Blanco, assieme a Mahmood, è il vincitore di Sanremo 2022 con il brano “Brividi” : ma da dove viene questo enfant prodige? Nell’ultimo anno, la crescita artistica del cantautore è stata più che evidente: suo è anche il tormentone della trascorsa Estate, “Mi fai impazzire”
Ieri si è conclusa l’ennesima edizione del Festival di Sanremo. Ora sull’ontologia del Festival si è detto di tutto: quel che infatti dovrebbe essere una finestra sulla condizione della musica italiana spesso è stata tacciata di un istituzionalismo fuori tempo. Istituzionalismo che alcuni artisti hanno dilaniato ferocemente: pensiamo a quella tutina di Achille, maliziosamente lasciata scivolare giù per le spalle, lasciandolo semi-nudo su un palco così elegantemente agghindato.
Achille Lauro per svecchiare il festival si è fatto in quattro, e dopo di lui molti altri: pensiamo già solo a questa edizione. Rkomi vestito solo da due guanti di pelle e a petto nudo, Darghen con gli occhiali da sole cuciti sulla faccia e una lingua deliziosamente ironica, Sabrina Ferilli nell’ultima puntata che forse ha rappresentato quanto più lontano dell’istituzionalismo.
Ha impazzato il fanta-sanremo: a questo gioco spazzatura, che strizza l’occhio al mondo dei social e dei meme (i meme signori, i meme a Sanremo!) si sono prestati anche alcuni giganti del calibro di Massimo Ranieri: il principe, con quell’eleganza che pure lo contraddistingue e che non ha perso, ha esordito con “Papalina“.
La strada per il vincitore di Sanremo era già aperta
Sanremo è stato piegato, i tempi ne hanno smussato gli angoli. Questo era già evidente ed era, d’altra parte, necessario: se Sanremo non si fosse mosso, arroccato nel suo mondo ideale, avrebbe irrimediabilmente smesso di rappresentare il panorama musicale italiano.
E’ questo che ha reso possibile la vittoria di Blanco e, due anni fa, di Achille. Per i Maneskin la storia è un po’ diversa: il gruppo romano ha infatti vinto in nome del Rock, della trasgressione. Ma il Rock maledetto è una storia vecchia, infondo, non che il palco dell’Ariston abbia fatto troppi sforzi. Achille, di per sé, quando per la prima volta ha provocato dallo schermo, con quel sorrisetto malizioso stampato in faccia a caratteri cubitali, era già grande, con una bella fetta di carriera alle spalle.
Blanco invece è un nome che, fin ora, si è sentito da poco. Il cantautore è infatti 2003- cuore palpitante dell’ultima generazione, la Gen Z, destinata a mutare completamente tempi, costumi e società. Con lui Sanremo è stato meritocratico, facendo quel che deve fare fin da sempre: aprire le porte a una voce nuova, giovane, un talento mostruoso. Si accolga questo enfant prodige e con lui, il cambiamento dei tempi. Questo non vuol dire dimenticare certi nomi sacri, come quello di Gianni Morandi, Elisa e Massimo Ranieri- tanto per citare alcune personalità presenti in questa edizione- e neppure si sta dicendo che questi debbano, usando una retorica che spesso si sente, “fare spazio” . Questo vuol dire lasciare che le cose fluiscano, vuol dire abbandonare i pregiudizi sulla musica recente che spesso viene calpestata perché così diversa da quella che fu.
Chi fa questo condanna a morte la musica e non lo sa: un organismo che non cambia è un organismo morto. Ma, per fortuna, Blanco Sanremo lo ha vinto, e questo vuol dire che ancora c’è speranza.
Blanco, fuori d’arte è Riccardo Fabbriconi
Quando il conduttore li annuncia vincitori, lui e Mahmood, Blanco si apre in un sorriso serafico, quasi calmo, di chi un po’ se lo aspettava. Il successo della canzone “Brividi” è più che evidente: nel giro di due giorni è uno dei pezzi più ascoltati di Spotify e il pubblico, sia quello presente sia quell’assente, impazzisce ogni volta che due intonano il duetto che tanto è stato amato.
Fuori arte il nome di Blanco, è Riccardo Fabbriconi e, come già detto, è classe 2003: qualcuno direbbe di lui “Un ragazzino”. Il ragazzino ha conosciuto, nell’ultimo periodo, una crescita in termini artistici, assai veloce. Ancora più sorprendente se si pensa che con la musica ha iniziato quasi giocando, quello stesso gioco che ha portato sul palco di Sanremo, col suo atteggiamento leggero e quasi evanescente.
Il suo unico album, “Blu-Celeste” è stato pubblicato nel settembre del 2021: senza passare dal via, ha debuttato subito al primo posto in classifica. C’era da aspettarselo: da quando è stato notato nel 2020 dall’Universal che gli ha proposto su due piedi un contratto, perché la puzza di talento c’era, il “ragazzino” di colpo non ne ha sbagliato manco mezzo. I singoli uscivano e diventavano hit, uno dopo l’altro, fino all’album. Pluripremiati i pezzi come il già citato ““Mi fai impazzire”, “Notti in bianco”, o “La canzone nostra”
Insomma, la vittoria a Sanremo arriva quasi come spontanea incoronazione di una carriera fulmine. E Blanco se la ride e va ad abbracciare Mammà.
Serena Garofalo