Tom. Istruzioni su come custodire un’amicizia

Nel cuore di Roma, al Teatro Trastevere, dal 22 al 27 gennaio in Prima assoluta in scena Tom. Una tromba, baffi arruffati e tanti grattini. Un gatto speciale sulle note di Space Oddity ci racconta il valore della vera amicizia.

Il rumore delle onde, la veranda di una vecchia casa al mare e uno strano gatto che suona la tromba.

Si apre così la prima scena di Tom, spettacolo dai mille toni che riflette sul dono dei ricordi e sulla possibilità di mantenerli in vita.

Il giovane e triste Leo ormai da anni vive nella sua casa al mare, insieme al suo fedele gatto Tom, un randagio che con cura ha lui stesso addomesticato e dal quale è inseparabile.

La ricerca improvvisa di un nuovo padrone per Tom spinge Leo a contattare Jo ed Anna, due vecchi amici di adolescenza con i quali ha condiviso davvero tutto ma che, per le vicissitudini della vita, ha perso di vista.

Resoconto di una rimpatriata:  viaggio nei ricordi e quesiti dell’anima

In un’ atmosfera silenziosa e pacifica e in quella casa che improvvisamente sembrava essere il centro del mondo per Tom e Leo, irrompe la rumorosa presenza del passato.

Dopo i primi imbarazzi, i tre amici iniziano a dar voce alle proprie esistenze ormai apparentemente così diverse.

I ricordi di infanzia legati al gioco, alla leggerezza, lasciano il sorriso sulle labbra e fanno spazio ad analisi approfondite su ciò che si era e ciò che nel tempo si è diventati, sperando di ritrovare ancora parte di quella fanciullezza nel caos delle loro anime.

Alle risate seguono le inevitabili incomprensioni causate dalla distanza, dal non detto o dal non fatto, da ciò che si desiderava e non si è mai realizzato, da verità dolorose.

Un tripudio di emozioni che cade giù pungente, come la pioggia della tempesta che li coglierà di sorpresa. L’atmosfera seguente delineerà un affetto mai svanito e il desiderio, nonostante tutto, di credere ancora in un’ avventura insieme.

Tom: al suon di tromba un monologo sull’esistenza

I flussi di coscienza di Tom, sensibile a ciò che accade attorno a lui,spezzano la linearità delle scene. Il suo mondo e quello di Leo, ormai amici per la pelle, sembra subire delle modifiche.

Tra grattini e coccole vicendevoli, il simpatico gatto non sembra essere pronto a lasciare andare quel mondo che lo ha condotto lontano dalla strada e più vicino al cuore di una vera casa e di un vero legame.

I pensieri di Tom parlano di eternità, di amicizia, dell’incapacità di abituarsi agli imprevisti che la vita ci mette davanti, della consapevolezza che, prima o poi, toccherà farlo.

Le parole di Tom, alternate al suono della sua tromba, ci spiegano quanto i ricordi siano importanti e, più di ogni altra cosa, quanto condividerli con qualcuno sia importante. Solo in questo modo il ricordo vivrà per sempre nella memoria.

Ad aiutare Tom, fornendo dinamicità e colore alla pièce, giunge Alex, un giovane ragazzo sulla soglia dell’età adulta che si appresta ad affrontare un grande viaggio. Il suo vivere  a cavallo tra la spensieratezza e la consapevolezza dell’adulto giocheranno un ruolo molto importante per Leo e i suoi amici.

Condividere è vivere

Uno spettacolo teatrale di Rosalinda Conti con la regia di Matteo Ziglio, interpretato da giovanissimi, talentuosi ed espressivi attori (Giuseppe Ragone, Gioele Rotini, Marco Usai,Fabrizio Milano, Giordana Morandini) che scuote gli animi, emoziona e lascia agire il cuore.

Sulle note di Space Oddity e il racconto del suo Major Tom, questo strano viaggio che è la vita approda come una navicella spaziale ad una conclusione che ci mette in gioco e segna il cammino di ciascuno.

La nostra avventura avrà davvero un senso se saremo capaci di prenderci cura di qualcosa o di qualcuno malgrado gli evidenti limiti e rispetto all’immensità di un infinito indefinito.

È la condivisione della vita che la rende eterna, oltre il tempo che scorre e le pareti di una casa al mare.

Solo così le nostre orme sulla sabbia non saranno trascinate via dalle onde e basta; solo così resteranno indelebili: se qualcuno si ricorderà di aver passeggiato insieme a noi.

Maria Grazia Berretta

Maria Grazia Berretta
Siciliana di nascita, romana di adozione, laureata in lingue straniere, ha vissuto a Lisbona dal 2014 al 2016. Simpatica e solare, trova nella scrittura e in tutto ciò che è arte e cultura il porto sicuro, un luogo senza tempo e senza spazio dove essere liberi.

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