“NON SONO UNA REGISTA TRANQUILLA, NON SONO CARINA, NON SONO UNA SIGNORA, FORSE NEMMENO UNA DONNA. SONO SOLO UN’ARTIGIANA ARRABBIATA CHE DEVE RISOLVERE PROBLEMI TRA TEMPO, DENARO E POLITICA”.
Lina Wertmuller
In Italia, se si escludono figure quasi mitologiche come Elvira Notari ed Elivira Giallanella, bisogna aspettare gli anni sessanta per rivedere una donna dietro la macchina da presa, sia nel cinema mainstream (con Lina Wertmüller e Liliana Cavani) che nel cinema d’avantgarde.
Chi era Lina Wertmuller
Registra, scrittrice e sceneggiatrice, Lina Wertmüller è stata una delle più grandi cineaste a livello mondiale (1928-2021). Inizia la sua carriera come segretaria di edizione nel 1953 per “…e Napoli canta!” di Armando Grottini, successivamente affiancò Federico Fellini ne La dolce vita (1960) e 8½ (1963) da qui in poi si dedicò alla regia ed il successo internazionale fu velocissimo. Fin dalla direzione della sua prima opera I basilischi, la Wertmüller ha subito conquistato il Festival di Locarno ottenendo ben 14 premi in tutto il mondo.
Trentatrè film e trentadue sceneggiature sono serviti a rendere la film maker una vera e propria icona e visionaria nella filiera cinematografica nazionale e internazionale lasciando un segno importante nella commedia italiana. Più delle sue predecessore, ha letteralmente scardinato il perbenismo del cinema italiano grazie al suo essere trasgressiva e anticonformista.
La prima donna a vincere l’Oscar
Prima donna a vincere un Oscar [1] nella categoria miglior regista – dopo di lei ci saranno solo Jane Campion e Sofia Coppola, rispettivamente nel 1994 e 2004 – per Pasqualino sette bellezze; prima donna, insieme a Liliana Cavani, a rompere col moralismo tutto italiano, Lina Wertmüller è una vera e propria rivoluzionaria della macchina da presa. In un contesto sociale fortemente maschilista, la cineasta irrompe stravolgendo l’equilibrio tra uomo e donna, – falsato dai numerosi tabù e cliché che raccontavano un asservimento forzato della seconda sul primo – manifestando la voglia di mettere in scena una donna diversa, una donna guerriera. I suoi personaggi non sono mai lineari ma ruotano intorno alla provocazione e al paradosso, sottolineando la lotta di classi e di sessi.
I film più noti
La regista viene ricordata soprattutto per Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto dove troviamo una delle coppie più conosciute del cinema italiano: Giancarlo Giannini (con il quale la cineasta instaura un sodalizio lungo diversi film) e Mariangela Melato. Questa accoppiata vincente la ritroveremo in diverse sue opere come in Mimì metallurgico ferito nell’onore (un film magistrale sul sud italiano e sui suoi miti attraverso la storia di un giovane siciliano immigrato a Torino) e Film d’amore e d’anarchia – Ovvero Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza. La predilezione di Lina Wertmüller per i titoli lunghi era espressione ironica del disprezzo delle convenzioni aristocratiche, da cui lei era scappata e forse anche uno scherzo ai produttori che dovevano inserirli in cartellone.[2]
Negli anni ‘90 a portarle fortuna è il sodalizio con Sophia Loren tra tutti con l’adattamento di “Sabato, domenica e lunedì” da Eduardo e quello con Paolo Villaggio per “Io speriamo che me la cavo” dal romanzo-verità di Marcello D’Orta[3].
Lina Wertmüller non passa inosservata per energia, intelligenza e ironia, caratteristiche che le hanno consentito di ottenere bene tre candidature agli Oscar, tra cui quello per la migliore regia. Una regista inarrestabile, una bomba ad orologeria di creatività, ingegno e avanguardia. In un’epoca di commedie all’italiana la Wertmüller va oltre. Le valorizza e le rende più grottesche, estreme ed ironiche. Ogni opera è esagerata e sfacciata. La narrazione, valorizzata dall’uso di dialetti italiani sia del nord che del sud, unita alla fotografia trasforma l’opera in provocatoria, abbattendo i muri del politically correct prima ancora che diventasse un termine conosciuto e di uso comune.
Lina Wertmuller, e con lei Liliana Cavani, non hanno fatto del cinema un luogo di disertazione sulla diversità e fragilità femminili, ma una dimensione provocatoria ricca di paradossi.
Nella filiera cinematografica del tempo la Wertmuller ha fatto la differenza. Si è distinta per la capacità dar vita ad un umorismo contorto, opere con scene dall’erotismo selvaggio e satire politiche mirate. I personaggi, che volutamente ricalcano stereotipi nostrani, risultano sempre simpatici, anche nel loro essere inetti, arroganti o criminali.
Lina Wuertmuller è stata d’ispirazione per tante donne del cinema italiano e non solo. Il suo andare contro tendenza, la sua forza e la sua caparbietà l’hanno resa la cineasta per eccellenza del cinema italiano. Eppure oggi essere donna regista, sceneggiatrice, costumista, attrice o doppiatrice, o qualunque altra sia la professione svolta nella filiera, non è semplice. Si vive ancora di pregiudizi e disvalore. Nonostante i movimenti, lotte ed incontri, i cambiamenti sono centesimali e indirizzati a poche fortunate. Che dir si voglia, a poco serve parlare, fare conferenze con dati alla mano se poi nel concreto l’industria cinematografia ha ancora una forte anima maschilista.
