Dal 21 settembre su Netflix è disponibile una nuova docu-serie true crime originale italiana: Wanna di Alessandro Garramone, in cui sono raccontate l’ascesa e la caduta di Wanna Marchi. La serie è stata prodotta da Fremantle media, scritta da Garramone e Bandiera e diretta da Nicola Prosatore.
Il documentario è composto da quattro episodi, della durata di circa 45 minuti, intitolati Scioglipancia, Diavoli, Mago, Cattive.
Il trailer
Il personaggio di Wanna Marchi
Alzi la mano chi non abbia mai sentito nominare il suo nome. Wanna Marchi si auto-definiva la regina della televisione e probabilmente lo era. I suoi “D’accordo?” urlati con voce stridula hanno fatto la storia della televisione italiana.
Negli anni ’80 Wanna è la tele-venditrice, o tele-imbonitrice, più famosa e conosciuta: i suoi prodotti estetici a base di alghe sono venduti in tutta Italia. Si tratterebbe di creme miracolose, che sarebbero in grado di sciogliere la pancia e di eliminare la cellulite.
Wanna Marchi, in un’epoca in cui non veniva assolutamente condannato il body shaming, urlava alle telespettatrici offese terribili come “Oh Grassa! Oh Lardosa!” “Cicciona!”. Nonostante il tono delle accuse e il modo cinico con cui insulta le persone a casa, Wanna fonda un impero, guadagnando milioni di lire al giorno.
Al suo fianco vediamo la fedelissima figlia Stefania Nobile che vive in simbiosi con sua madre. La donna vive nell’ombra del genitore ma dimostra immediatamente di avere fiuto per gli affari e proficue idee di marketing.
Le due però devono affrontare una prima grande crisi negli anni ’90, quando un incendio doloso distrugge il negozio di cosmetici dove tutto aveva avuto inizio. Per rialzarsi Wanna e Stefania iniziano a “vendere” la fortuna, cioè il niente, finché un’inchiesta di Ghione, giornalista di Striscia la notizia non porterà alla luce la truffa.
Wanna, nata grazie alla tv, viene “uccisa” dallo stesso medium. Il cerchio si è chiuso.
Cosa resterà di questi anni Ottanta
Wanna è una docu-serie molto interessante, perché, raccontando i personaggi di Wanna Marchi e di Stefania Nobile, pone i riflettori su un’intera epoca, in cui culturalmente l’Italia era molto diversa da oggi, e sulla storia della televisione italiana.
La prima domanda che ci viene in mente è: come si spiega il successo di Wanna Marchi?
Agli inizi Wanna è l’amica delle casalinghe, di quelle donne che, una volta sposate, hanno smesso di prendersi cura di se stesse. Siamo ben lontani dalla cultura del body positive e dalla condanna del body shaming.
Il modello femminile a cui tutte aspiravano era quello di una donna magra, senza pancia e senza cellulite. Wanna rimproverava dall’alto della tv le mogli che si erano trasformate in “bauli” e prometteva loro rimedi miracolosi che in poco tempo avrebbero sortito gli effetti sperati. Wanna diventa la Venditrice con la “V” maiuscola e si convince di poter vendere tutto, anche il nulla cosmico.
Ci chiediamo quindi come sia stato possibile che due donne abbiano potuto vendere i numeri fortunati. Perché le persone hanno creduto a quello che Wanna e Stefania promettevano?
La risposta è nella strategia di marketing che veniva utilizzata. Stefania e Wanna non erano due sprovvedute: possedevano un database di contatti che erano stati studiati e classificati. Il target di riferimento era costituito da donne anziane e vedove. Inoltre Stefania aveva studiato una strategia vincente che spingeva i clienti mossi dall’insoddisfazione a chiamare e richiamare e richiamare, comprando altri prodotti a ogni telefonata.
Un po’ quello che succede tutt’ora quando si chiama il numero dell’assistenza clienti di un fornitore per un problema e l’operatore telefonico, invece di risolverlo, coglie l’occasione per vendere un altro servizio.
La recensione
Il racconto è approfondito e accurato. Diversi testimoni sono chiamati in causa per narrare la storia di Wanna Marchi: ex tele-venditori come Roberto Da Crema; ex collaboratori; ex telefonisti che si sono tirati indietro quando hanno reputato “immorale” il proprio lavoro; avvocato di difesa; avvocato di parte civile; giornalisti di inchiesta e naturalmente le due protagoniste assolute Wanna Marchi e Stefania Nobile.
Nella serie è utilizzato footage di quell’epoca in cui si sono svolti i fatti che ha il merito di generare un effetto Amarcord: le televendite di Wanna e Stefania; i telegiornali; i programmi di approfondimento come Porta a Porta con Bruno Vespa o Enigma di Corrado Augias; le riprese di Un giorno in pretura e la stessa inchiesta di Striscia la notizia che ha provocato la caduta dell’impero Marchi.
Il montaggio è serrato e lo spettatore non può che rimanere incollato allo schermo. Non è la prima volta che Netflix propone storie di truffatori: vi ricordate Il truffatore di Tinder?
Ma questa volta ci viene proposta una storia tutta italiana, in una serie semplicemente imperdibile.
Valeria de Bari