“House of the Dragon”: recensione del quinto episodio

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Tragedy is coming. Mi si conceda di giocare con il motto degli Stark per spiegare al meglio la sensazione lasciatami addosso dal quinto episodio di House of the Dragon, quello di metà stagione.

La scena iniziale e la sequenza finale non lasciano dubbi in proposito: la situazione sta per precipitare. E mentre i personaggi vivono esperienze di tradimento, violenza e di confronto con la morte, la serie continua a regalare momenti tanto drammatici quanto emozionanti per il pubblico. Gli spettatori e le spettatrici di Game of Thrones sono abituati/e a soffrire e ad aspettarsi di vedere i propri beniamini morire in maniera orribile da un momento all’altro. Eppure House of the Dragon riesce sempre a stupire. È vero che alla fine dell’episodio ci si ritrova a pensare che non poteva accadere nient’altro ad un matrimonio nell’universo di G.R.R. Martin, ma durante la visione dell’episodio non te lo aspetti. Merito di una sceneggiatura solida che non solo dà grande spazio allo sviluppo dei personaggi, ma riesce a costruire sapientemente gli eventi.

Una moglie che meritava molto di più

Nella recensione del quarto episodio di House of the Dragon avevo scritto che sarebbe stato improbabile ritrovare Daemon prostrato a terra e così è stato. Rialzarsi in piedi per lui significa andare verso ciò che desidera senza alcuno scrupolo o remora per quanto dovrà sacrificare.

La scena iniziale è violentissima. Le inquadrature in cui Lady Rhea Royce cavalca nella landa desolata in un’atmosfera grigia ci preparano a quanto vedremo subito dopo. Le battute che Rhea rivolge a Daemon raccontano di una donna perspicace, forte e sicura di sé che cozza con l’immagine che il principe ha descritto di lei fin dalla prima puntata. L’unico sbaglio della donna è aver previsto un secondo troppo tardi le intenzioni del marito. Il silenzio di Daemon nel corso della scena è inquietante. Matt Smith è incredibile nel restituire la pericolosità e il magnetismo del suo personaggio solo attraverso pochi sguardi e movimenti precisi e delicati. Nonostante ci venga risparmiato il momento vero e proprio dell’uccisione, l’orrore e l’incredulità si sono già impossessati di noi.

Non solo Daemon è pronto a tutto pur di ottenere il trono di spade, ma lo farà senza batter ciglio.

Lo scontro tra modi di esistere

Un altro confronto particolarmente riuscito è quello tra Rhaenyra e Sir Criston.

Per uno show ambientato in quell’epoca è piuttosto insolito trovarsi di fronte a una donna che propone a un uomo di essere il proprio amante (“your whore” dice lui senza mezzi termini), ma non è questo ciò che colpisce di più. Quello che permette alla scena di funzionare è lo scontro tra due modi di interpretare l’esistenza completamente opposti. Da una parte abbiamo un nome importante con le sue conseguenze: ambizione, lontananza dal resto del mondo, una certa inclinazione a pensare di poter fare ciò che si vuole indipendentemente dai sentimenti degli altri. Dall’altra, gli ideali cavallereschi che mettono la libertà e i buoni sentimenti sopra qualsiasi cosa.

Mentre ascoltiamo la dichiarazione d’amore di Sir Criston, vediamo una Rhaenyra che lo guarda quasi con compassione. Ed è lì che ci rendiamo conto che anche noi avvertiamo quelle parole fuori luogo. Abbiamo abbracciato in pieno i valori del mondo narrativo di House of the Dragon e sappiamo che alla corte dei Targaryen non c’è spazio per le fantasie d’amore.

Ci sono le tradizioni e i modi per aggirarle. Una mentalità romantica come quella di Cole non è destinata a durare a lungo a Westeros. Quando si è così o si muore (si veda Jon Snow) oppure si impazzisce. Cole per il momento sembra percorrere la seconda strada.

Un tema simile lo ritroviamo anche nel dialogo tra il re e il suo nuovo Primo Cavaliere. Viserys si chiede come i posteri si ricorderanno di lui e sembra rimpiangere di non aver legato il suo nome a qualche battaglia epica. Il suo consigliere gli dice saggiamente che è meglio assicurare al regno pace e prosperità piuttosto che portare morte e distruzione al proprio popolo per essere ricordato nelle canzoni. Il re non sembra poi così convinto. Il paradosso è evidente: la storia non premia né pace, né bontà. Solo le gesta eroiche e sensazionali sono degne di essere tramandate e ricordate.

Prima regola di GoT: non andare alle feste di matrimonio

Preso dalla propria sofferenza d’amore, non solo Cole confessa tutto ad Alicent, ma sfoga tutta la sua rabbia e la sua frustrazione in un momento poco opportuno sul malcapitato di turno.

La festa per l’arrivo del promesso sposo di Rhaenyra, Laenor Velaryon, è un crescendo di tensione e di rabbia trattenute a stento o mostrate tramite atteggiamenti e modi di vestire. Più la musica sale, più la sala da ballo diventa popolata, più s’innescano delle piccole micce destinate a esplodere. Al centro di tutte queste turbolenze, un Viserys ormai sfiancato da tutto ciò che vede. Il suo discorso, interrotto bruscamente dalla moglie, risulta scialbo e poco incisivo nonostante le risate finali. Mangia in maniera poco elegante e a fatica. Rimane contrariato a fissare Daemon avvicinarsi a Rhaenyra ed è del tutto incapace di agire nel momento in cui scoppia la rissa. Parte di questa inettitudine potrebbe essere spiegata alludendo al suo cattivo stato fisico, ma è dall’inizio della stagione che lo vediamo poco risoluto e sempre più debole.

La rissa che porta all’uccisione del compagno di Laenor è preceduta da uno scambio di battute in valyriano tra Daemon e Rhaenyra. L’uso di una lingua che solo loro due conoscono contribuisce a isolare le loro figure dal resto della comitiva. Nel momento in cui li vediamo più vicini, scoppia il caos. La violenza è ancora una volta protagonista, ma ciò che lascia di nuovo interdetti/e gli spettatori e le spettatrici è la scena finale del matrimonio celebrato frettolosamente con il sangue del morto ancora sul pavimento. E mentre i topi arrivano per berlo, Viserys si accascia a terra.

Dalla preview della puntata di lunedì prossimo si vede che la narrazione andrà ancora avanti cronologicamente tanto che le attrici di Rhaenyra e Alicent cambieranno. La storia si farà ancora più intricata (è difficile capire che cosa succederà) e sicuramente ci saranno ancora molti colpi di scena.

Aspettando che arrivi lunedì, vi ricordo che con i Postumi Letterari ho deciso di avventurarmi nella lettura di Fuoco e sangue di Martin. Chi vuole farmi compagnia, è il/la benvenuto/a!

Alla prossima recensione

Federica Crisci

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Sono laureata Lettere Moderne perché amo la letteratura e la sua capacità di parlare all'essere umano. Sono una docente di scuole superiori e una SEO Copy Writer. Amo raccontare storie e per questo mi piace cimentarmi nella scrittura. Frequento corsi di teatro perché mi piace esplorare le emozioni e provare a comprendere nuovi punti di vista. Mi piace molto il cinema, le serie tv, mangiare in buona compagnia e tante altre cose. Passerei volentieri la vita viaggiando in compagnia di un terranova.

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