Era troppo perfetta per essere vera. Se nella recensione al quinto episodio ero stata entusiasta della scrittura, con questa puntata sono stata costretta a ricredermi. Non in maniera drastica né tantomeno definitiva. Però credo che alcune dinamiche relazionali non siano state gestite al meglio delle possibilità ed è davvero un peccato.
Avanti di dieci anni… ma cosa è successo nel frattempo?
A me piace molto la scelta che hanno fatto di raccontare la storia della “Danza dei Draghi” con dei salti temporali. Invece di rimanere imprigionati nella linea del tempo e di offrire episodi belli ma poco significativi a livello di trama (come accadde con il Trono di Spade), con House of the Dragon gli autori hanno scelto di mandare avanti la storia in maniera snella rendendola ancora più accattivante. Complice anche la presenza di un’unica linea narrativa che permette di appassionarsi ancora di più alla saga e di evitare scene poco interessanti (pecca del Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere), durante le settimane abbiamo visto accadere molto senza che questo ci impedisse di comprendere motivazioni e personalità dei personaggi.
In questa puntata, però, l’accelerazioni si è fatta sentire e alcuni conti non tornano.
La storia d’amore tra Rhaenyra e Harwin Strong e quella tra Daemon e Laena Velaryon vengono trattate con grandissima superficialità. Se potevamo cogliere qualche indizio sulla seconda nella parte finale del quinto episodio, la prima è stata del tutto impreparata e sembra molto casuale. Al di là di questo, i lunghi sguardi complici tra la Principessa e il figlio del Primo Cavaliere non sono sufficienti né a riempire i vuoti narrativi, né a creare empatia verso questo legame, né a renderlo veramente comprensibile.
Il rapporto tra Daemon e Laena ha un qualcosa in più che arriva allo spettatore e alle spettatrici. I dialoghi tra i due rivelano una connessione che sembra interessante, ma lascia con un senso di insoddisfazione profonda. Il tutto è sicuramente amplificato dal fatto che vediamo un Principe completamente diverso da quello degli scorsi episodi senza capire perché. Daemon è diventato un padre di famiglia, è lontano dalla corte, passa il tempo a leggere (a leggere!), a cavalcare il suo drago, a progettare un futuro lontano da Westeros. È taciturno ed enigmatico, ma non sappiamo se sia successo qualcosa che lo abbia portato a diventare così.
Anche Rhaenyra è abbastanza irriconoscibile in questo nuovo episodio. Certo, la vediamo maturata e madre, provata dal parto e dall’inimicizia di Alicent, ma sembra davvero spaesata e spaventata. Anche la scelta di abbandonare Approdo del Re per andare a Roccia del Drago sembra un po’ fuori dagli standard del personaggio. Spero che nei prossimi episodi questo nuovo lato recuperi parte della vecchia Rhaenyra e si integri in maniera consapevole a quello che abbiamo visto.
Quello che rimane fedele a se stesso è Viserys. Mi si permetta di dire scherzosamente che io rido tantissimo a ogni episodio nel guardare la sua faccia mentre intorno a lui le persone lottano a sangue o discutono in maniera animata. Date un po’ di pace a quell’uomo! Ironia a parte, il tratteggio della sua parabola discendente è sempre più evidente e delineata in modo convincente. Come lo è quella ascendente di Alicent.
La rabbia per una gioventù bruciata
Che Alicent sia la grande antagonista della stagione lo sappiamo da un po’. Il suo ritratto è sicuramente credibile e ben delineato e anche in questa puntata rimane coerente con quanto abbiamo visto negli scorsi episodi.
Il fuoco che la muove è la rabbia. Rhaenyra è diventata la persona su cui catalizzare tutta la sua frustrazione e il senso di ingiustizia che prova. Quella donna, un tempo sua amica, amata e lasciata libera dal padre di fare e di essere tutto ciò che vuole è lo specchio di tutto quello che lei stessa avrebbe potuto essere, se avesse avuto un genitore diverso. Si è vista negata l’infanzia, la possibilità di innamorarsi, qualsiasi tipo di conforto e si è ritrovata imprigionata in un ruolo che lei non ha mai desiderato. Vedere come Rhaenyra riesca ad affermare se stessa e a essere libera in quello stesso spazio senza che nessuno glielo impedisca, è semplicemente troppo. Alicent è stata tradita da tutti quelli che amava più profondamente. Il suo dolore si è trasformato in una corazza impenetrabile che la porta a essere fredda, sfrontata e visibilmente insofferente.
Non è un personaggio che suscita facilmente simpatia, ed è probabile che ancora dobbiamo assistere al culmine di tutta questa rabbia. La vedremo diventare crudele e spietata? Oppure redimersi?
Il nuovo Dito Corto
Lo avevamo immaginato già dallo scorso episodio, ma ora ne abbiamo avuto la conferma: abbiamo un nuovo Dito Corto. Il secondo figlio di Lord Strong è anche colui che probabilmente giocherà dei brutti tiri alle nostre protagoniste. Ancora non conosciamo del tutto le sue intenzioni o motivazioni, ma non è difficile capire che sia spietato e privo di qualsiasi limite.
Le scene indimenticabili
Nonostante delle note stonate ci siano state, anche il sesto episodio ci ha regalato dei momenti molto belli, significativi e pieni di rimandi al primo episodio.
La scena iniziale del parto di Rhaenyra non può non ricordare quella della morte della madre. Ancora più esplicita è quella di Laena con Daemon che si trovano ad affrontare la stessa situazione in cui si sono trovati Viserys e Aemma. In questo episodio, però, le cose sono andate alquanto diversamente. Rhaenyra riesce a partorire senza troppe complicazioni. Laena, invece, non è altrettanto fortunata ma quando a Daemon viene posta la stessa domanda che venne fatta a Viserys, lui lascia che a scegliere sia la moglie. La donna decide di farsi dare fuoco dal suo drago in una scena molto forte dal punto di vista emotivo e destinata a rimanere memorabile. È veramente bello vedere questa contrapposizione tra i due fratelli: quello che appare più generoso di fatto provoca la morte della moglie per il desiderio di avere un figlio maschio mentre quello egoista e privo di scrupoli davanti a una situazione simile lascia la donna padrona del suo destino. È uno di quei momenti in cui ci si rende conto che gli esseri umani difficilmente sono piatti o monocromi. Le sfumature che la personalità può assumere sono tantissime e non c’è nulla che è fuori dalla portata del carattere.
Ritorno sulla sequenza iniziale di Rhaenyra e della presentazione del bambino al re e alla regina per segnalare il piano sequenza carico di pathos e di tensione. L’atmosfera ideale per farci rientrare nella storia.
Il momento migliore dell’episodio, però, è quello in cui vediamo Aegon masturbarsi nudo in piedi alla finestra della sua stanza. È un momento alla Game of Thrones. È sfrontato e irriverente, ma allo stesso tempo unico e pieno di significato. È il motivo per cui amiamo questa serie e il mondo che Martin ha creato per tutti/e noi.
Vi ricordo che con i Postumi Letterari stiamo leggendo Fuoco e sangue. Volete unirvi e spoilerarvi la storia?
Federica Crisci