Tutti i lavori
Fonte [4]
Cinema
- I basilischi (1963)
- Questa volta parliamo di uomini (1965)
- Rita la zanzara (1966)
- Non stuzzicate la zanzara (1967)
- Il mio corpo per un poker, co-regia di Piero Cristofani (1968)
- Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972)
- Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973)
- Tutto a posto e niente in ordine (1974)
- Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974)
- Pasqualino Settebellezze (1975)
- La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978)
- Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978)
- Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada (1983)
- Sotto… sotto… strapazzato da anomala passione (1984)
- Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1985)
- Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico (1986)
- In una notte di chiaro di luna (1989)
- Sabato, domenica e lunedì (1990)
- Io speriamo che me la cavo (1992)
- Ninfa plebea (1996)
- Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica (1996)
- Ferdinando e Carolina (1999)
- Peperoni ripieni e pesci in faccia (2004)
Televisione
- Il giornalino di Gian Burrasca (1964-1965) – serie TV in 8 episodi
- È una domenica sera di novembre (1981) – film TV
- Il decimo clandestino (1989) – film TV
- Bari, episodio del documentario 12 registi per 12 città (1989)
- Vivaldi, episodio della serie TV documentaristica L’encyclopédie audio-visuelle (1993)
- Francesca e Nunziata (2001) – film TV
- Mannaggia alla miseria (2009) – film TV
- Roma, Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano (2014) – cortometraggio documentaristicoRoma, Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano (2014) – cortometraggio documentaristico
Sceneggiatrice
- Città violenta, regia di Sergio Sollima (1970)
- Quando le donne avevano la coda, regia di Pasquale Festa Campanile (1970)
- Quando le donne persero la coda, regia di Pasquale Festa Campanile (1972)
- Fratello sole, sorella luna, regia di Franco Zeffirelli (1972)
- Nessuno deve sapere, regia di Mario Landi (1972) – miniserie TV
- Cari genitori, regia di Enrico Maria Salerno (1973)
- Which Way Is Up? (1977)
Regie Teatrali
- Amore e magia nella cucina di mamma
- Carmen
- L’esibizionista
- Gianni, ginetta e gli altri
- Bhoeme
- Pierino e il lupo (regista ed interprete)
- Storia d’amore e di anarchia
- Lasciami andare madre 2004
- Molto rumore senza rispetto per nulla2004
- Nozze di figaro 2007
- Gianburrasca 2010
- Un’allegra fin de siecle 2013
Doppiaggio
- Mulan (1998) (voce di Nonna)
Libri
- Essere o avere. Ma per essere devo avere la testa di Alvise su un piatto d’argento, Milano, Rizzoli,
- 1981.
- Iris e lo sceicco, ovvero Sceicchi e femministe, ovvero Storia d’evasione e d’oriente, con
- illustrazioni di Milo Manara, Torino, Nuova Eri, 1988.
- Avrei voluto uno zio esibizionista, Milano, Mondadori, 1990.
- Alì Baba e il destino giocatore spericolato e spesso baro, Napoli, Guida, 1992. (bifronte con Prima
- poi tornerò di Andrej Longo)
- Arcangela Felice Assunta Job Wertmüller von Elgg Espanol von Brauchich cioè Lina Wertmüller,
- Milano, Frassinelli, 2006. I (autobiografia, con un CD di 32 canzoni da lei interpretate)
- Tutto a posto e niente in ordine, Lina Wertmüller, Mondadori, 2012. (biografia)
Premi e riconoscimenti
Premio Oscar
- 1977 – Nomination miglior film straniero per Pasqualino Settebellezze
- 1977 – Nomination miglior regista per Pasqualino Settebellezze
- 1977 – Nomination migliore sceneggiatura originale per Pasqualino Settebellezze
- 2020 – Oscar onorario
Golden Globe
- 1977 – Nomination miglior film straniero per Pasqualino Settebellezze David di Donatello
- 2010 – David di Donatello alla carriera
Globo d’oro
- 2009 – Globo d’oro alla carriera
- 2009 – Gran Galà del Made in Italy Rai Uno
Premio Flaiano
- 2008 – Premio alla carriera categoria Cinema
Festival di Locarno
- 1963 – Vela d’argento per I basilischi
- 2016 – Premio Letterario Piero Chiara alla carriera
Premi Kineo
- 2019 – Premio Kineo alla carriera
[1] Nel 2020 gli Academy celebra il talento e i successi di Lina Wertmüller assegnandole l’Oscar alla carriera Fonte: https://ilbolive.unipd.it/it/news/lina-wertmuller-donne-cinema
[2] C. Predotti. Lina Wertmüller: storia, fascino e virtù della Signora del cinema https://www.lifeandpeople.it/2021/12/31/chi-era-la-rivoluzionaria-regista-lina-wertmuller-ricordo-storia-carriera-oscar/
[3] M. Bordino, “Morta Lina Wertmüller, grande regista e icona del cinema italiano” https://www.artribune.com/arti-performative/cinema/2021/12/morta-lina-wertmuller-grande-regista-e-icona-del-cinema-italiano/
[4] https://www.carolleviandcompany.it/wp/wp-content/uploads/2020/09/cv-lina_wertmuller.pdf
Credits immagine: Augusto Aulenta, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons