Captain Marvel: finalmente, arriva la capitana

Capitain Marvel 2019 recensione film

È arrivato sul grande schermo il primo film Marvel con protagonista una donna.

Per chi non conosce bene il mondo Marvel, il titolo può trarre in inganno. Chi penserebbe mai che Captain Marvel sia in realtà “Capitana Marvel”? Sarebbe difficile immaginarsi il contrario, visto che i film dell’universo Marvel presentano un alto livello di testosterone. Thor, Iron Man, Capitan America, Doctor Strange, Ant-Man e via dicendo. Belle presenze (nessuno potrebbe lamentarsi) e bei personaggi, ma pur sempre tutti uomini. Non manca mai la partecipazione femminile, ma si tratta quasi sempre delle compagne degli eroi. Sì, abbiamo Black Widow (di cui dovrebbe uscire prossimamente un film interamente dedicato alla sua storia) e le interpreti di questi personaggi sono attrici notevoli nel panorama hollywoodiano. Ma nessuna delle venti pellicole cinematografiche era stata mai dedicata a un’eroina. Almeno fino ad ora.

Tranquilli: questo non vuole essere un articolo di polemica sulle differenze di genere (anche se fin quando esisteranno, sarà opportuno parlarne). Tuttavia è bene ricordare che gli appassionati lettori dei fumetti Marvel hanno già egregiamente superato da tempo queste dissertazioni.

Captain Marvel è presumibilmente il personaggio più forte che abbiamo incontrato ad oggi. Ecco perché è probabile che le spetterà un ruolo cruciale nella guerra contro Thanos che vedremo nell’ormai prossimo Avengers: End Game in quella che potremmo definire la tecnica narratologica della ring composition: la «struttura ad anello». In questo caso espediente per aprire potenzialmente nuovi capitoli ancora da raccontare.

L’universo Marvel è in costante crescita.

Avengers: Infinity War e lo stravolgimento narrativo

Il film dedicato a Captain Marvel è tra i più belli della saga.

Si potrebbe considerare a tutti gli effetti un film classico; nella storia, nei temi, nel modo in cui viene raccontato. Siamo di fronte a un racconto di formazione in cui la protagonista scopre progressivamente chi è e di che cosa è realmente capace, accettandolo ed esprimendolo. Carol/Vers (Brie Larson) è una guerriera dell’impero Kree che non ricorda nulla del suo passato. Ha dei poteri che non riesce a controllare  con i quali dovrebbe dare la caccia a una popolazione aliena, gli Skrull, che minaccia il mondo in cui vive. Ma presto, Carol dovrà fare i conti con il suo passato e con la verità che, inutile dirlo, non è come appare (fate molta attenzione ai gatti!).

Il percorso di crescita di Carol è ben costruito. Attraverso di lei viviamo la confusione di chi non si conosce e la sfiducia nei confronti di se stessi. Sono stati d’animo in cui chiunque può identificarsi. È probabile che ognuno di noi almeno una volta nella vita si sia ritrovato nella sua stessa situazione. Un vero e proprio viaggio empatico, una rinascita e un’acquisizione di consapevolezza.

Una chiave di lettura metaforica è riposta nel suo “habitus”. Difatti, come è noto, nei momenti di difficoltà indossiamo una corazza con colori non nostri perché non abbiamo idea di come vestirci per affrontare la realtà. Senza rendercene conto mostriamo qualcosa che non ci appartiene. E tanto più sentiamo quel senso di smarrimento di fronte alla domanda “chi siamo?”, tanto più ci emozioniamo nel vedere Carol diventare consapevole e liberare il suo potere. Usciamo dal cinema colmi di energia, pieni di voglia di esistere.

Le riflessioni a freddo faranno capolino anche giorni dopo l’uscita nelle sale. Si ripenserà al film come incipit di una nuova saga non solo filmica. È la voglia di rimettersi in gioco una volta acquisita la nuova consapevolezza del sé.

Captain Marvel indirizza lo spettatore ad intraprendere un nuovo sentiero. Ovviamente la “messa a fuoco” dei messaggi estrapolati da una pellicola dipende direttamente dall’occhio di chi osserva.

Ma di una cosa si può esser certi: eroi ed eroine possono essere fonte d’ispirazione.

Si può essere eroi anche senza super poteri, un po’ come lo è l’agente segreto Nick Fury. Nato dalla matita di Stan Lee è il fil rouge di tutti i capitoli cinematografici Marvel. Nicholas Joseph Fury, interpretato dal magistrale Samuel L. Jackson, nel Marvel Cinematic Universe, si fa carico della grande responsabilità di costituire un team di super eroi per proteggere la Terra.

Come detto, con questo capitolo facciamo un salto nel passato e assistiamo all’inizio e al contempo alla fine (forse). In entrambi i casi, non è affatto male, né come punto d’inizio, né d’arrivo.

Alessia Aleo e Federica Crisci

Federica Crisci
Sono laureata Lettere Moderne perché amo la letteratura e la sua capacità di parlare all'essere umano. Sono una docente di scuole superiori e una SEO Copy Writer. Amo raccontare storie e per questo mi piace cimentarmi nella scrittura. Frequento corsi di teatro perché mi piace esplorare le emozioni e provare a comprendere nuovi punti di vista. Mi piace molto il cinema, le serie tv, mangiare in buona compagnia e tante altre cose. Passerei volentieri la vita viaggiando in compagnia di un terranova.

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