Coldplay: la classifica degli album dal peggiore al migliore

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I Coldplay sono una delle band che più hanno segnato il panorama musicale dell’ultimo ventennio. Proprio di recente il cantante Chris Martin ha annunciato, tra lo sgomento dei fan, che la loro produzione in studio si fermerà nel 2025 con il loro dodicesimo album. Questa sorprendente notizia ci ha indotto a riflettere sullo straordinario percorso musicale della band inglese a partire dagli esordi fino all’ultimo lavoro pubblicato nel 2021. Ecco, quindi, la nostra classifica degli album dei Coldplay, dal peggiore al migliore. Per ognuno, suggeriamo anche i titoli di alcune delle tracce più belle, ma poco conosciute al pubblico.

9. A Head Full of Dreams (2015)

È probabilmente il disco più commerciale dei Coldplay. Ciò non vuol dire che la qualità sia scarsa, ma certamente non si arriva alla raffinatezza e alla suggestività di alcuni lavori. Bisogna ammettere che comunque l’album è perfetto per essere suonato negli stadi e coinvolgere con il suo ritmo migliaia di persone. Anche qui però non mancano alcune chicche meno note al pubblico che presentano una musicalità più ricercata come Birds e Everglow.

8. Mylo Xyloto (2011)

È l’album che preannuncia la nuova era dei Coldplay. Ci sono le prime sperimentazioni con strumenti elettronici, arrivano i colori fluo e vivaci e per la prima volta Chris Martin decide di duettare con qualcuno: Princess of China è il singolo che vede la collaborazione della cantante pop barbadiana Rhianna. In questa canzone, così come in Paradise si accentuano alcune derive pop e commerciali, ma riconosciamo ancora i Coldplay intimi e alternative in brani come Us against the world e Major Minus.

Il titolo non ha alcun significato; è il nome di un personaggio che ha ispirato la pubblicazione di una serie di fumetti scritta dal gruppo in collaborazione con il registra Mark Osborne, che racconta le vicende di un giovane abitante dell’immaginaria Silencia sul fronte di una guerra per reprimere la musica e i colori nel suo mondo. Vi ricorda qualcosa? A distanza di 10 anni una trama simile tornerà nel videoclip di Higher power, ambientato stavolta sul pianeta, anch’esso immaginario, Kaotica.

7. Everyday Life (2019)

Everyday life è il penultimo lavoro pubblicato dal gruppo. Il più sperimentale in assoluto e decisamente il meno commerciale. Anche la promozione è stata minima e lo stesso Chris Martin ha affermato che non verrà mai eseguito nei tour. È una parentesi in bianco e nero di quel mondo in technicolor che caratterizza l’ultima fase dei Coldplay. È un album profondo e impegnato a livello sociale che include alcuni brani davvero validi come Arabesque, Daddy e Trouble in town.

6. Music of the Spheres (2021)

L’album più recente dei Coldplay si proietta in una dimensione spaziale. Prevalgono i toni allegri, anche se non mancano momenti più intimi e introspettivi. Diverse sono le collaborazioni, tra cui il famosissimo brano, campione di ascolti, My Universe con i coreani BTS. Sono presenti nel disco diversi stili, dal pop anni ’80 al rock, dalle influenze elettroniche a quelle gospel. Da ascoltare assolutamente: l’energica People of the Pride e la spettacolare Coloratura, sintesi dell’animo e dell’arte dei Coldplay.

5. Ghost Stories (2014)

Ghost stories, come suggerisce il titolo, è un album tormentato. È il tormento degli spettri del passato che determinano il presente e il futuro. Il lavoro è ispirato dalle vicende personali del frontman Chris Martin, che proprio in quel periodo affronta la separazione dalla moglie Gwyneth Paltrow. È un momento difficile, che in seguito la band ha raccontato nel film documentario A Head full of dreams, in cui il cantante si interroga sul sentimento stesso dell’amore e sulla capacità di provarlo. Tra le tracce più rappresentative di questa riflessione ce ne sono alcune quasi sconosciute come Ink e Fly on, nascosta come ghost track all’interno del brano O.

4. Viva la Vida or Death and All His Friends (2008)

Il quarto album in ordine di pubblicazione è anche il quarto della nostra classifica. Questo disco segna la novità dopo i primi tre lavori, considerati dagli stessi Coldplay come una trilogia. Si sente l’influenza del produttore Brian Eno e la sperimentazione nella struttura musicale dei brani. Si potrebbe definire come l’album più “artistico” del gruppo. Particolarmente iconica, infatti, è la copertina che riproduce il dipinto di Eugene Delacroix, La libertà che guida il popolo. Lo stesso titolo, poi, è ispirato nella prima parte a un quadro della pittrice Frida Kahlo (prima che diventasse mainstream) intitolato proprio Viva la vida. L’ambivalenza del titolo del disco rappresenta la doppia anima, quella gioiosa e quella malinconica, che caratterizza la loro musica. Oltre all’ormai classico Viva la Vida, meritano di essere ascoltati capolavori come Violet hill e 42.

3. Parachutes (2000)

Saliamo sul podio con il primo album in studio dei Coldplay. Un capolavoro che racchiude il loro straordinario talento musicale ma anche tutta l’ingenuità e l’acerbo entusiasmo dei vent’anni. Le sonorità sono prettamente acustiche, i sentimenti immediati e diretti. Con un esordio così il successo è assicurato! Best tracks: Don’t Panic, Shiver, Everything’s not lost.

2. A Rush of Blood to the Head (2003)

Il secondo disco dei Coldplay viene inciso all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle del 2001. Questo evento influisce sui toni che diventano più cupi, più maturi e consapevoli. È la perfetta evoluzione di Parachutes, prevale l’uso del pianoforte e delle chitarre in meravigliose ballate, musica acustica ma anche brani più energici e incalzanti. The Scientist e Clocks sono divenuti dei classici della musica internazionale, ma l’intero album raggiunge livelli qualitativi altissimi con brani come Politik, God put a smile upon your face e Green eyes.

1. X&Y (2005)

Al primo posto della nostra classifica troviamo X&Y, l’album degli opposti, degli ossimori e delle incognite. Il carattere dei Coldplay è sempre stato un mix particolare tra ottimismo e pessimismo, allegria e malinconia. Il tutto sempre accompagnato da un sentimento a tratti mistico e di ossequioso rispetto nei confronti dei misteri dell’esistenza, di tutto ciò che, proprio come le incognite matematiche, è sconosciuto, ma costante e fondamentale.

Stando alle dichiarazioni, è forse l’album meno amato dalla band stessa. Il motivo non è ben chiaro, visto che i fan di tutto il mondo ne sono letteralmente innamorati. Il sound si discosta parzialmente dai due dischi precedenti, è più ricercato e utilizza in misura maggiore il sintetizzatore. Fix you, il brano scritto per Gwyneth Paltrow dopo la perdita del padre, ha segnato la storia della musica mondiale. Square one, What if  e Swallowed in the sea sono solo alcuni degli altri capolavori contenuti in questo album straordinario.

Francesca Papa

Francesca Papa
Sono laureata in Italianistica e insegno lettere. Amo la letteratura e tutto quello che riguarda la lingua italiana, ma sono anche una grande appassionata di serie tv e di musica.

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