“Non mi uccidere” è un film diretto da Andrea De Sica in streaming su Netflix e tratto dall’omonimo romanzo di Chiara Palazzolo. Il regista scommette nuovamente su Alice Pagani come protagonista dopo “Baby“, la serie sulle baby squillo che ebbe un grande successo sulla medesima piattaforma.
Un storia d’amore e di orrore
“Non mi uccidere” può avere molte colpe, ma anche altrettante virtù. Partiamo col dire che al centro della storia ci sono due adolescenti innamoratissimi. Lei ha paura dell’esaltazione di lui, ma vuole immergersi nel suo mondo. Decide quindi di sballarsi insieme al compagno ed entrambi muoiono di overdose. Solo che Mirta, così si chiama la giovane interpretata da Alice Pagani, si risveglia: esce fuori dalla tomba di Prima Porta (Roma) come Buffy L’Ammazza Vampiri all’inizio della sesta stagione della celebre serie tv.
Da quel momento la ragazza ci conduce nel suo mondo: inizia a tornare in tutti i posti della sua vita, dalla casa dei genitori ai locali underground in cui aveva conosciuto Robin, il suo amore. Ben presto scopre di essere diversa, e quindi costretta a scappare dalla sua vecchia vita. In questa fuga dai vivi e da chi le dà la caccia, fa amicizia con un’altra come lei, Sara, che cerca di spiegarle cosa è diventata: una sorta di vampiro senza canini, una zombie lucida.
Una metafora di emancipazione
Mentre la donna cerca di spiegarle le regole del nuovo gioco, Mirta è ossessionata da Robin: non può andarsene senza di lui. Questa ricerca, però, la condurrà a scoprire una drammatica verità e soprattutto a rimettere in discussione tutto l’amore che prova. Mirta diventa così il simbolo di una asimmetria sessuale di cui siamo spesso osservatori e commentatori nella quotidianità: si capisce dai primi due minuti di film che Robin è sempre convinto di fare la cosa giusta, anche se la sua compagna mostra segnali di paura e disagio. L’amore rende cechi, soprattutto quando si è alle prime armi, e Mirta diventa il simbolo di una ingenuità riscattata, seppur a caro prezzo.
Tuttavia, nonostante gli avvertimenti di Sara sulla caducità del primo amore, è impossibile non simpatizzare con la coppia: i flashback del passato che Mirta condivide con lo spettatore sono troppo romantici da digerire con indifferenza. Un punto di forza di questo film è che come protagonisti ha due attori che sono davvero belli da vedere insieme. Rocco Fasano è il sosia italiano di Robert Pattinson in Twilight, non so se per una scelta consapevole di chi ha fatto i casting. Alice Pagani è eterea, sembra una bambola di porcellana.
Guardarli mentre si amano, mentre si toccano, anche se a volte la recitazione è acerba e soprattutto non ci capisca benissimo cosa dicano, è veramente piacevole. “Non mi uccidere” è un film carico di attese e sensualità. Le scene hanno una tensione esistenziale fortissima anche se a volte si lasciano un po’ troppo i temi in sospeso e lo spettatore è quasi costretto a intuire delle risposte. Nonostante alcune lacune, il film tiene incollati fino alla fine: ha un’atmosfera che oscilla tra l’incubo e il sogno e la necessità impellente di mandare un messaggio sul rapporto tra uomini e donne.
Alessia Pizzi