Sanremo 2021, Covid-19 edition: vengo anch’io, no tu no!

platea vuota come dovrebbe essere sanremo 2021

Possiamo dire tutto, ma non che Sanremo non offra una polemica diversa ogni anno. Dopo l’annata 2019-20 dedicata al presunto sessismo di Amadeus, il Festival della Canzone Italiana, sempre capeggiato dallo stesso conduttore, torna con una nuova richiesta:

Nell’anno della Pandemia, noi vogliamo il pubblico al Teatro Ariston!

E qui scatta subito la crisi, visto che da mesi i DPCM tengono i teatri italiani chiusi: il Festival di Sanremo è uno spettacolo dal vivo e la location che lo ospita è un teatro, pure se va in televisione. Pochi giorni fa, quindi, pubblicavo nella mia newsletter un articolo dedicato alla petizione lanciata da Claudio Bellumore, giovane direttore di coro e musicista, su Change.org – e arrivata già a 30mila firme. Un inno all’equità, insomma, proprio per i teatri.

Ma il problema riguarda davvero solo i teatri?

A seguito di questa pubblicazione sono rimasta molto colpita dal dibattito di alcune redattrici di CulturaMente che hanno tirato fuori dei punti di interesse molto forti.

Il teatro Ariston è da considerare un teatro o uno studio televisivo? Valeria mi fa notare che C’è Posta per te ha il pubblico e che Sanremo, in quanto show televisivo non dovrebbe fare differenza.

Interviene quindi Stefania (l’avvocato non fa mai male in queste discussioni): in effetti i DPCM autorizzano il pubblico nei programmi TV. Secondo una delle FAQ del sito del Governo, infatti:

“Le trasmissioni televisive, in diretta o registrate, possono svolgersi in presenza di pubblico (comparse, figuranti, ospiti)?

Sì, in quanto alle trasmissioni televisive non si applica il divieto previsto per gli spettacoli, perché la presenza di pubblico in studio rappresenta soltanto un elemento “coreografico” o comunque strettamente funzionale alla trasmissione. Deve essere comunque sempre garantito il rispetto delle prescrizioni sanitarie, nonché quelle in materia di distanziamento interpersonale sia fra il pubblico o gli ospiti, sia fra il personale artistico e il pubblico o gli ospiti medesimi. Qualora, per ragioni di produzione, non fosse possibile garantire continuativamente la distanza interpersonale di almeno un metro tra il pubblico e il personale artistico, sarebbe in ogni caso obbligatorio indossare la mascherina. Per quanto concerne le modalità lavorative del personale artistico, si rinvia ai relativi protocolli professionali e alle relative interpretazioni dei ministeri di settore”.

In sostanza, nei programmi Mediaset la rete paga il pubblico (figuranti) e magari gli fanno fare dei tamponi prima di ammetterli e/o gli controlleranno la temperatura. E lo stesso, infatti, chiedeva in pompa magna Amadeus, come riporta un articolo del Corriere.it. La Rai cercherebbe infatti conviventi (per farli stare seduti vicini) che si facciano il tampone e siano i figuranti del Festival.

Il pubblico è una scelta, non un’imposizione

Come specifica Stefania, molte trasmissioni su altre reti hanno scelto di non avere comunque il pubblico: la norma consente di fare qualcosa, non lo impone. E sono d’accordo con lei sul fatto che Sanremo poteva davvero risparmiarsi questo assembramento. Già, perché di questo si tratta: il virus non fa sconti a nessuno. Bisognerebbe evitare assembramenti laddove non sia strettamente necessario. I DPCM riconoscono la funzione “coreografica” e “scenografica” del pubblico, dice Stefania. Sarebbe brutto da vedere – ma giusto – avere un pubblico distanziato e con mascherina. In effetti il tampone effettuato vale fino ad un certo punto: quando lo fai, un’ora prima di entrare nello studio? Ne dubitiamo.

Perché l’Ariston sì e gli altri Teatri no?

Abbiamo osservato molti teatri, come il San Carlo di Napoli, prodigarsi con gli spettacoli in streaming, senza pubblico. Per questo viene naturale chiedersi – a caldo – perché all’Ariston che ospita Sanremo siano concesse altre libertà.

Nessuno obbliga la RAI a mandare in onda il Festival con il pubblico. Si tratta di fare scelte responsabili e magari evitare di coinvolgere il pubblico (che pure se figurante è sempre essere umano e quindi contagiabile!).

Giuria e Giornalisti

Ambra si chiedeva che fine faranno giuria e giornalisti: l’idea poteva essere quella di mettere loro sparsi in platea (se non in diretta streaming, tanto meglio se le regole lo consentono) al posto dei figuranti.

Chiosa Valeria:

Il pubblico lo devi togliere per evitare assembramenti anche negli studi tv. Punto. E se non lo togli nello studio tv allora non lo togli neanche a Sanremo perché, pur essendo un teatro, deve essere considerato alla stregua di uno studio televisivo per quei cinque giorni.

Quindi, non è che ci vogliamo accanire contro l’Ariston perché è un teatro che ospita un pubblico. Ci arrabbiamo perché vanno fatte scelte sicure A PRESCINDERE.

Alessia Pizzi (riassume il pensiero di Valeria de Bari, Stefania Fiducia, Ambra Martino)

Photo by Yukko Tovarnajnyn on Unsplash

Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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