L’11 agosto 2022 avrete una ragione in più per osservare il cielo, oltre alla consueta ricerca di una stella cadente: arriva al cinema Nope, l’ultimo e attesissimo film di Jordan Peele, una pellicola rivoluzionaria dedicata agli alieni.
Nonostante la semplice premessa, recensire Nope potrebbe essere più complesso del previsto anche solo per una questione di approccio: possiamo decidere di voler capire le mille tematiche di questo film, arrendendoci al fatto che nessuna predomina sulle altre, oppure possiamo decidere di valutare il film nel suo complesso.
Per accompagnare i lettori in questa recensione mi propongo di tentare entrambi gli approcci, passando prima al crivello alcuni dei punti salienti del film e dando alla fine la valutazione complessiva. Quello che mi sembra davvero interessante in Nope è che ogni personaggio porta una lettura differente della realtà, creando una sorta di caleidoscopio di esperienza e verità.
Nope è un film sugli alieni
Per farla breve, Nope è un film sugli UFO. Prime vittime dell’incontro extra-terrestre sono i proprietari del ranch Haywood, noti per l’addestramento di cavalli nei film: Otis Junior (Daniel Kaluuya, attore feticcio di Peele e interprete di altre pellicole come Get out) dovrà prendere letteralmente in mano le redini della situazione aiutato dalla sorella Emerald (Keke Palmer), che non vede l’ora di fare fortuna con l’invasione aliena nel ranch. Durante l’impresa non mancheranno giornalisti affamati di scoop e complottisti.
Nope è un film sulla fame di successo
È proprio Emerald, così diversa da O.J., a portare in scena il primo punto di vista contrastante con quello integerrimo e naturalista del fratello. La ragazza vuole a tutti i costi filmare l’UFO per diventare ricca, tanto da ingaggiare un regista per compiere l’impresa, mentre O.J. è molto preoccupato per i suoi cavalli, terrorizzati dall’aliena presenza. Ma Em non è la sola a voler cavalcare l’onda: anche Rick Park (Steven Yeun, aka il Glenn di The Walking Dead) non vede l’ora di vendere al pubblico del suo parco a tema lo show degli UFO. L’esperienza avuta molti anni prima con la scimmia Gordy, che durante uno show televisivo è impazzita a causa di un palloncino scoppiato, sembra non essere servita come lezione. Ma di Gordy ne riparliamo più avanti.
Nope è un film sulla famiglia
Nope è un film sulla famiglia, sull’eredità dell’azienda familiare, ma anche sul rapporto tra fratello e sorella, che di fatto sono i protagonisti della pellicola. Nonostante le diversità, O.J. ed Em si vogliono molto bene e si sostengono anche quando non condividono le scelte dell’altro. Il senso del dovere di O.J. nei confronti dell’attività ereditata dal padre, la sua devozione verso i cavalli e la protezione nei confronti della sorella, lo rendono un personaggio portatore di messaggi semplici e sani.
Nope è un film sul rapporto tra esseri umani e animali
La figura di O.J. quindi porta sullo schermo l’amante degli animali, quello che tratta l’UFO come un cavallo non addomesticato. O.J. è il tipo di persona che porta la propria natura in scena, qualunque cosa accada. Può esserci un’invasione aliena nel ranch, ma lui deve dare da mangiare ai cavalli. Può esserci un alieno killer sopra casa sua, ma lui lo continuerà a trattare come un animale selvatico, applicando all’UFO l’unico tipo di comunicazione che conosce: quello dell’addestratore.
Ma la scimmia cosa c’entra? [Possibile Spoiler]
Torniamo quindi a Gordy, la povera scimmia che impazzisce anni prima senza un apparente motivo e inizia ad aggredire le sue co-star sul set per poi tornare tranquilla, come se avesse avuto un raptus. Non ho potuto fare a meno di pensare che sia stato l’arrivo dell’UFO (anche molti anni prima della linea temporale presente) a turbarla, visto che anche i cavalli di O.J. si agitano parecchio quando l’UFO si avvicina. Questa però è solo una mia congettura: nel film appare evidente che l’animale addomesticato non è mai totalmente gestibile. I cavalli sul set tirano calci, e nemmeno l’UFO reagirà bene quando Rick proverà a renderlo uno spettacolo per famiglie.
Dramma, horror, commedia, sci-fi. Cosa caspita è Nope? [Spoiler]
Nella pellicola si intrecciano talmente tante letture dell’incontro ravvicinato con gli alieni che è davvero difficile inquadrare un genere specifico: cercando su Google troverete la dicitura “horror/sci-fi”, ma di fatto Nope ha note molto ilari (a partire dal titolo che vuol dire “NO” ed è una delle battute più divertenti che sentirete uscire dalla bocca del protagonista).
Ma non solo: quando Em ingaggia il regista per filmare con una telecamera a manovella (visto che l’UFO inibisce l’elettricità), possiamo assistere a delle scene molto esilaranti di dramma artistico: il regista filma fino a essere ingerito. A quel punto mi aspettavo che l’UFO sputasse la telecamera col prezioso filmato, come aveva fatto precedentemente con tutti gli oggetti metallici indossati dalle proprie vittime. E invece Peele mi ha fregato con un film minestrone, girato in IMAX e con una colonna sonora molto bella, che rivoluziona il genere sci-fi, spiazzando lo spettatore dall’inizio alla fine: il regista si immola e alla fine non gli torna nulla indietro. L’arte per l’arte, l’estremo sacrificio per un’esperienza shock con la telecamera in mano. Sembrava un’esibizione di Marina Abramovich.
Valutazione finale
Per concludere, dopo la visione si esce dalla sala un po’ confusi, ma con la consapevolezza di aver visto due ore di film senza annoiarsi. Una pecca? Se proprio dovevamo portare sullo schermo un UFO visto da “nuove prospettive”, forse nel 2022 avremmo potuto rappresentarlo meglio con gli effetti speciali, ma credo che l’intento fosse proprio quello di lasciare chi guarda a fissare delle scene difficilmente interpretabili.
Film assolutamente consigliato per questa torrida estate, in cui il cinema resta una delle poche speranze di sopravvivenza.
Anteprima a Roma col cast di Nope
Daniel Kaluuya e Keke Palmer salutano gli spettatori prima dell’anteprima di Nope al The Space Cinema Moderno.
Alessia Pizzi