiettante in tutti i sensi – grazie agli esplosivi di Daryl – iniziamo la lunga ed estenuante camminata verso il finale della serie.

Maggie e Negan

Come volevasi dimostrare Maggie e Negan sono rimasti da soli. Lungo la strada verso il recupero del cibo per Alexandria la squadra è stata aggredita non appena uscita dalla stazione sotterranea. Abbiamo perso di vista Daryl e molti sono morti. Duncan, Agatha e in ultimo forse Alden, lasciato ferito in una casa perché incapace di proseguire il viaggio.

Il ruolo di Negan è quello del grillo parlante, con quel pizzico di logica e quella dose di cinismo assolutamente necessari e totalmente non richiesti che lo hanno reso un personaggio davvero sui generis. Sono rimasti soli, dicevo, Negan e Maggie. A Maggie pesa che Negan abbia sempre ragione, ma di base è così. L’antagonista dice proprio quelle paroline che frullano nel cervello di tutti, ma che nessuno ha mai il coraggio di dire ad alta voce.

E alla fine, Maggie crede di aver sacrificato tutte queste vite in nome del cibo per la sua gente. Non sa che nel frattempo Carol ha trovato un branco di cavalli insieme a Kelly, Rosita e Magna.

La foresta incantata di Carol

Il quartetto si avventura con i lazi per addomesticare i cavalli che corrono bellissimi nel bosco. I cavalli vanno verso la fattoria, le donne, spinte da Rosita, chiudono i recinti e accarezzano queste meravigliose creature che – secondo gli sceneggiatori di The Walking Dead – volevano tornare nel recinto e vivere serene. Tragico il destino dei destrieri, che se un tempo venivano cavalcati dai nostri eroi, oggi sono diventati il banchetto di Alexandria.

Ed ecco che Carol miete il primo cavallo, lo sgozza dopo averlo fatto adagiare con fiducia a terra, onestamente non so con quale tocco magico. Poi piange, più di tristezza per il cavallo che di gioia per aver sfamato la sua famiglia.

Nessuna menzione all’avventura al CommonWealth stavolta. I riflettori sono tutti su Alexandria: addirittura assistiamo al quadretto dei bimbi – capeggiati da Judith e Hersel, il figlio di Maggie. I due sembrano due saggi di sessant’anni che giocano a carte fuori dal bar e si raccontano quanto la carne secca faccia meno schifo dei ragni da mangiare.

Che dire, un’episodio di una noia mortale. L’unica caccia di Hunted è stata quella allo sbadiglio. Zero suspense e addirittura delle inquadrature che mi hanno ricordato i primi videogames di Resident Evil, specialmente nella scena del Giuda impiccato all’albero.

Promo Trailer 11×4

Nel promo scopriamo che Daryl sarà il protagonista del quarto episodio e probabilmente avremo un assaggio dei cattivi di questa stagione finale. I morti viventi, che all’inizio del genere “zombie” erano il nemico, sono diventati la cornice scomoda di un ben più ampio gioco di potere tra esseri umani. Una trama che ormai conosciamo fin troppo bene e che rischia davvero di distoglierci anche dalla visione di questa stagione, pur sapendo che è l’ultima.

Alessia Pizzi

Alessia Pizzi
Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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