The Walking Dead 11×10: la strana vita nel Commonwealth

the walking dead 11 episodio 10 recensione

Dopo il finale ambiguo del nono episodio, nel decimo siamo lanciati ex abrupto nel trentesimo giorno di vita nel Commonwealth.

30 giorni di Commonwealth

Daryl si prende cura di Judith e RJ in assenza di Michonne, che speriamo di rivedere per il finale dell’ultima stagione. Insieme a Rosita sta tentando di diventare una guardia, quindi deve scontrarsi con il suo essere “lupo solitario” in un mondo che lavora secondo un determinato ordine.

E quanto fa strano integrarsi in questo mondo, così simile a quello a cui erano abituati prima dell’apocalisse zombi. E fa strano anche a noi vedere i protagonisti lavorare in una città e indossare abiti più adatti alla quotidianità. Princess, ad esempio, lavora in un negozio di musica; Connie è tornata a fare la giornalista ed è meravigliosa, ma soprattutto ha tutti gli occhi di Daryl addosso, e Carol se n’è accorta…

Quest’ultima perde il pelo, ma non il vizio. Sarà anche tornata a vivere in una città civile, ma proprio non ci sta a rispettare le regole ed è pronta a corrompere i capi pur di far operare Ezekiel: la malattia sta avanzando e Carol non vuole perderlo. Tra di loro c’è un grandissimo affetto, che va oltre qualunque sentimentalismo.

Quella che fa più tenerezza in questo contesto è Judith, la bambina nata e cresciuta durante l’apocalisse che scopre finalmente cosa significhi chiedere una paghetta e ascoltare della musica.

Il lato oscuro del benessere

Dietro questa apparenza lussuosa e benestante si nasconde – tuttavia – il lato oscuro del Commonwealth, quello della disparità sociale. In una serata di gala emerge prepotente la necessità di fare chiarezza sulla scissione tra ricchi e poveri, già palesata nella differenza di ruoli attribuiti ai protagonisti del nostro team. Basta vedere Magna che serve da bere a Yumiko per capire che non è facile tornare a stare nel mondo di prima.

Un mondo che tutto sommato si basa sulle differenze e sulle disparità. Il mondo del “dopo”, quello apocalittico, aveva riappianato tutte le differenze generando una sola differenza di base, quella tra i vivi e i non morti. La classe, l’etnia, il genere e il titolo di studio non hanno mai contato nel mondo di The Walking Dead: ma, quando torna a dispiegarsi il volere dell’essere umano e le sue sovrastrutture, questa uguaglianza molto spesso viene a mancare e lo possiamo vedere quotidianamente nel mondo in cui viviamo.

Ho come l’impressione che non vada bene a tutti vivere nel Commonwealth, specialmente a coloro che si sono sempre sentiti distanti dalle apparenze e dall’omologazione. Con questo nuovo episodio dal titolo “New Haunts”, ci immergiamo in nuovi incubi, quelli sociali e antropologici.

Quello che intuiamo che è la governatrice Pamela non ce la racconta giusta e soprattutto che Maggie ha preferito dissociarsi e restare ad Alexandria.

Promo Trailer dell’episodio 11

Tutte le recensioni della undicesima stagione

In questo articolo stiamo radunando tutte le recensioni della undicesima stagione: sparati un’overdose di The Walking Dead!

Alessia Pizzi

Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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