Era stato annunciato che sarebbe stata una puntata dura da guardare.
Il finale cruento dello scorso episodio era un chiaro preludio. Nella pubblicità della Rai si vedeva l’urlo di Lucrezia Tornabuoi e un pugnale colpire Giuliano. I canali social ufficiali della serie tv I Medici non lasciavano molti dubbi. E poi qualche tempo fa, nella puntata dedicata alla Cappella Sistina, Alberto Angela, parlando della congiura dei Pazzi, aveva mostrando in anteprima delle scene del telefilm. Proprio le scene dell’aggressione ai fratelli Medici! (E con questo, abbiamo appurato che Alberto Angela è l’unico uomo che può fare spoiler senza essere linciato!).
D’altra parte, la storia non può essere riscritta. Giuliano doveva morire il 26 aprile 1478. E noi dovevamo disperarci davanti la televisione.
Perché non importa quanto uno se l’aspettasse, la scena della congiura ha fatto male. Questo perché è stata girata e montata veramente bene. C’è un episodio intero che prepara gli spettatori alla tragedia. Per 50 minuti osserviamo i Pazzi cercare un modo per far morire contemporaneamente Lorenzo e Giuliano. Li vediamo coinvolgere loschi figuri, manovrare il Papa, organizzare cene, far uccidere uomini innocenti. Ogni volta con la sensazione che si stia solo rimandando l’inevitabile.
E per 50 minuti vediamo Giuliano desiderare la morte. Lo ascoltiamo dire che non c’è più nulla per cui valga la pena vivere, avvertendo (o sapendo) che presto il suo desiderio sarà esaudito. Abbiamo anche l’occasione di vederlo rinsavire (ovviamente) e scegliere di stare meglio per guadagnarsi il Paradiso e raggiungere così la sua Simonetta. Così la nostra stretta al cuore si fa più stretta.
Guardiamo la messa e abbiamo le palpitazioni.
Il cardinale alza l’ostia, vediamo i coltelli, sentiamo l’urlo di Lucrezia, la musica concitata… ed è subito una nona puntata di Game of Thrones. Siamo lì con le lacrime agli occhi a gridare: “No!”, “Oddio!”, “Bastardi”. E alla fine della puntata, anche se si parla di Primavera e di rinascita, ci sentiamo un bel po’ scossi e tristi.
La scena della congiura è resa e girata veramente bene. Finalmente i rallenty hanno una ragione espressiva (quasi tutti esagerati e inutili quelli presenti prima). I momenti dell’uccisione di Giuliano sembrano quasi un quadro. Uno di quelli che raccontano il martirio di alcuni apostoli o santi. Anche il modo in cui Giuliano passa a Lorenzo il proprio pugnale è un’immagine molto forte. Belle le interpretazioni, bello il montaggio delle scene che contribuisce a dare il senso del caos che un evento del genere doveva aver provocato.
Dallo schermo della tv arriva tutta l’aggressività di quell’atto.
La violenza è tale che sentiamo il senso di colpa provato da Lorenzo. E si capisce perfettamente la sua reazione così forte, così contraria a tutto quello che lui stesso ha predicato durante la stagione. I Medici ci dimostrano come, dopo un crimine feroce e destabilizzante, sia naturale andare alla ricerca della “giustizia” che quasi mai è pacifica. Quanto è semplice desiderare la vendetta. Il senso di umanità e la ragione vengono sempre dopo. Le parole di Contessina le sentiamo, ma non riusciamo ad accettarle pienamente. Esattamente come fa Lorenzo.
In questo senso, non possiamo che dare ragione a Jacopo Pazzi quando afferma:
Io perdo quel poco che mi rimane da vivere, ma tu hai perso tutto ciò per cui hai combattuto. Hai perso la tua anima.
I tentativi di essere un uomo migliore del nonno e del padre, vanno in fumo. Neanche più la bellezza dell’arte e la filosofia con cui è cresciuto sono sufficienti a placare il dolore per la morte del proprio fratello. Perché un fratello è parte della propria identità e nel momento in cui te lo strappano via è come se si perdesse una parte di se stessi. Eppure, per quanto comprensibile, la vendetta non è mai la risposta. Di certo non lo è per il Lorenzo che abbiamo imparato a conoscere. Non lo è per chi, come Botticelli, crede nella vita e nelle sue possibilità. Ed ecco perché è proprio dalla morte che si ricomincia. È proprio dal dolore che rinasce l’arte, quindi la vita.
E che pensare di Gugliemo Pazzi? Fino a che punto era ignaro di quello che sarebbe successo? E perché ha bruciato la lettera di Francesco? Questi dubbi ci accompagnano fino alla fine e anche se all’inizio era un personaggio che stimavamo, ora non possiamo che essere arrabbiati con lui perché era l’unico che avrebbe potuto mettere in guardia Lorenzo. L’esilio, pur causando un’ulteriore separazione della famiglia, appare la soluzione più lucida e ragionevole.
Quando parte la canzone di Skin la tristezza per ciò che è successo si mescola alla consapevolezza di essere davanti al finale. Ma esattamente come siamo ristorati dalla visione della Primavera (realmente iniziata nel 1478), così possiamo consolarci del fatto che la terza stagione è già in fase di riprese.
I Medici si confermano un prodotto televisivo in grado di intrattenere ed emozionare il pubblico in maniera alle volte sorprendente.
E anche per quest’ultima puntata (anche se tragica), noi abbiamo cercato di sdrammatizzare un po’.
Federica Crisci e Francesca Papa