Marvel è una delle case di produzioni più interessanti nel mercato dei cinecomics. Sa investire anche su di una sceneggiatura palesemente mediocre traendone risultati decisamente funzionali ed esilaranti.
Ant-Man and the Wasp è un film in 3D scritto da Andrew Barrer e Gabriel Ferraridiretto e diretto da Peyton Reed con un cast di tutto rispetto: Paul Rudd (Scott Lang / Ant-man), Evangeline Lilly (Hope van Dyne / Wasp), Michael Peña (Luis), T.I. (Dave), Michael Douglas(Hank Pym), Michelle Pfeiffer (Janet van Dyne / Wasp). In uscita nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 14 Agosto.
Torna la comicità
Dopo il pugno allo stomaco che i fan della Marvel hanno incassato con Avengers: Infinity War, la Marvel aveva bisogno di rientrare in scena con qualcosa di leggero e decisamente comico.
Il film ha una storia non troppo pretenziosa. La trama si presenta scontata fin dai primi minuti, la sceneggiatura è assolutamente mediocre ma nel complesso piace grazie ad un umorismo genuino. Insomma se nella botte piccola c’è il vino buono – rispetto ai suoi predecessori – allora il film è una bella boccata d’aria fresca.
Altra carta vincente è sicuramente il giusto equilibrio tra azione, suspense e comicità. Il film, seppur lento a tratti, confuso in alcune scene, forzato in altre, riesce a non annoiare. È ben calibrato: i colori sono vivaci, le azioni intense e la scelta del cast fa tutto il resto, senza contare il grande aiuto dato dalla tecnologia 3D che riesce a dare quel quid pluris che manca alla storyline.
In Ant-Man and the Wasp non abbiamo una linea guida, un piano ben studiato. I protagonisti hanno le loro storie e tutti lottano contro il tempo.
Scott (Ant-Man) che vuole solo finire i suoi domiciliari e tornare ad essere un padre a tempo pieno e lavorare alla società che ha fondato con Luis; Hope (Wasp) e Hank che voglio salvare la signora Pym dall’universo quantico e infine Ava che sta per tirare le cuoia ed ha bisogno del laboratorio di Hank Pym. Altri nemici sono messi li per dare spessore alla trama ma sembrano più marionette che corrono senza senso.
Nonostante gli aspetti negativi che derivano, forse, da una poca attenzione verso questa pellicola, il film rappresenta una sorta di palliativo alla contusione post traumatica da Infinity War. Sfata, inoltre, il mito da sequel uguale disastro e, vince – non in termini qualitativi – grazie al suo non prendersi troppo sul serio, perché a volte lo spettatore ha solo bisogno di divertirsi, nulla di più e poi l’autoironia a chi non piace?!
L’azione è solo una schermata, il cuore pulsante del film sta tutto nei sentimenti e nelle relazioni.
Un film sentimentale travestito da action movie. Non c’è il mondo da salvare, ma una moglie e madre da riportare a casa. L’amore di un marito verso la propria moglie scomparsa da 30 anni. Il desiderio e la speranza di una figlia di riabbracciare sua madre. E poi ci sono Scott e Hope: l’amore passato, la rabbia, la frustrazione e la complicità che ritorna spingendoli, sul finire, a ritrovarsi insieme, ancora una volta.
Insomma, sono le relazioni durature o meno, nuove e vecchie a trainare il film fino alla fine. Il bene trionfa sul male e tutti vissero felici e contenti o forse no? È palese, dunque, che la pellicola non sia per nulla ambiziosa e piace per questo. Marvel sa quando sferrare il colpo che sbanca il botteghino, ma sa anche quando è il momento di volare basso, forse per questo Ant-man non ancora ha una tuta con le ali?
Ah dimenticavo, non alzate il sedere dalla poltrona fino alla fine dei titoli di coda, ne vedrete delle belle!!!
Angela Patalano