Parklife esce il 25 aprile del 1994 ed è un album che contribuisce alla creazione del genere britpop insieme a (What’s the story) Morning glory? degli Oasis e Different Class dei Pulp, entrambi usciti nel 1995.
Gli Oasis realizzeranno un’opera matura con melodie soft e bridge indimenticabili dopo lo sfogo di Definitely maybe (1994), mentre i Pulp racconteranno l’amore e il sesso dalla prospettiva degli outsider. I Blur, dal canto loro, danno vita a un album semplicemente epico.
Nel decennio precedente all’uscita di Parklife i giovanissimi Damon Albarn e Graham Coxon frequentano l’università a Londra e formano un duo: Albarn canta e suona chitarra, basso, pianoforte e ukulele; Coxon suona la chitarra. Poi i due amici incontrano il bassista Alex James e il batterista Dave Rowntree, con i quali si esibiscono stabilmente. Andy Ross nota la band e decide di ingaggiare i quattro studenti per la sua etichetta, la Food Records.
È così che nascono i Blur, dal nome di un effetto fotografico che sfuoca l’immagine rendendola “poco chiara”. Sotto la guida di Stephen Street, produttore degli Smiths e dei Cranberries, la band conquisterà le classifiche inglesi con i primi due album e poi, proprio con Parklife, il pubblico internazionale.
Parklife è infatti il terzo album in studio e il primo, grande successo dei Blur grazie alla sua natura mainstream, giovanile, spensierata (solo in apparenza).
TRACK LISTING
- Girls & Boys
- Tracy Jacks
- End of a Century
- Parklife
- Bank Holiday
- Badhead
- The Debt Collector
- Far Out
- To the End
- London Loves
- Trouble in the Message Centre
- Clover Over Dover
- Magic America
- Jubilee
- This Is a Low
- Lot 105
Il primo brano è un singolo di successo, Girls And Boys, una canzone che negli Stati Uniti è arrivata al quarto posto nella classifica rock di Billboard. A metà strada tra le sonorità dance, rock e pop il brano è orecchiabile, ballabile e memorabile. Damon Albarn mette ironicamente in versi la rappresentazione dello stile di vita dei giovani inglesi degli anni 90, che coltivano abitudini malsane.
Dopo la prima hit nel disco ritroviamo una sequenza strabiliante di classici, a partire già dal secondo brano Tracy Jacks, che si ispira al rock anni Sessanta di Beatles e Kinks, fondendolo con un mood anni Novanta. End Of A Century, è una ballad elettro-acustica con una melodia malinconica che si conclude con un memorabile assolo di tromba.
Arriviamo alla title track che cita ancora una volta i Kinks accompagnando una parte parlata e recitata in un fortissimo accento cockney (da parte dell’attore Phil Daniels) con un riff che si ripete all’infinito, fino al ritornello in cui l’uso della chitarra non può che ricordare la band della British invasion.
Parklife è un lungo e godibilissimo viaggio sonoro, da Girls and Boys, brano dance, fino alla traccia finale.
I Blur, nell’avvicendarsi dei brani, toccano dal punto di vista musicale generi come new wave, punk, mod, lounge-pop, pop tout court e affrontano i temi più diversi: dal divertimento all’ossessione per la salute, dalla perdita di se stessi alla pornografia, con un’ironia spesso fraintesa.
Jubilee slouches in the settee
Jubilee, Parklife
He’s losing all will to move
He gone divy too much telly
He watching twenty-four hours of rubbish
He got butane, he got plastic bags
His eyes are going square
Oh yeah
He no raver, just antisocial
He not going to cut his hair
Parklife è un disco senza tempo che ha assicurato ai Blur l’ingresso nello star system internazionale. Coxon è riconosciuto come un ottimo chitarrista, Albarn è un’icona pop. La band inizia a calcare i palchi di tutto il mondo, con l’effetto di diventare oggetto di culto del rock britannico, nonché cibo da masticare per i tabloid inglesi, che fomenteranno la battaglia tra Blur e Oasis.
Ad ogni modo Parklife, fondendo le chitarre anni ’60 con i sintetizzatori, rimarrà nella storia come l’album che ha trainato tutto il brit-pop.
Mentre Oasis e Pulp ormai si sono sciolti da tanto tempo, i Blur sono andati oltre il genere e sono ufficialmente ancora insieme nonostante l’ultimo disco risalga al 2015. Oltre alla band portano avanti il progetto Gorillaz e i The good, the bad and the Queen, un supergruppo che Damon condivide con Paul Simonon dei Clash al basso, Simon Tong dei Verve alla chitarra e Tony Allen alla batteria. What else?
Valeria de Bari