In attesa della quinta e conclusiva stagione della serie tv La fantastica Signora Maisel, è arrivato il momento di ragionare un po’ sulla quarta.
Tornata su Prime Video a febbraio 2022, Miriam (detta Midge) Maisel è stata accolta con un po’ di delusione. Gli spettatori, infatti, si sono lamentati di una stagione che ha fatto meno ridere delle precedenti.
Per questo l’ho guardata due volte, cercando di ritrovare lo spirito di una serie tv che, tra l’altro, ha insistito molto sul fatto che le donne possano fare le comiche. Sembra un’asserzione ovvia oggi, che anche in Italia, nel passato (pensiamo solo a Franca Valeri o ad Anna Marchesini) come nel presente (vedi Michela Giraud), abbiamo riso grazie al talento e al mestiere di molte donne. Ma non è stato così per tanto tempo.
Proprio la signora Maisel, direttamente dalla New York degli anni ’50, ci ricordava nella prima stagione che gli uomini dicono in giro che le donne non possono essere divertenti, ma – ribatteva lei direttamente dal palcoscenico – “la comicità è alimentata dall’oppressione, dalla mancanza di potere, dalla tristezza e dal fallimento, magari dall’abbandono e dall’umiliazione. Ora, c’è una descrizione delle donne migliore di questa? A giudicare da ciò solo le donne dovrebbero essere divertenti”.
Come darle torto? Infatti, noi con lei e gli altri personaggi della serie abbiamo riso moltissimo. Secondo me anche in questa quarta stagione, che tuttavia sembra più una fase di passaggio a quella conclusiva che una narrazione con un suo carattere e un suo sviluppo.
La trama della quarta stagione
La terza stagione si era conclusa con Midge Maisel (Rachel Brosnahan) e la sua manager Susie Myerson (Alex Borstein) sulla pista dell’aeroporto, licenziate a pochi minuti dalla partenza per il tour europeo del cantante Shy Baldwin, di cui Midge apriva i concerti.
La quarta stagione, quindi, è tutta incentrata sulla reazione di Midge a questo shock. Senza l’ingaggio che avrebbe dovuto portare popolarità e denaro a lei e a Susie, dovrà affrontare le inevitabili difficoltà economiche, ma anche decidere come impostare la sua carriera.
Visto che il licenziamento dal tour era dovuto ad un’esibizione in cui aveva parlato nella massima libertà, rivelando troppo su Shy, Midge decide di non voler più “aperture”, ovvero ingaggi per esibirsi prima dell’artista star dello spettacolo. Susie cercherà di farle capire che questa scelta rischia di penalizzarla, essendo comunque ad inizio carriera.
Per continuare ad esibirsi e guadagnare abbastanza da mantenere la sua famiglia e pagare l’appartamento coniugale che il suo ex suocero le ha rivenduto, si fa assumere in un locale di spogliarello come presentatrice. Come prevedibile da chi conosce il personaggio, con il suo tocco e la sua intraprendenza non solo il locale aumenterà gli incassi e accoglierà anche un nutrito pubblico femminile, ma i numeri diventeranno degli eleganti spettacoli di burlesque e le spogliarelliste saranno più rispettate e più consapevoli dei propri diritti.
L’attenzione ai personaggi e alle storie secondarie
Nella quarta stagione è stato dato ampio spazio alle storie – bene intrecciate con quella della protagonista – degli altri personaggi, tutti in cerca della propria dimensione nel mondo. L’ex marito di Miriam, Joel (Michael Zegen) approfondisce la relazione con la sua nuova compagna Mei (Stephanie Hsu), con le difficoltà dovute alla sua origine cinese. Susie allarga, grazie ad un aiuto discutibile, la sua attività da manager, accaparrandosi altri clienti talentuosi e aiutando di nuovo la dispotica Sophie Lennon (Jane Lynch) a tornare in auge sulle scene.
L’emancipazione femminile e professionale della madre di Midge, Rose Weissman (la bravissima Marin Hinkle) e il nuovo lavoro del padre Abe (l’esilarante Tony Shalhoub) ci regalano episodi tanto assurdi quanto brillanti.
La scelta di puntare i riflettori soprattutto sui personaggi secondari e su come interferiscono con lo sviluppo del personaggio protagonista ha trovato il suo apice nell’episodio dedicato alla morte di Jackie, collega e strampalato coinquilino di Susie. La puntata è un omaggio all’interprete, Brian Tarantina, scomparso nel 2019, ma anche ai caratteristi e ai personaggi (e alle persone, direi) che non vengono mai notati. Il discorso commosso e commovente che gli dedica Susie al funerale è l’essenza del rammarico che molti di noi provano quando si accorgono improvvisamente di quanto una persona sia stata importante nelle loro vite, pur restando ai margini.
Il personaggio di Lenny Bruce
Tra i personaggi secondari che hanno un impatto dirompente sul percorso di Midge, spicca Lenny Bruce, interpretato da Luke Kirby.
Non si tratta di un personaggio inventato, perché Bruce è stato una star della stand up comedian americana negli anni in cui La fantastica Signora Maisel è ambientata. Nella serie la storia del personaggio ricalca molto bene quella del comico reale. Quindi, ci si chiede quanto della sua storia vera (e della sua fine, soprattutto) faranno parte della trama della prossima stagione.
Fin dalla prima, tra Miriam e Lenny ci sono state attrazione, simpatia, intesa e ammirazione reciproche. Midge lo stima al punto da considerarlo un modello da seguire. Lenny, presente per pochi minuti in pochi episodi, quando appare lo fa, sempre, per ispirare le scelte di Midge o per aiutarla, spesso segnando una svolta nella trama, come nel caso dell’ultima puntata della quarta stagione.
In questo caso, il successo di Lenny – raggiunto attraverso compromessi con la realtà, per raggiungere la libertà artistica che insegue Midge – la spinge a interrogarsi su quanto siano state giuste le sue scelte professionali. Anche questa volta, insomma, Lenny arriva a fare da specchio a Midge, forte non tanto dell’“amore”, quanto della stima, quasi della venerazione professionale che suscita in lei.
Anche l’occhio vuole la sua parte
Ciò che resta di qualità inalterata anche nella quarta stagione sono i bellissimi costumi de La fantastica signora Maisel, tutti impeccabili. La costumista Donna Zakowska, in particolare, per i vestiti di Midge si è ispirata alla moda francese degli anni ’50, modellando il personaggio sui icone di stile come Grace Kelly, Audrey Hepburn e Mamie Van Doren.
Resta ancora perfetta la fotografia, diretta da M. David Mullen, che per questa serie ha già vinto due Emmy Award nel 2019 e nel 2020.
Stefania Fiducia