The Witch, l’horror che strega

witch-film-2016 recensione

Uscito sugli schermi italiani lo scorso 18 agosto, The Witch ha già stregato  critica e pubblico. Manca ormai davvero poco all’uscita di Blair Witch, sequel dell’acclamato The Blair Witch Project, ma è un altro film sulle streghe a stimolare l’estate di chi è rimasto in città. Si tratta di “The Witch – Vuoi ascoltare una favola?”, film diretto dal giovanissimo Robert Eggers.

 

Una trama non banale per un horror

Il film è consigliatissimo sul web e, sebbene possa lasciare un po’ interdetti in alcuni casi, tutti gli amanti dell’horror dovrebbero vederlo. Per una serie di motivi. Primo su tutti, The Witch è l’horror che non ti aspetti: ha una trama molto semplice che però si sviluppa sempre in maniera non banale. Fino all’ultimo minuto si dubita di aver intuito il finale, e questo mi sembra davvero un gran pregio nel mare magnum dei film dell’orrore prevedibili e scontati.
 
Siamo nel New England del Seicento: il predicatore William viene allontanato dalla comunità e va a vivere vicino alla foresta con la moglie e i cinque figli. Dopo pochi minuti dall’inizio del film una serie di eventi infausti colpisce la famiglia, dalla sparizione dell’ultimogenito alla manifestazione di strani segni. Nella forte religiosità dei protagonisti si insinua lentamente il veleno della debolezza, del dubbio, della sfiducia reciproca: chi è la strega della foresta, e soprattutto, cosa vuole da questa famiglia? Thomasin, la figlia più grande, spicca subito per la magistrale interpretazione di Anya Taylor-Joy e tiene le redini di tutto lo sviluppo della trama.

Il trailer

 
 
 

La recensione

 
Non è un film che si può facilmente spiegare senza rivelare troppo, sappiate solo che le scene da brivido sono molto intriganti e lasciano lo spettatore in un limbo tra detto e non detto, compreso e non compreso fino alla fine. Interessanti anche gli spunti sulla condizione femminile dell’epoca, sull’estremismo della religione predicata e sulle facili accuse di stregoneria: tutti temi che dipingono uno scorcio assai realistico della società coeva, specialmente quella di campagna. Non a caso, infatti, la storia è stata ricostruita basandosi su atti e documenti reali: accade quindi che nella ricostruzione veritiera del passato cala inesorabilmente una pioggia pungente di superstizione, con gocce di caccia alle streghe e diavoli tentatori, senza perdere – però – credibilità.
 
Nonostante il linguaggio ricercato, l’ambientazione storica e l’effettiva mancanza di veri e propri colpi di scena, la pellicola tiene attento lo spettatore fino all’imprevedibile finale, rivelando il lato oscuro del fragile essere umano messo sotto pressione. Quindi Eggers, che fino ad oggi si era cimentato solo in cortometraggi, promette davvero bene e potrebbe diventare una delle rivelazioni del 2016.

Se siete in città correte a vederlo. Se siete ancora in vacanza segnatelo in agenda: renderà più dolce il vostro rientro alla quotidianità.  

Alessia Pizzi

Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui