Dopo il finale ambiguo del nono episodio, nel decimo siamo lanciati ex abrupto nel trentesimo giorno di vita nel Commonwealth.
30 giorni di Commonwealth
Daryl si prende cura di Judith e RJ in assenza di Michonne, che speriamo di rivedere per il finale dell’ultima stagione. Insieme a Rosita sta tentando di diventare una guardia, quindi deve scontrarsi con il suo essere “lupo solitario” in un mondo che lavora secondo un determinato ordine.
E quanto fa strano integrarsi in questo mondo, così simile a quello a cui erano abituati prima dell’apocalisse zombi. E fa strano anche a noi vedere i protagonisti lavorare in una città e indossare abiti più adatti alla quotidianità. Princess, ad esempio, lavora in un negozio di musica; Connie è tornata a fare la giornalista ed è meravigliosa, ma soprattutto ha tutti gli occhi di Daryl addosso, e Carol se n’è accorta…
Quest’ultima perde il pelo, ma non il vizio. Sarà anche tornata a vivere in una città civile, ma proprio non ci sta a rispettare le regole ed è pronta a corrompere i capi pur di far operare Ezekiel: la malattia sta avanzando e Carol non vuole perderlo. Tra di loro c’è un grandissimo affetto, che va oltre qualunque sentimentalismo.
Quella che fa più tenerezza in questo contesto è Judith, la bambina nata e cresciuta durante l’apocalisse che scopre finalmente cosa significhi chiedere una paghetta e ascoltare della musica.
Il lato oscuro del benessere
Dietro questa apparenza lussuosa e benestante si nasconde – tuttavia – il lato oscuro del Commonwealth, quello della disparità sociale. In una serata di gala emerge prepotente la necessità di fare chiarezza sulla scissione tra ricchi e poveri, già palesata nella differenza di ruoli attribuiti ai protagonisti del nostro team. Basta vedere Magna che serve da bere a Yumiko per capire che non è facile tornare a stare nel mondo di prima.
Un mondo che tutto sommato si basa sulle differenze e sulle disparità. Il mondo del “dopo”, quello apocalittico, aveva riappianato tutte le differenze generando una sola differenza di base, quella tra i vivi e i non morti. La classe, l’etnia, il genere e il titolo di studio non hanno mai contato nel mondo di The Walking Dead: ma, quando torna a dispiegarsi il volere dell’essere umano e le sue sovrastrutture, questa uguaglianza molto spesso viene a mancare e lo possiamo vedere quotidianamente nel mondo in cui viviamo.
Ho come l’impressione che non vada bene a tutti vivere nel Commonwealth, specialmente a coloro che si sono sempre sentiti distanti dalle apparenze e dall’omologazione. Con questo nuovo episodio dal titolo “New Haunts”, ci immergiamo in nuovi incubi, quelli sociali e antropologici.
Quello che intuiamo che è la governatrice Pamela non ce la racconta giusta e soprattutto che Maggie ha preferito dissociarsi e restare ad Alexandria.
Promo Trailer dell’episodio 11
Tutte le recensioni della undicesima stagione
In questo articolo stiamo radunando tutte le recensioni della undicesima stagione: sparati un’overdose di The Walking Dead!
Alessia Pizzi